PAGINE DEL CONSUMATORE
Venèzia (IPA: [veˈnɛʦʦja][7], pronuncia[?·info], Venesia in veneziano, [veˈnɛːsja][8]) è un comune italiano di 264 287 abitanti, 363 468 in tutta l'area urbana[5], capoluogo dell'omonima città metropolitana e della regione Veneto. È il primo comune della regione per popolazione[9] e per superficie[10].
Il comune di Venezia comprende sia territori insulari che di terraferma ed è articolato attorno ai due distinti centri di Venezia (al centro dell'omonima laguna) e di Mestre (nella terraferma).
La città di Venezia è stata per più di un millennio capitale della Repubblica di Venezia e conosciuta a questo riguardo come la Serenissima, la Dominante e la Regina dell'Adriatico.
Per le peculiarità urbanistiche e per il suo patrimonio artistico, Venezia[11] è universalmente considerata una tra le più belle città del mondo ed è annoverata, assieme alla sua laguna, tra i siti italiani patrimonio dell'umanità dall'UNESCO[12]: questo fattore ha contribuito a farne la terza città italiana (dopo Roma e Milano) con il più alto flusso turistico[13], in gran parte proveniente da fuori Italia.
Lo stesso argomento in dettaglio: Venezia (regione). |
Il toponimo "Venezia" (e le sue antiche varianti: Venédia, Venétia, Venésia, Venéxia, Vinegia) era utilizzato inizialmente per indicare tutta la terra delle popolazioni venete preromane.
Venetia compare così nella suddivisione amministrativa augustea dell'Italia (7 d.C) e, accanto all'antica Istria, faceva parte della X Regio. Il toponimo continuò ad essere utilizzato sotto i Bizantini che chiamavano Venetikà o, in latino Venetia maritima, la fascia costiera da Chioggia a Grado[14]. Di conseguenza, il nome è passato poi ad indicare il ducato di Venezia e solo più tardi la sua capitale: è noto infatti che il centro è sorto in epoca tarda riunendo gli abitati sorti sulle sue isole.
Una particolarità del nome latino di Venezia è che esso è un plurale tantum, si declina cioè al plurale Venetiae e non Venetia; questo forse perché la città veniva concepita come l'unione di più centri sorti sulle diverse isolette e poi fusisi insieme, o comunque costituita da una pluralità di elementi[15]. Nei documenti antichi la regione compariva, quindi, al singolare Venetia (Venetia et Histria,Venetia Maritima), ma quando ci si riferiva alla città si ricorreva invece al plurale: Venetiarum Civitas, Venetiarum ResPublica,Venetiarum Patriarcha.
Questa voce o sezione sull'argomento Veneto non è ancora formattata secondo gli standard.
Commento: In questa sezione dovrebbe stare solo la geografia fisica. Le informazioni urbanistiche e amministrative vanno spostate altrove (Geografia
antropica, Amministrazione).
Contribuisci a migliorarla secondo le convenzioni di Wikipedia. Segui
i suggerimenti del progetto di
riferimento.
|
Il territorio del comune di Venezia è amministrativamente diviso in sei municipalità e si presenta nettamente diviso nelle due realtà della Venezia insulare (centro storico e isole) e della terraferma.
Il centro storico di Venezia sorge in mezzo alla laguna omonima su un totale di centodiciotto isolette, consolidate nei secoli grazie a palificazioni in legno[16], che ne hanno permesso l'urbanizzazione. Alcune di queste isole sono raccolte in gruppi organici tra di loro mentre altre risultano più disperse. Le 118 isolette sono separate da canali navigabili e collegate tra loro da ponti ad uso esclusivamente pedonale.
L'estensione totale del centro storico, escluse le acque interne e le isole maggiori, è pari a 797,96 ettari, il che ne fa uno dei centri storici più grandi d'Italia e d'Europa. Calcolando l'estensione dell'intera I Municipalità, includendo dunque le isole della Laguna quali Murano e Burano, la superficie totale della Venezia insulare ammonta, escluse le acque interne, a 1688,91 ettari.
La parte storica della città viene tradizionalmente suddivisa in sei sestieri: Dorsoduro, Santa Croce, San Polo, San Marco, Cannaregio eCastello. I sestieri della città antica si articolano intorno alla doppia ansa del Canal Grande, la via d'acqua principale da cui si snoda una fitta rete di circa 158 canali minori.[17]
Nel secondo dopoguerra sono state edificate molte nuove zone nell'isola di Venezia. Di nuova costruzione sono il quartiere di Sacca Fisola, la nuova isola del Tronchetto (con 17 ettari di laguna interrati), l'aria Saffa a Cannaregio ecc..
Nella laguna attorno al centro storico si trovano numerose isole edificate (alcune oggi disabitate). Tra le isole maggiori (che fanno parte anch'esse del comune) si ricordano Murano, Burano celebri rispettivamente per la lavorazione del vetro e dei merletti, Torcello,Sant'Erasmo, Pellestrina e la lunga e sottile isola del Lido con i suoi stabilimenti balneari.
Nella terraferma si trovano i due grossi centri di Mestre e Marghera, oltre ad altre frazioni minori. Tali centri hanno avuto un grosso sviluppo dopo il secondo dopoguerra, come sfogo per l'espansione edilizia di Venezia, che non disponeva di spazi edificabili nella laguna circostante, ed hanno pertanto l'aspetto di città moderne. Nella terraferma risiedono circa i due terzi della popolazione del comune.
Per quanto riguarda il rischio sismico, Venezia è classificata nella zona 4, ovvero a sismicità molto bassa.[18]
Lo stesso argomento in dettaglio: Stazione meteorologica di Venezia San Niccolò, Stazione meteorologica di Venezia Tessera e Stazione meteorologica di Venezia Mestre. |
Il clima di Venezia è quello tipico della pianura padana, mitigato per la vicinanza al mare nelle temperature minime invernali (1 °C in media) e nelle massime estive (28 °C in media). Si può considerare un clima di transizione tra il continentale e il mediterraneo. La piovosità raggiunge i suoi picchi in primavera e in autunno e sono frequenti i temporali estivi. In inverno non sono infrequenti le nevicate (ma normalmente la neve tende a sciogliersi rapidamente), tuttavia la notte gela spesso, cosa che coinvolge anche le acque lagunari delle zone più interne. L'elevata umidità può provocare nebbie nei mesi freddi ed afa in quelli caldi.
I venti principali sono la Bora (NE) dominante nei mesi invernali e primaverili, lo Scirocco (SE) in estate e, meno frequente, Libeccio (SW, detto localmente Garbìn)[19].
Dal punto di vista legislativo, il comune di Venezia ricade nella "Fascia climatica E" con 2 345 gradi giorno,[20] dunque il limite massimo consentito per l'accensione dei riscaldamenti è di 14 ore giornaliere dal 15 ottobre al 15 aprile.
VENEZIA LIDO | Mesi | Stagioni | Anno | ||||||||||||||
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
Gen | Feb | Mar | Apr | Mag | Giu | Lug | Ago | Set | Ott | Nov | Dic | Inv | Pri | Est | Aut | ||
T. max. media (°C) | 6,4 | 8,5 | 12,1 | 16,2 | 20,6 | 24,7 | 27,8 | 27,5 | 23,8 | 18,3 | 11,7 | 7,2 | 7,4 | 16,3 | 26,7 | 17,9 | 17,1 |
T. min. media (°C) | 1,1 | 2,4 | 5,9 | 9,7 | 13,9 | 17,8 | 20,3 | 20,1 | 16,5 | 11,3 | 6,2 | 1,9 | 1,8 | 9,8 | 19,4 | 11,3 | 10,6 |
Precipitazioni (mm) | 59 | 46 | 61 | 64 | 73 | 70 | 53 | 76 | 62 | 67 | 79 | 61 | 166 | 198 | 199 | 208 | 771 |
Giorni di pioggia | 7 | 6 | 7 | 8 | 9 | 7 | 5 | 6 | 6 | 6 | 8 | 7 | 20 | 24 | 18 | 20 | 82 |
Vento (direzione-m/s) |
N 2,6 |
N 2,5 |
E 2,6 |
E 2,8 |
E 2,8 |
S 2,7 |
SE 2,5 |
SE 2,5 |
S 2,5 |
N 2,5 |
N 2,6 |
N 2,6 |
2,6 | 2,7 | 2,6 | 2,5 | 2,6 |
Lo stesso argomento in dettaglio: Acqua alta. |
Con il termine di acqua alta sono indicati nella laguna di Venezia picchi di marea particolarmente pronunciati, tali da provocare allagamenti nell'area urbana. Il fenomeno è frequente soprattutto nel periodo compreso tra l'autunno e la primavera, quando l'alta marea arriva ad allagare buona parte della città rendendo difficili gli spostamenti per calli e campi.
Il fenomeno dell'acqua alta è generato dalla combinazione di due fattori principali: l'alternarsi regolare delle maree unita ad una causa meteorologica composta dalla combinazione di vento e pressione atmosferica sulla massa marina; l'alta marea da sola non genera l'acqua alta: è la sovrapposizione di questi fattori che, combinandosi con la marea astronomica, porta il livello dell'acqua a raggiungere quote superiori in modo meno prevedibile. Il rialzo dell'acqua oltre il livello di marea è un fenomeno normale in un bacino chiuso come il mare Adriatico ed il vento che lo favorisce non è tanto la bora, comune a Venezia, ma lo scirocco che agisce in senso longitudinale su tutta la massa d'acqua dell'Adriatico[21]. L'escavo del Canale dei Petroli e l'approfondimento delle bocche di porto (che ha aumentato la sezione di scambio d'acqua tra laguna e mare), hanno amplificato il fenomeno, che nel passato era un evento straordinario per la città. Anche numerosi lavori di interramento (le "casse di colmata") di parti della laguna, per la realizzazione di zone industriali, hanno ridotto l'invaso lagunare e quindi modificato il comportamento delle maree.
Allo scopo di contrastare il fenomeno dell'acqua alta, dal 2003 è in corso di realizzazione il progetto MOSE, che consiste in una serie di barriere mobili costituite da un numero variabile di paratoie ancorate sul fondo delle bocche di porto della laguna.
Lo stesso argomento in dettaglio: Storia di Venezia. |
La laguna veneta si forma nell'800 a.C. circa da un precedente ambiente fluvio-palustre e si suppone che qui vi fossero insediamenti umani sin dall'epoca preistorica vista la ricchezza di risorse che favorivano caccia e pesca[22]. In età pre-romana, vale a dire nel periodo paleoveneto, la civiltà era ben radicata nella zona con popolazioni dedite alla pesca, alla produzione del sale, ai trasporti marittimi e alle altre attività mercantili connesse. Snodo di intensi traffici commerciali che collegavano l'Adriatico con il centro e nord Europa, in questo periodo vengono a svilupparsi alcuni insediamenti, tra i quali spicca, ormai con una fisionomia protourbana, il centro di Altino[23].
La venuta dei Romani non fa che rafforzare questa situazione. Il sistema dei porti viene potenziato (a questo periodo risale Chioggia), mentre l'entroterra viene bonificato ecenturiato, cosa peraltro ancora visibile nell'attuale disposizione di strade e fossi[24]. La laguna divenne forse luogo di villeggiatura per la nobiltà, come testimoniano alcuni ritrovamenti[24].
Secondo il Chronicon Altinate (XI secolo), il primo insediamento a Venezia sulla Riva Alta (Rialto) risalirebbe al 25 marzo del 421 con la consacrazione della chiesa di San Giacometo sulle rive dell'attuale Canal Grande: studi recenti hanno però dimostrato che San Giacomo di Rialto è assai più tarda, risalendo alla metà del XII secolo[25]. Gli abitanti della terraferma cercarono rifugio nelle lagune a seguito delle varie ondate di invasioni barbariche che si succedettero dal V secolo, in particolare quella degli Unni (452) e deiLongobardi (568)[26]. Tuttavia Venezia si presentava allora come un insieme di piccoli insediamenti ancora molto eterogeneo, mentre maggiore importanza assumono alcuni centri limitrofi come Torcello, Ammiana, Metamauco. Parallelamente, si vengono a trasferire in laguna le maggiori istituzioni religiose, come il Patriarca di Aquileia a Grado e ilvescovo di Altino a Torcello.
Riuniti assieme con tutta l'Italia all'impero con la prammatica sanzione di Giustiniano del 554, il Triveneto è nuovamente travolto dalla calata dei Longobardi del 568. I bizantini perdono gran parte della zona, mantenendo solamente la fascia costiera[27]. È da questo momento che il termine Venetia, un tempo riferito a tutto il Veneto, viene ad indicare solo la zona delle lagune.
Eretta nel 697 la Venezia a ducato dipendente dall'Esarcato di Ravenna, con capitale prima ad Eracliana, quindi Metamauco, a seguito della tentata invasione franca di Pipino (Carlomanno), nell'821 la più sicura Rialto diviene capitale del Ducato di Venezia, assumendo nel tempo il nome stesso del territorio e dello Stato e diventando definitivamente Venezia[28].
La vicinanza con l'Impero franco, il rapporto privilegiato con l'oriente Bizantino e contemporaneamente la distanza da Costantinopoli ne fece uno dei principali porti di scambio tra l'Occidente e l'Oriente, permettendo lo sviluppo di una classe mercantile dinamica ed intraprendente che nel corso di quattro secoli circa trasforma la città da remoto insediamento e avamposto imperiale a potenza padrona dei mari, ormai totalmente indipendente.
È annoverata fra le Repubbliche marinare; a ricordo di ciò il leone di San Marco, emblema della Serenissima, appare nelle insegne marine della bandiera italiana insieme ai simboli di Genova, Pisa ed Amalfi.
Il capo del governo era il Doge (dal latino dux), il quale vide, col passare del tempo, il suo potere sempre più vincolato da nuovi organi istituzionali. Molti Dogi, soprattutto prima dell'anno mille, si videro costretti a prendere i voti perché i cittadini li reputavano troppo bramosi di potere: alcuni vennero anche uccisi o abbacinati.
All'apice della sua potenza, nel XIII secolo, Venezia dominava gran parte delle coste dell'Adriatico, regioni quali la Dalmazia, l'Istria, molte delle isole dell'Egeo, Creta, Cipro, Corfù, ed era la più importante potenza militare e tra le principali forze mercantili nel Medio oriente. Nel XV secolo il territorio della Repubblica si estendeva dall'Adda all'Istria, e da parte dell'attuale provincia di Belluno, al polesineveneto. Ma la decadenza cominciò a farsi sentire già nel XV secolo: eventi storici come l'accrescersi della potenza Ottomana e lo spostamento dei commerci verso le Americhe, colpirono duramente la vocazione marittima della città che finì per volgere i suoi interessi economici verso l'entroterra.
Nel XVIII secolo Venezia fu tra le città più raffinate d'Europa, con una forte influenza sull'arte, l'architettura e la letteratura del tempo, ma questo non era che un segno del suo inesorabile tramonto. Dopo oltre 1000 anni d'indipendenza, il 12 maggio 1797 il doge Ludovico Manin e il Maggior Consiglio vennero costretti daNapoleone ad abdicare, per proclamare il "Governo Provvisorio della Municipalità di Venezia". Durante il primo decennio dalla perdita della sovranità della Repubblica di Venezia, vennero compiuti molti interventi sulla città come l'interramento del rio si Sant'Anna che divenne via Garibaldi, le demolizioni per costituire i giardini di Castello, la distruzione dei granai di Terranova per costruire i giardini del palazzo Reale nelle Procuratie Nuove.[29]
Con il Trattato di Campoformio tra francesi ed austriaci, il 17 ottobre 1797 la "Municipalità di Venezia" cessò di esistere e furono ceduti all'Austria il Veneto, l'Istria, la Dalmazia e le Bocche di Cattaro, che andarono a formare la "Provincia veneta" dell'Impero austro-ungarico. Tornata ai francesi, fu di nuovo Austriaca sino all'Unità d'Italia.
Nel 1848 la città partecipò attivamente ai moti rivoluzionari e sotto l'iniziativa di Daniele Manin fu, sebbene per poco, indipendente con l'istituzione della Repubblica di San Marco. Dopo un anno di assedio da parte degli austriaci, la Repubblica dovette arrendersi il 22 agosto 1849.
Nel 1866 entrò a far parte del Regno d'Italia e l'annessione fu sancita dal plebiscito del 21 ottobre 1866 che vide vincere il sì con il 99,9% dei voti favorevoli dell'elettorato attivo.
Nel 1883 il comune di Malamocco, comprendente tutto il Lido di Venezia, fu soppresso ed incorporato a Venezia.
Il 24 maggio 1915 l'Italia entrò nel primo conflitto mondiale a fianco delle potenze dell'Intesa. Con la ritirata di Caporetto, nel disperato tentativo di difendere Venezia e la sua preziosa base navale, l'esercito italiano si attestò sul Piave e respinse due offensive austro-ungariche (una alla fine dell'anno, la seconda nel giugno 1918. Venezia venne quindi a trovarsi a ridosso del fronte In questo contesto subi numerosi attacchi aerei da parte dell'Austria Ungheria, che causarono svariati danni alla città.[30].
Nel 1917, la zona di Bottenigo (il cui nome venne cambiato in Marghera) fu integrata nel comune di Venezia, ed in essa cominciarono la costruzioni delle nuove installazioni portuali di Porto Marghera.
Negli anni venti la città vide accrescere notevolmente il suo territorio, grazie all'accorpamento dei comuni di Burano, Murano, Pellestrina(1923), Chirignago, Zelarino, Mestre e Favaro Veneto (1926).
L'annessione della terraferma in particolare, fu legata alla nascita del polo industriale di Marghera, voluto dalle politiche economiche di quegli anni. Venezia, per la propria conformazione urbana, si rivelava infatti incapace, pur con la propria ampia disponibilità di manodopera, di avere una propria compiuta area industriale: l'espansione in terraferma divenne la soluzione necessaria per dare nuovo sviluppo della città lagunare.
Nel 1933 venne costruito il ponte stradale fra Venezia e la terraferma, affiancando ed integrando il ponte ferroviario che era stato costruito nel 1846.
Durante la seconda guerra mondiale i centri di Marghera e Mestre subirono pesanti bombardamenti aerei.
Il dopoguerra vede la grande espansione edilizia della terraferma veneziana, che attrasse immigrati da tutto l'entroterra veneto e dallo stesso centro storico. In parallelo a questa espansione si è assistito all'esodo dal centro storico della maggioranza della sua popolazione. In conseguenza di questi fenomeni, oggi la terraferma veneziana ha il doppio degli abitanti della Venezia insulare.
La crescita demografica di Mestre divenne vertiginosa a partire dagli anni sessanta, quando alle politiche abitative e del lavoro, che non favorivano i residenti lagunari, si sommarono i disastrosi effetti dell'alluvione del 1966, che mostrò la vulnerabilità delle abitazioni ai piani bassi di Venezia. L'incredibile rapidità dello sviluppo fece sì che questo avvenisse in modo alquanto disordinato e al di fuori di un piano regolatore (è il cosiddetto sacco di Mestre).
La sera dell'11 settembre 1970, il centro storico fu colpito da una tromba d'aria di intensità stimata F4 sulla scala Fujita, provocando gravi danni tra cui l'affondamento di un motoscafo dell'ACNIL che causò la morte di 21 persone.
A metà degli anni 70 ci fu un declino dei settori chimico, industriale e cantieristico con un conseguente reimpiego, maggioritario, del capitale umano e economico nel settore del turismo.[31]
La crisi dell'industria chimica tra la fine degli anni ottanta e gli inizi degli anni novanta, assieme al generale ridimensionamento delle grandi città del nord Italia, hanno fatto sì che a Mestre e nei sobborghi limitrofi si registrasse un sensibile calo di residenti.
TAVERNA SANTROVASO
Visita il nostro ristorante! VENEZIA
Ristorante taverna San Trovaso
Taverna San Trovaso
Sestiere Dorsoduro, 1016, Venezia
041 520 3703
TRATTORIA SEMPIONE | - VENEZIA (VE) -
Tel. 041 5226022 | info@alsempione.com |
San Marco, 4685 Calle dei Fabbri Venezia • Tel: (+39) 041 5236651 • Skype • Fax (+39) 041 5202244 • info@bistrotdevenise.com