Sedico comune |
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Vista invernale della chiesa parrocchiale di Santa Maria Annunziata |
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Localizzazione | |||
Stato | Italia | ||
Regione | Veneto | ||
Provincia | Belluno | ||
Amministrazione | |||
Sindaco | Stefano Deon (lista civica di centro-sinistra Progetto per Sedico) dal 26-5-2014 | ||
Territorio | |||
Coordinate | 46°07′00″N 12°06′00″E / 46.116667°N 12.1°E46.116667; 12.1 (Sedico)Coordinate: 46°07′00″N 12°06′00″E / 46.116667°N 12.1°E46.116667; 12.1 (Sedico) (Mappa) | ||
Altitudine | 317 m s.l.m. | ||
Superficie | 91,2 km² | ||
Abitanti | 10 018[1] (31-12-2014) | ||
Densità | 109,85 ab./km² | ||
Frazioni | Barp, Bolago, Boscon, Bribano, Carmegn, Casoni, Cugnach, Gresal, Landris, Libano, Longano, Maieran, Mas, Meli, Noal, Pasa, Peron, Poian, Prapavei, Roe Alte, Roe Basse, Roncada, Seghe di Villa, Sommaval, la Stanga, Triva, Vignole, Villa, Villiago | ||
Comuni confinanti | Belluno, Gosaldo, La Valle Agordina, Limana, Longarone, Mel, Rivamonte Agordino, Santa Giustina, Sospirolo, Trichiana | ||
Altre informazioni | |||
Cod. postale | 32036 | ||
Prefisso | 0437 | ||
Fuso orario | UTC+1 | ||
Codice ISTAT | 025053 | ||
Cod. catastale | I563 | ||
Targa | BL | ||
Cl. sismica | zona 2 (sismicità media) | ||
Cl. climatica | zona F, 3 085 GG[2] | ||
Nome abitanti | sedicensi | ||
Patrono | Maria SS. Annunciata | ||
Giorno festivo | 25 marzo | ||
Cartografia | |||
Posizione del comune di Sedico nella provincia di Belluno |
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Sito istituzionale |
Sedico (Sédego in veneto[3]) è un comune italiano di 10.018 abitanti[1] della provincia di Belluno in Veneto. I suoi abitanti sono chiamati sedicensi. La santa patrona é Santa Maria Annunziata.
Secondo l'ISTAT, è il terzo comune più popolato della provincia[4], e insieme Belluno e Feltre, il solo a superare i 10.000 abitanti. È al nono posto per quanto riguarda la superficie e all'undicesimo per la densità d'abitanti[5].
Il capoluogo è situato a 10 chilometri a sud-ovest di Belluno, nella parte centrale della Valbelluna, tra le Prealpi venete e il fiume Piave. Il territorio comunale è in gran parte compreso dal 1990 nel Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi.
L'area era abitata già in età preistorica, come dimostrano il ritrovamento di alcuni oggetti di epoca del tardo Neolitico e dell'Età del Bronzo. Sedico è oggi, nell'ambito provinciale, un moderno centro industriale e commerciale, ed è considerata una città economicamente strategica grazie alla sua prossimità al capoluogo di provincia.
Il comune di Sedico si estende tra il fiume Piave a Sud, il torrente Cordevole ad Ovest (torrente che al confine con il comune di Santa Giustina si immette nel Piave), i Monti del Sole ed il Gruppo dello Schiara a Nord, ed il torrente Gresal ad Est.
Il 65% della superficie (59,79 km²), che corrisponde alla parte settentrionale del comune, è compreso dal 1990 nel Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi. Nel comune di Sedico si trova la più alta cima del Parco, il Monte Schiara, che con i suoi 2.565 metri s.l.m. domina tutta la Val Belluna (altitudine massima del comune).
La conformazione del territorio comunale è per la maggior parte collinosa per la presenza di numerosi colli e declivi che interessano quasi tutte le zone, tanto a monte quanto a valle. La zona meridionale del territorio comunale, che giace sul fondovalle della Val Belluna alla confluenza del Cordevole con il fiume Piave (275 m s.l.m, altitudine minima del comune), è caratterizzata da un'area pianeggiante dove si sono sviluppati i maggiori centri urbani (Sedico e Bribano).
Il comune nelle zone abitate è caratterizzato da un clima prealpino, con inverni piuttosto rigidi ma non freddissimi (temperature che scendono molto raramente sotto i -15 °C), primavere ed autunni piovosi ed estati temperate (media estiva di 20). Di seguito i dati con valori dal 1º gennaio 1994 al 31 dicembre 2013 registrati dalla stazione dell'Arpav sita a Sospirolo (comune adiacente a quello di Sedico)[6].
Mese | Mesi | Stagioni | Anno | ||||||||||||||
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Gen | Feb | Mar | Apr | Mag | Giu | Lug | Ago | Set | Ott | Nov | Dic | Inv | Pri | Est | Aut | ||
T. max. media (°C) | 4,6 | 7,4 | 12,3 | 16,1 | 21,0 | 24,7 | 27,1 | 26,7 | 21,7 | 16,2 | 9,7 | 4,6 | 5,5 | 16,5 | 26,2 | 15,9 | 16,0 |
T. media (°C) | 0,5 | 2,1 | 6,4 | 10,1 | 14,6 | 18,1 | 19,9 | 19,5 | 15,2 | 10,9 | 5,6 | 0,9 | 1,2 | 10,4 | 19,2 | 10,6 | 10,3 |
T. min. media (°C) | -2,5 | -1,7 | 1,9 | 5,4 | 9,5 | 12,9 | 14,4 | 14,3 | 10,8 | 7,3 | 2,6 | -1,8 | -2,0 | 5,6 | 13,9 | 6,9 | 6,1 |
Precipitazioni (mm) | 71,2 | 53,0 | 95,8 | 137,9 | 173,5 | 153,0 | 136,6 | 144,3 | 163,4 | 164,7 | 211,9 | 109,1 | 233,3 | 407,2 | 433,9 | 540,0 | 1 614,4 |
Giorni di pioggia | 6 | 5 | 7 | 12 | 13 | 12 | 11 | 11 | 9 | 8 | 9 | 7 | 18 | 32 | 34 | 26 | 110 |
Le origini del nome |
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Il toponimo si lega al nome proprio latino Sedius, cui è stato aggiunto il suffisso -icus che indica appartenenza[3]. |
Il centinaio circa di manufatti litici in selce rinvenuti tra il 2002 e nel 2003 a Triva e dintorni, fa pensare che in quella zona tra il tardo Neolitico e l’Eneolitico (da 5.500 a 4.000 anni fa) sia esistito un insediamento, il più antico finora conosciuto del comune. Probabilmente si trattava di un villaggio di modeste dimensioni, abitato essenzialmente da un esiguo nucleo di agricoltori.
Sempre nel 2003, il gruppo archeologico dell'agordino A.R.C.A. ha effettuato una prima campagna di scavo nel riparo sotto la roccia (probabilmente di antichi pastori), che era stata scoperta qualche anno prima in Val del Mus, una laterale della Val Pegolèra in comune di Sedico. Dai reperti ritrovati (essenzialmente cocci di vasi e una punta di freccia in selce) si fa risalire la frequentazione del sito all’Età del Bronzo.
Basandosi sui rinvenimenti effettuati nella zona di Noal (vedi monumenti),gli archeologi tendono a dimostrare l'esistenza di un insediamento risalente all'incirca a tremila anni fa (1.200 a.C. circa). Si tratta di un castelliere, ossia di villaggio fortificato in altura, forse unico nel Veneto ancora integro. È situato sulla sommità del colle "dei Mirabei", in luogo dominante la pianura e facilmente difendibile: lo testimoniano le complesse strutture murarie sovrapposte a secco, ancora ben visibili.
In epoca romana il territorio del comune, abitato certamente in alcune sue parti, era oltretutto attraversato da importanti vie di comunicazione, come la strada Feltre-Belluno che passava sull'asse sull'asse Bribano-Triva-S. Fermo (l’archeologo Alessio De Bon considerò, nel 1938, che fosse parte della Via Claudia Augusta). Altre strade minori romane attraversavano le frazioni del comune di Sedico: in una di esse, nei pressi di Mas, sono stati rinvenuti qualche anno fa i resti di una torre di guardia con reperti romani (borchie militari di bronzo a margherita risalenti al I-III sec. d.C.). Infine, riguardo i toponimi, ne sono di sicura origine romana parecchi,: quelli in "ico" ed "igo" (come Sedico) sono i più antichi e riprendono l’uso celtico della terminazione dei nomi propri, per indicare i possessori dei terreni; quelli in "ano" (come Bribàno, Longàno, Libàno) si riferiscono alla colonizzazione romana.
Il periodo medievale vide Sedico con i suoi castelli al centro di contese in particolare con i Trevigiani. Vi è un episodio significativo e riportato dalle cronache del tempo: nell'aprile 1196, i Feltrini e i Bellunesi (guidati dal vescovo), giunsero al castello di Mirabello (auttale Mirabei di Noal) e, dopo averlo occupato, si occuparono di quello di Landredo (attuale Landris) dove caddero molti soldati trevigiani e ben quaranta vennero fatti prigionieri. Ogni paese inoltre in generale aveva il suo signorotto, che viveva in una specie di casa-fortezza provvista di torre; di queste, restano poche testimonianze (a Barp, Cugnàch, Villiago e nel centro di Sedico), difficilmente riconoscibili per aver subito delle radicali trasformazioni dopo l’ordine di Venezia del 1421 di abbattere ogni torre nella provincia. Le famiglie nobiliari prendevano il nome dal luogo dove risiedevano; così vi erano i da Libàno, i da Pasa, i Barpi, ecc.
Lungo la via che portava dalla pianura padana alla Germania (lungo l'asse Treviso-passo San Boldo-Sedico-Agordo- passo Valparola-Bressanone-Innsbruck), nel tratto compreso tra Roe Alte e La Muda sorsero nel XI e XII secolo ben cinque ospizi, di cui uno in comune di Sospirolo (a San Gottardo) e quattro in quello di Sedico (a Candàten, Agre, San Vigilio di Roe, Perón).
A partire dal Basso Medioevo anche gli abitanti del comune di Sedico si organizzarono in Regole, che garantivano un governo della cosa pubblica e della vita comunitaria del territorio delle frazioni. Compito della Regola era quello di provvedere alla viabilità, alla sistemazione degli argini dei torrenti, all’assegnazione di legname, dei pascoli, dei territori da sfalciare e, inoltre, provvedere ai principali bisogni della Chiesa. Il territorio del comune, fino all’arrivo di Napoleone, risulterà diviso nettamente in due, con la Parte Alta appartenente al Pedemonte e quella Bassa alla Pieve di Sedico.
Durante l'epoca moderna, la dominazione della Repubblica di Venezia attraversò quasi quattro secoli di storia, dal 1404 fino alla sia caduta del 1797. È in quest'epoca che si svilupparono numerose segherie (nella zona dei Meli) che lavoravano i tronchi che discendevano dall'Agordino mediante fluitazione lungo il Cordevole. Nella Parte Alta del comune era importante l'industria delle mole, estratte nella zona tra Libano e Tisoi (comune di Belluno) e che venivano esportate in tutta Europa.
Con l’arrivo di Napoleone, Sedico entrò a far parte del Regno Italico, poi nel 1812 passò all’Austria ed infine nel 1866 venne annessa al Regno d'Italia.
La storia più recente del comune parla, a partire della seconda metà del XIX secolo e della famigerata tassa sul macinato, come per tutto il Bellunese ed il Veneto, di ondate di emigrazione verso le Americhe (Stati Uniti, Argentina e Brasile) negli anni '80 e '90 dell'Ottocento e ancora agli inizi del Novecento. In vent’anni, tra il 1876 e il 1896, partirono 809 persone di tutte le età quando il comune contava poco più di 4.000 abitanti[7]. Particolare è l'esistenza in Brasile di città e paesi fondati da Bellunesi, che durante la dittatura brasiliana di Getúlio Vargas cambiarono di nome (per esempio Nova Belluno in Siderópolis). Vi sono quindi numerosi discendenti bellunesi provenienti anche dal Comune di Sedico: per esempio il cognome Pavei, tipicamente sedicense, è molto diffuso nello stato di Santa Catarina (Gianni De Vecchi, storico locale, numera in più 2000 i discendenti diretti)[8]. La memoria di queste emigrazioni si sta recuperando grazie a gemellaggi tra comuni bellunesi e brasiliani iniziati a partire dagli anni Ottanta-Novanta. Per il momento Sedico non ha ancora stretto patti d'amicizia con alcuna città brasiliana.
Nella Prima Guerra Mondiale il territorio del Comune è "retrovia". Basti citare le baracche che fra Landris e Seghe di Villa erano adibite alla lavorazione di corde per i militari, o il parco macchine dell'esercito in Villa Miari. A Villa Patt si insedia il Comando della 4ª Armata e a Bribano, nelle scuole Elementari, c'è l'ospedale. Dopo la disfatta di Caporetto, Sedico venne a trovarsi in zona austriaca fino alla fine del conflitto.
Dopo il Biennio rosso, anche a Sedico il fascismo prese il sopravvento. Tra lunedì 6 e martedì 7 novembre 1922 il municipio fu occupato da squadristi che costrinsero l’amministrazione socialista guidata dal sindaco Luigi Cavallini, liberamente eletta nelle elezioni 1920, a dimettersi. Durante l'epoca fascista, nonostante la dittatura e la crisi economica post '29, sorgono in paese alcune istituzioni come la casa di riposo, la scuola di Libano, gli asili Bribano e Sedico e la ferrovia Bribano - Agordo.
Durante la Seconda Guerra Mondiale dopo l'8 settembre 1943 la provincia di Belluno, insieme all'Alto Adige ed il Trentino, fu occupata da parte dei nazisti nella Operationszone Alpenvorland - Zona di operazioni delle Prealpi, appendice del Terzo Reich, sotto il comando del Gauleiter Franz Hofer. Numerose furono le bande di partigiani che si scontrarono con l'esercito tedesco e con il "Corpo di Sicurezza Bellunese" (CSB) e che in comune di Sedico spesso trovarono rifugio nelle montagne come la Pala Alta. Da ricordare inoltre che Bribano fu in larga parte bombardata dagli aerei alleati che cercavano di distruggere il ponte sul Cordevole per tagliare la ritirata all'esercito tedesco.
A partire dagli anni ‘60, mentre il capoluogo e gli altri paesi del comune cambiavano volto, ebbe inizio l’industrializzazione con l’insediamento della "Filatura Bellunese" a Landrìs (1961), e della Pirelli a Sedico (1964), stabilimenti entrambi scomparsi. Due catastrofi segnarono quegli anni: il disastro del Vajont (9 ottobre 1963), con i suoi morti recuperati lungo il Piave e sistemati nelle chiese del comune, e l’alluvione del 4 novembre 1966, che sconvolse anche il territorio comunale.
Sedico, da comune sottosviluppato e dedito in prevalenza all’agricoltura, ha conosciuto quindi un continuo incremento demografico, dovuto alla sua posizione privilegiata adiacente al Comune di Belluno, all'industrializzazione (Luxottica e piccole e medie industrie), ed di numerosi servizi che attirano l'emigrazione interna dai comuni di montagna della provincia.
Due lame di sega in campo azzurro. Esse sono simbolo delle numerose segherie che in epoca veneziana e nell'Ottocento si trovano essenzialmente in zona i Meli, che lavoravano i tronchi che discendevano lungo il Cordevole dall'Agordino mediante fluitazione.
Il Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi comprende nella parte nord del territorio comunale i Monti del Sole (circa metà in Comune di Sedico) e il Gruppo dello Schiara con la caratteristica Gusèla. Le vette più importanti e caratteristiche del comune sono:
All'interno del Parco, la zona di Candaten, al lato del Cordevole, è inoltre attrezzata con area picnic e un'area sosta camper.