« e dove Sile e Cagnan s'accompagna » |
(Dante Alighieri, Divina Commedia (Paradiso, IX, v.49)) |
Treviso comune |
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Il cuore della città: piazza dei Signori con ilpalazzo dei Trecento. |
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Localizzazione | |||||
Stato | Italia | ||||
Regione | Veneto | ||||
Provincia | Treviso | ||||
Amministrazione | |||||
Sindaco | Giovanni Manildo (PD) dal 10-6-2013 | ||||
Territorio | |||||
Coordinate | 45°40′20″N 12°14′32″ECoordinate: 45°40′20″N 12°14′32″E (Mappa) | ||||
Altitudine | 15 m s.l.m. | ||||
Superficie | 55,58 km² | ||||
Abitanti | 83 652[1] (31-12-2014) | ||||
Densità | 1 505,07 ab./km² | ||||
Frazioni | Vedi elenco | ||||
Comuni confinanti | Carbonera, Casier, Paese,Ponzano Veneto, Preganziol,Quinto di Treviso, Silea,Villorba, Zero Branco | ||||
Altre informazioni | |||||
Cod. postale | 31100 | ||||
Prefisso | 0422 | ||||
Fuso orario | UTC+1 | ||||
CodiceISTAT | 026086 | ||||
Cod. catastale | L407 | ||||
Targa | TV | ||||
Cl. sismica | zona 3 (sismicità bassa) | ||||
Nome abitanti | trevigiani, trevisani | ||||
Patrono | san Liberale | ||||
Giorno festivo | 27 aprile | ||||
Cartografia | |||||
Il territorio comunale nella provincia di Treviso. |
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Sito istituzionale |
Treviso (IPA: /tre'vizo/, toponimo invariato in veneto) è un comune italiano di 83 652 abitanti[1], capoluogo dell'omonima provincia inVeneto.
La città sorge sulla media pianura veneta, in una zona ricca di risorse idriche: numerose sono le sorgenti risorgive, localmente dette fontanassi. Entro lo stesso territorio comunale nascono numerosi fiumi di risorgiva dei quali il più importante è il Botteniga. Quest'ultimo, dopo aver ricevuto le acque di Pegorile e Piavesella, oltrepassa le mura all'altezza del Ponte de Pria e si divide poi nei diversi rami, detti cagnani (Cagnan Grande, Buranelli, Roggia), che tanto caratterizzano il centro storico. Un altro, più modesto corso d'acqua risorgiva, nasce all'interno della cinta muraria, il Cantarane (0,447 km, in gran parte interrato). Corso d'acqua principale è comunque il Sile, che dopo aver lambito le mura meridionali, riceve le acque deicagnani del Botteniga. Altri fiumi rilevanti, tutti affluenti del Sile, sono lo Storga, il Limbraga(da sinistra) e il Dosson (da destra).
La città poggia su un terreno composto di materiali fini e limoso-sabbiosi. La distribuzione dei vari livelli stratigrafici è molto irregolare a causa delle frequenti divagazioni e variazioni di corso subite dai fiumi durante l'ultima era geologica.
L'altitudine minima è di 6 m s.l.m. e si riscontra all'estremità sudorientale del territorio comunale, in località Sant'Antonino; di contro, il punto di massima, 31 m s.l.m., corrisponde all'estremità nordoccidentale, nei pressi di Santa Bona. Il municipio, Ca' Sugana, si trova invece a 15 m s.l.m.
Per quanto riguarda il rischio sismico, Treviso è classificata nella zona 3, ovvero a bassa sismicità.
Lo stesso argomento in dettaglio: Stazione meteorologica di Treviso Sant'Angelo e Stazione meteorologica di Treviso Istrana. |
In base alla media trentennale di riferimento (1961-2000), la temperatura passa dal valore minimo di -1 °C di gennaio-febbraio al valore massimo di 30 °C di luglio-agosto. Leprecipitazioni medie annue superano i 900 mm e i valori massimi si riscontrano in autunno. Sempre in estate possono svolgersi dei fenomeni a carattere burrascoso, spesso accompagnati da violente grandinate. In inverno, la notte si hanno solitamente temperature al di sotto dello zero e quindi ghiaccia facilmente. Inoltre pochi giorni all'anno possono verificarsi brevi nevicate, anche se di scarsa entità.
Lo stesso argomento in dettaglio: Storia di Treviso. |
Le origini del nome |
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La prima menzione di Treviso, seppur indiretta, compare nel III libro della Naturalis historia di Plinio il Vecchio in cui è citato il «Fluvius Silis ex montibus Tarvisanis». Bisognerà aspettare il De vita sancti Martini di Venanzio Fortunato per avere una prima citazione del toponimo «Tarvisus», seguito, poco dopo, dall'Anonimo Ravennatecon «Trabision». Numerosi sono poi i riferimenti nell'Historia Langobardorum di Paolo Diacono: «Tribicium seu Tarbision», «apud Tarvisium» ecc. L'ipotesi più probabile è che Tarvisium, scomponibile inTarv-is-ium, sia di origine celtica: si riconoscono infattitarvos "toro" e la formante -is- tipica dei toponimi gallici[2]. |
Villaggio paleoveneto sorto in epoca pre-romana su tre alture poste nei pressi di un'ansa del Sile, in un territorio ricchissimo di risorse idriche, l'antica Tarvisium divenne municipio all'indomani della sottomissione della Gallia Cisalpinada parte dei Romani[3]. La vicinanza ad alcune importanti arterie, come la strada Postumia, e le stesse vie d'acqua, ne fecero sin dai tempi più antichi un vivace centro commerciale della Venetia et Histria[4][5].
La decadenza del tardo periodo romano dal 284 al 476 si fece sentire anche a Treviso benché, all'indomani dellacaduta dell'Impero romano d'Occidente e durante il regno di Teodorico, la città fosse ancora un centro annonario di prim'ordine[6]. Contesa nel corso del VI secolo tra Ostrogoti e Bizantini, secondo la tradizione la città diede i natali aTotila, glorioso capo militare germanico che vinse i Bizantini proprio alle porte di Treviso[7].
Conquistata dai Longobardi, fu eretta a sede di uno dei trentasei ducati del regno e venne dotata di un'importantissima zecca[8][9]. Quest'ultima continuò a fiorire anche sotto i Carolingi (sotto i quali il locale vescovo ebbe il titolo di conte), e ancora sotto la Serenissima vi si coniava il bagattino[10].
Fu tuttavia con la rinascita dell'Anno Mille che Treviso, datasi statuti comunali e vinto l'imperatore Federico Barbarossa accanto alle città delle leghe Veronese e Lombarda, conobbe un notevole sviluppo, ampliandosi nelle dimensioni ed arricchendosi di monumenti e palazzi, che le valsero il soprannome di urbs picta. Il vivere trevigiano divenne sinonimo di vita gaudente e la città si animava di feste e celebrazioni, quali quella del Castello d'Amore. Citata da Dante Alighieri che vi trascorse parte del suo esilio e da Fazio degli Uberti nel suo Dittamondo, la città crebbe ulteriormente in ricchezza e fasto per tutto il XII e XIII secolo dotandosi di una delle prime Università (1321) e contendendo alle limitrofe Padova e Verona il ruolo di città principe di quella che, al tempo, veniva chiamata Marca Trivigiana intendendo con l'espressione buona parte dell'attuale Veneto[11].
In modo analogo alle principali città del Nord Italia, anche Treviso assistette alla crisi del governo comunale ed il successivo passaggio alla signoria. Bisogna tener conto, comunque, che sin dagli inizi il potere era di fatto in mano ad una ristretta oligarchia aristocratica, tra cui spiccavano alcune famiglie quali i Tempesta.
La prima casata ad impossessarsi di Treviso furono gli Ezzelini, che signoreggiarono tra il 1237 ed il 1260 con le figure di Ezzelino III e Alberico. La città fu quindi preda di nuove lotte intestine tra i Guelfi filopapali ed i Ghibellini, sostenitori di un riavvicinamento all'Impero, tanto che solo nel 1283, a seguito della vittoria dei primi, si assistette ad una decisa ripresa economica e culturale durata fino al 1312[12].
Dominata poi dai Collalto e dai Da Camino, la Marca si trovò ancora coinvolta in guerre e saccheggi nel periodo 1329-1388[13]. Occupata dapprima dagli Scaligeri (1329-1339), nel 1339 si diede spontaneamente alla Serenissima, andandone a costituire il primo possedimento in terraferma. Coinvolta quindi nelle guerre per il primato sulla penisola italiana, la città fu retta dal duca d'Austria tra il 1381 ed il 1384 per passare, nel 1384 e fino al 1388, ai Carraresi.
Solo da allora la città tornò definitivamente alla Repubblica di Venezia[14].
Finalmente sotto Venezia, Treviso poté godere di un lungo periodo di stabilità e relativo benessere, salvo la parentesi della Guerra della Lega di Cambrai, che vide la costruzione delle attuali fortificazioni (1509), e l'assedio imperiale e francese, tolto nel 1511[15].
Il 21 ottobre 1866, nelle Province Venete si tenne il plebiscito di annessione al Regno d'Italia: a Treviso prevalsero nettamente i "sì" (i "no" furono soltanto due).
Nel corso dell'Ottocento, si installarono in città famiglie della borghesia imprenditoriale, di origine «foresta», che diedero il primo impulso alle industrie locali e al processo diinurbamento della popolazione contadina. Alla fine del secolo la povertà nelle campagne era dilagante: la pellagra era all'ordine del giorno e molti ne soffrivano fino ad ammalarsi di mente (la cosiddetta "follia pellagrosa" che causava allucinazioni e deliri); proprio per far fronte a queste difficoltà venne costruito a Treviso il nuovo ospedale psichiatrico provinciale, il Sant'Artemio[16]. A causa di questa difficile situazione economica molti proletari cercarono fortuna altrove, in particolare in Brasile[17][18].
Durante la prima guerra mondiale, Treviso, «città di retrovia», subì diversi bombardamenti aerei da parte degli austriaci. A causa della ritirata di Caporetto, la provincia risultò tagliata in due e migliaia di profughi trevigiani furono evacuati e sparsi in tutta la penisola. La ricostruzione e gli ambiziosi progetti urbanistici avviati in seguito, durante ilventennio, cambiarono in parte l'aspetto della città.
Nei primi anni dopo la marcia su Roma, il potere locale restò in mano a personale prefascista. I movimenti cattolici (leghe bianche e cooperative), in precedenza molto forti, furono sciolti. Nel 1938 Benito Mussolini visitò la città.
I primi anni della seconda guerra mondiale furono determinanti per lo sviluppo a Treviso, nodo ferroviario molto importante verso l'est, del settore terziario: proprio per questo, il 7 aprile 1944, la città fu pesantemente bombardata dall'aviazione statunitense (Bombardamento di Treviso). Il 29 aprile 1945 entrarono in Treviso le prime truppe alleate, accolte dai partigiani che, dopo l'8 settembre 1943, operarono in clandestinità anche nel trevigiano.
Dopo la caduta della Repubblica Sociale Italiana, la Chiesa tornava ad essere l'interlocutrice e la moderatrice della società trevigiana. Durante i primi anni di governo dellaDemocrazia Cristiana furono ricostruiti i più importanti edifici storici distrutti dal bombardamento, venne inoltre migliorata la viabilità e costruiti numerosi alloggi per i senzatetto[19].
Negli anni ottanta e novanta, nella provincia di Treviso, grazie alle sue fabbriche, spesso di piccole dimensioni, scoppiò il boom economico che la portò, in pochissimi anni, da zona economica depressa a una delle realtà economicamente più vivaci dell'Italia. In quegli anni un nuovo soggetto politico appare nella scena veneta, la Lega Nord: nel 1994, dopo anni di amministrazione democristiana, viene eletto sindaco Giancarlo Gentilini.
Negli anni duemila nuove problematiche si affacciano nella società trevigiana: l'immigrazione, la sicurezza sociale, il precariato, l'inquinamento atmosferico e del suolo, la speculazione edilizia. Nel 2013, dopo essere stata amministrata dalla Lega Nord per circa vent'anni, la città elegge per la prima volta una giunta di centro-sinistra, scegliendo come sindaco Giovanni Manildo (Partito Democratico).
Nell'articolo 6 dello Statuto Comunale così è descritto lo stemma comunale:
« Scudo di rosso alla croce d'argento accantonata in capo da due stelle del secondo, di otto raggi, circondato da due rami di quercia e d'alloro, annodati da un nastro dai colori nazionali. » |
Nell'araldica civica italiana, la croce è tipica delle città aderenti al partito guelfo; il metallo argento è di gusto francese perché furono i crociati Francesi ad adottare la croce argentata per distinguersi; le stelle sembrano senza significato se non quello di semplice ornamento di gusto araldico medievale[20].
Il vessillo è costituito da una bandiera bianca e azzurra con lo stemma comunale al centro.
Treviso ha pure un proprio sigillo di forma ovale nel quale è rappresentata una città turrita e riportate le scritte "Tarvisium" e "Monti, musoni, ponto, dominorque Naoni". Il verso leonino rimanda agli antichi domini della città, che avevano come confini le Prealpi Bellunesi, il fiume Muson, il mare della Laguna Veneta e il fiume Noncello.