Pergine Valsugana comune |
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Localizzazione | |||
Stato | Italia | ||
Regione | Trentino-Alto Adige | ||
Provincia | Trento | ||
Amministrazione | |||
Sindaco | Roberto Oss Emer (lista civica) dal 10/05/2015 (2º mandato) | ||
Territorio | |||
Coordinate | 46°04′00″N 11°14′00″ECoordinate: 46°04′00″N 11°14′00″E (Mappa) | ||
Altitudine | 482 m s.l.m. | ||
Superficie | 54,33 km² | ||
Abitanti | 21 155[1] (31-5-2015) | ||
Densità | 389,38 ab./km² | ||
Frazioni | Vedi elenco | ||
Comuni confinanti | Baselga di Piné, Bosentino,Calceranica al Lago,Caldonazzo, Civezzano,Fornace, Frassilongo, Levico Terme, Novaledo,Sant'Orsola Terme, Tenna,Trento, Vignola-Falesina,Vigolo Vattaro | ||
Altre informazioni | |||
Cod. postale | 38057 | ||
Prefisso | 0461 | ||
Fuso orario | UTC+1 | ||
CodiceISTAT | 022139 | ||
Cod. catastale | G452 | ||
Targa | TN | ||
Cl. sismica | zona 4 (sismicità molto bassa) | ||
Cl. climatica | zona F, 3 147 GG[2] | ||
Nome abitanti | perginesi / perzenaitri | ||
Patrono | Natività di santa Maria Vergine | ||
Giorno festivo | 8 settembre | ||
Cartografia | |||
Sito istituzionale |
Pergine Valsugana (/ˈpɛrʤine valsuˈgana/; Pèrzen o Pèrzem[3] in dialetto trentino) è un comune italiano di 21.155[4] abitanti dellaprovincia di Trento, il terzo per popolazione dopo il capoluogo e Rovereto.
Sede della Comunità di valle Alta Valsugana e Bersntol, allo sbocco della Valle del Fersina e all'inizio della Valsugana, la cittadina è dominata dallo storico Castel Pergine e presenta, fra architetture rustiche, artistiche vestigia del tempo antico, notevoli palazzi rinascimentali (Via Maier) e bellissimi dintorni. La piana di Pergine, ampia e assolata, è circondata da monti e vallate boscose.
La città è situata nel medio Trentino, ad oriente rispetto all'asta dell'Adige, a 490 m s.l.m. e a 12 km a est di Trento. Il comune di Pergine Valsugana, che si estende su una superficie di 5439 ettari circa, occupa la vasta conca ai piedi del colle Tegazzo e il fondovalle del torrente Fersina. A occidente è dominata dal Monte Marzola (1738 m s.l.m.) e dal Monte Celva (1000 m s.l.m.) con il Cimirlo verso Trento, a sud-ovest dalla Vigolana (Becco di Filadonna, 2150 m s.l.m.), a sud-est dalla Panarotta (2002 m s.l.m.), a est dal Monte Orno o Montagna Grande (1538 m s.l.m.) (una volta chiamata così per la sua altezza in termini prospettici), a nord-est dal Gronlait (2383 m s.l.m.) e dal Fravort (2347 m s.l.m.) Infine a nord-ovest si possono scorgere in lontanza le cime della catena del Brenta (cima Tosa 3173 m s.l.m.) e la Paganella (2125 m s.l.m.), sempre in lontananza, ma a sud, si può scorgere il Pizzo di Levico, sulla sommità del quale svetta Forte Vezzena.
Il torrente Fersina nasce dal lago di Erdemolo, posto sopra Palù del Fersina a 2036 m nella catena del Lagorai e si snoda fino a Trento, per poi sfociare nel fiume Adige.
Il lago di Caldonazzo (profondità massima 49 m) si trova a sud della cittadina; appartiene al perginese dalla frazione di San Cristoforo al Lago (suo inizio) fino all'altezza della frazione di Valcanover. Il resto del lago appartiene ad altri comuni; dal lago, di Caldonazzo nasce il fiume Brenta.
Altri laghi situati nel perginese sono il lago di Costa, il lago Pudro, il lago di Canzolino e il lago di Madrano. Ci sono poi piccoli corsi d'acqua, affluenti del Fersina.
Secondo i dati medi del trentennio 1961-1990, la temperatura media del mese più freddo, gennaio, si attesta a 1,4 °C, mentre quella del mese più caldo, luglio, è di +22,6 °C.
Le precipitazioni medie annue superano i 900 mm, distribuite mediamente in una novantina di giorni, con un picco nella tarda primavera e in estate e un minimo relativoinvernale[5].
Classificazione climatica: zona F, 3147 GG
Le origini del nome |
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Esistono numerose ipotesi sull'origine del toponimo: nel Settecento si avanzò l'ipotesi che derivi dal nome del torrente Fersina, infatti deriverebbe da ferrugo o ferri sinus perché attraversa una zona ricca di miniere di ferro; sempre dal nome del torrente ci sarebbe stato il passaggio a Persina e poi a Pergine, ma tale ipotesi si ritiene ormai superata. Altre ipotesi spiegano che Pergine è una forma locativa di Pergo, luogo elevato: perg forse parallelo di Berg (monte). Un'altra ritiene che il nome della città derivi dalla derivazione di Pyrgus, da cui l'italiano pergamo e pergus, poggio. Recentemente si preferisce la derivazione da colle-altura, collegata all'esistenza di un fortilizio. Alcuni, però, si rifanno agli studi sul toponimo Pergine Valdarno, in provincia di Arezzo: nel secolo scorso si faceva risalire il nome ad una lingua primitiva, probabilmente quella dei Liguri, i quali avrebbero influenzato il mondo degli Etruschi. Verso la metà del nostro secolo si ipotizzò che Pergine derivi dal termine Perga-Parga, che significa fienile, capanna. Alcuni studiosi invece ritengono che i toponimi con suffisso -ine sono di origine orientale o etrusca e indicano una fonte d'acqua: Pergine deriverebbe secondo questa ipotesi da Perku-ine = sorgente sul colle. Quest'ultima è l'ipotesi più accreditata, non si esclude una derivazione latina dovuta alla dominazione Romana. La questione sull'origine del nome, comunque, resta ancora aperta. |
Il territorio di Pergine era abitato già in epoca preistorica dai Reti; insediamenti abitativi sono stati trovati nelle colline del perginese, in particolare ai Montesei di Serso. Non sono però esclusi insediamenti di fondo valle. Non è escluso inoltre che il probabile castelliere romano, che doveva sorgere sul colle del Tegazzo, fosse ancora più antico, di epoca Retica.
Con la guerra retica (I secolo a.C.) il territorio del perginese entrò a far parte dei territori di Roma. In particolare Pergine, con tutta la valsugana, faceva parte del Municipio romano di Feltre. Venne costruita perciò la via militareClaudia Augusta Altinate, che partiva da Altinum (ovvero Altino, nei pressi dell'odierna Venezia), attraversava la Valsugana, e passando per la piana di Pergine (ancora spoglia di edifici), arrivava fino a Tridentum (attuale Trento). Non sono esclusi però possibili insediamenti e infrastrutture sorti attorno alla via militare nella piana del perginese (se non un vero e proprio borgo), infatti stazioni di cambio dei cavalli e locande per il ristoro e il pernottamento sorgevano a intervalli regolari lungo le strade; non di rado attorno a queste strutture si sviluppano delle vere e proprie città. Si presume, inoltre, l'esistenza di un castelliere romano (o addirittura preromano poi utilizzato e forse modificato dagli stessi Romani) sulla collina dove ora sorge il castello di Pergine, questo era un luogo altamente strategico che permetteva di controllare i movimenti nell'Alta Valsugana. La stradina che collega le frazioni di Vigalzano e Costa è probabilmente quanto resta dell'antica via militare.
Dopo la caduta dell'Impero romano d'Occidente Pergine divenne parte del ducato longobardo di Trento, fino alla dominazione dei Franchi.
Si può parlare con sicurezza di Pergine come centro urbano, però, solo nel Medioevo, quando nel 26 febbraio 845appare per la prima volta in un documento il nome del paese; e quando nel 13 luglio 1183 venne creata la comunità di Pergine e la chiesa pievana.
Nel 1027 nasceva il Principato vescovile di Trento di cui facevano parte anche i territori del perginese. Ecclesiasticamente però era compreso nel vescovado di Feltre.
Nel 1347-49 Pergine faceva ancora parte del principato Vescovile di Trento, ma i principi-vescovi non poterono prendere possesso di questa sede perché i Tirolesi, vantando dei diritti, volevano appropriarsene. Si chiese quindi aiuto ai Signori di Padova che presidiarono il castello di Pergine. I conti del Tirolo però non tardarono a rispondere e assediarono il castello di Pergine. Tutto finì il 9 ottobre 1356 con la firma della Pace che sanciva il passaggio di questo territorio ai Tirolesi.
In quest'epoca il territorio del perginese era diviso amministrativamente in sette gastaldie: Pergine con Zivignago, Valar, Valderban e Masetti; Madrano con Vigalzano e Nogaré; Viarago con Serso, Canezza, Portolo, Mala e Sant'Orsola; Frassilongo con Roveda; Vignola con Falesina, Ischia e Tenna; Castagné; Susà con Costasavina, Roncogno e Canale.
Nel 1525 Pergine fu protagonista di un'insurrezione contadina conosciuta con il nome di guerra rustica. Nel XVI secolo Pergine era centro di una fiorente attività mineraria e sede dell'Ufficio Minerale, creato da Massimiliano d'Asburgo.
Nel 1531 Pergine, insieme ad altri territori limitrofi, tornò a far par parte del Principato Vescovile di Trento. Questo accadde grazie ad un accordo tra il vescovo Bernardo Clesio e i conti del Tirolo. Questo accordo sanciva che i Tirolesi cedevano al Principato i diritti su questi territori, compreso Pergine. In cambio, però, ricevevano dal principe-vescovo i diritti sui territori di Bolzano.
Nel 1786 la giurisdizione ecclesiastica di Pergine passò dalla diocesi di Feltre alla diocesi di Trento.
Nel 1807 vennero abolite le vecchie suddivisioni amministrative autonome e sostituite con i Comuni. Nel 1815, dopo il periodo napoleonico, quello bavarese e quello del francese Regno d'Italia, Pergine, insieme all'ex Principato vescovile, passò nelle mani dell'Austria e venne aggregato alla provincia Tirolese. Sempre nel corso dell'Ottocento si affermò l'industria serica che perse importanza prima della fine del secolo.
Nel territorio tirolese furono ipotizzati due manicomi: un primo si realizzò nel 1830 a Hall in Tirol presso Innsbruck da 75 posti letto, mentre un secondo doveva essere realizzato tra Trento e Rovereto per il Tirolo italiano.[6] Dapprima nel 1850 il medico Francesco Saverio Proch, e successivamente nel 1864, monsignor Andrea Strosio di Rovereto sostennero la costruzione di una struttura trentina. Solamente il 12 ottobre 1874 questi appelli furono recepiti, e si iniziò a cercare il luogo migliore, e lo si trovò presso il maso San Pietro di Pergine nel 17 aprile 1877.[7] La sua costruzione fu affidata all'impresa edile di Cesare Scotoni di Trento, mentre gli ingegneri Karl Lindner e Alfredo Riccabona furono nominati rispettivamente direttore e ispettore dei lavori. La prima pietra fu posta il 20 marzo 1879 e utilizzando circa 330 operai il 19 settembre 1882 fu inaugurato. L'edificio aveva una pianta ad "E", e a fine secolo poteva ospitare 240 malati.
Durante la prima guerra mondiale (1914-1918) il manicomio divenne un ospedale militare, spostando i malati mentali in strutture più interne all'Impero. Finita la guerra, Pergine entrò a far parte del Regno d'Italia, creato dai Savoia; fino ad allora era sotto il dominio (insieme a tutta la regione) dell'Impero austro-ungarico.
Nel 1928 13 comuni furono annessi a quello di Pergine creando un nuovo comune: Pergine Valsugana.
Durante la seconda guerra mondiale (1939-1945) Pergine Valsugana fu occupata dai tedeschi. La legge n. 124124, del 21 agosto 1939, in materia di opzioni e dai successivi accordi italo-tedeschi sul cambio di cittadinanza, fece sì che il 26 maggio 1940 un convoglio formato da 299 malati di origine e lingua tedesca residenti o domiciliati a Pergine partirono in direzione dell'Ospedale psichiatrico di Zwiefalten in Germania, e da li smistati fra gli ospedali di Schussenried e Weissenau, dove anche grazie al programma di purificazione della razza denominato Aktion T4, molti trovarono la propria morte.[8][9] La cittadina fu liberata dalle truppe alleate al termine del conflitto.
Nel 1955 si staccarono dal comune le cittadine di Falesina e Vignola creando la conformazione attuale del comune.
Sempre nella storia recente di Pergine assunse massima importanza la presenza dell'Ospedale Psichiatrico, costruito durante il periodo austroungarico per i pazienti di lingua italiana del Tirolo e poi divenuto l'ospedale psichiatrico della regione Trentino-Alto Adige. La sua importanza da un punto di vista economico e sociale si accrebbe, fino ad raggiungere negli anni settanta 2.500 pazienti e 1.200 dipendenti. La sua importanza e le sue dimensioni andarono esaurendosi dopo la legge Basaglia (1978). La memoria dell'Ospedale Psichiatrico viene tenuta viva dal festival Sentieri Paralleli, organizzato dall'associazione EXOP (Ex Ospedale Psichiatrico).
La parte superiore dello stemma del comune di Pergine rappresenta una P gotica, dorata su sfondo rosso, che indica la iniziale del nome del paese. La parte sottostante, invece, rappresenta il torrente Fersina (striscia blu) circondato dalle sue sponde (strisce verdi).
Il gonfalone del comune di Pergine è un drappo di tessuto di colore bianco e rosso a strisce verticali al cui centro troneggia lo stemma del comune di Pergine. Sotto lo stemma è presente l'iscrizione a lettere maiuscole dorate: «Comune di Pergine Valsugana»
Le chiese sopra citate sono quelle presenti nel borgo cittadino; di notevole interesse sono anche le chiese situate nelle numerose frazioni di Pergine. Alcune di esse si notano anche dalla piana di Pergine, per la loro descrizione, si rimanda alle pagine delle relative frazioni.
Da ricordare anche l'ormai abbattuta fontana del Mercurio, quest'ultima era stata eretta all'ingresso del quartiere di Borgo nuovo.
Altre fontane di minor interesse artistico sono presenti nel perginese:
È lecito supporre l'esistenza di un ponte di epoca romana, visto che la via militare che partiva da Altino e arrivava a Trento lungo la valsugana incontrava in questa zona il torrente Fersina. Questo ponte probabilmente si trovava all'altezza della chiusa di Canezza, al Croz del Ciùs. Di questo ponte però non è stata trovata traccia, né si sa se era di muratura, di legno o costruito con barche.
Durante il Medioevo i ponti sul Fersina erano una questione problematica, infatti erano dei piccoli ponti adatti al passaggio di persone a piedi o con piccoli carri, nei casi di alluvione questi piccoli ponti venivano spazzati via, l'attraversamento era possibile solo per i pedoni che scendevano sul letto del torrente tramite una rampa e giungevano all'altra riva tramite una passerella di fortuna. È probabile che solo il ponte che consentiva il collegamento a Trento era mantenuto nella maggior efficienza possibile; questo ponte si trovava dove ora si trova Ponte Regio.
Solo dal XX secolo furono costruiti ponti più efficienti, probabilmente edificati dove sorgevano quelli medioevali:
Inoltre si trovano dei ponti nelle frazioni di Pergine, i più importanti:
Altri ponti permettono il passaggio sui numerosi rivi che si trovano nelle frazioni, ma per la loro descrizione si rimanda alle pagine delle relative frazioni.
Nel centro storico di Pergine e nelle immediate vicinanze sono presenti inoltre numerosi edifici rinascimentali, settecenteschi e ottocenteschi adibiti ad uso abitativo.
Questi ultimi quattro, anche se non propriamente di Pergine, sono stati menzionati per la loro posizione di confine[10].
Capitelli votivi sono inoltre sparsi per le frazioni e le località di Pergine.
Croci di marmo come quella del Tegazzo, ma più piccole, si trovano: