Merano

Merano
comune
Merano/Meran
Merano – Stemma Merano – Bandiera
   
Merano – Veduta
Localizzazione
Stato Italia Italia
Regione Coat of arms of Trentino-South Tyrol.svg Trentino-Alto Adige
Provincia Stemma Südtirol.svg Bolzano
Amministrazione
Sindaco Paul Rösch (Verdi - Die Liste/La lista Paul Rösch) dal 24-5-2015 (1º mandato)
Territorio
Coordinate 46°40′00″N 11°10′00″E / 46.666667°N 11.166667°E46.666667; 11.166667 (Merano)Coordinate: 46°40′00″N 11°10′00″E / 46.666667°N 11.166667°E46.666667; 11.166667 (Merano) (Mappa)
Altitudine 325 m s.l.m.
Superficie 26,34 km²
Abitanti 39 296[2] (30-6-2015)
Densità 1 491,88 ab./km²
Frazioni Maia Alta (Obermais), Maia Bassa (Untermais), Quarazze (Gratsch), Sinigo (Sinich)
Comuni confinanti Avelengo, Cermes, Lagundo, Lana, Marlengo, Postal, Scena, Tirolo, Verano
Altre informazioni
Cod. postale 39012
Prefisso 0473
Fuso orario UTC+1
Codice ISTAT 021051
Cod. catastale F132
Targa BZ
Cl. sismica zona 4 (sismicità molto bassa)
Cl. climatica zona E, 2 863 GG[3]
Nome abitanti meranesi/Meraner[1]
Patrono san Nicolò
Giorno festivo 6 dicembre
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Merano
Merano
Il territorio comunale
Il territorio comunale
Sito istituzionale

Merano /meˈrano/ (Meran [meˈraːn] in tedesco, Maran [maˈraŋ] in ladino) è un comune italiano di 39 296 abitanti, capoluogo della comunità comprensoriale del Burgraviato, nella provincia autonoma di Bolzano, in Trentino-Alto Adige. Dopo il capoluogo Bolzano risulta il centro più popolato della provincia.

 

 

Geografia fisica[modifica | modifica wikitesto]

Vista dalle montagne sulla città
Vista verso la Val Venosta

Territorio[modifica | modifica wikitesto]

Capoluogo della Comunità comprensoriale del Burgraviato, è circondata dalle montagne (1500–3335 m) e si trova nel fondovalle all'inizio di quattro importanti valli: la Val Venosta, la Val Passiria, la Val d'Adige e la Val d'Ultimo.

Attraversata dal torrente Passirio che confluisce nell'Adige, si trova alle pendici del Gruppo Tessa (fino a 3.480 m s.l.m., confine con l'Austria) e dell'Altopiano del Salto (fino a 2.800). A sud Merano dista 30 km dal capoluogo di provincia, Bolzano, al quale è collegata da una superstrada a 4 corsie, conosciuta come "MEBO", e da una linea ferroviaria. A ovest comincia la Val Venosta, con la ferrovia della Val Venosta, a sud-ovest la Val d'Ultimo e a nord-est la Val Passiria.

Alla periferia di Merano sorgono il paese e il castello di Tirolo (Dorf Tirol, Schloss Tirol) da cui prende nome la regione storica del Tirolo.

Clima[modifica | modifica wikitesto]

Considerato luogo di cura sin dal XIX secolo, Merano era orientata verso un turismo per la terza età grazie al clima mite e alla quiete che la caratterizzano. Negli ultimi due decenni questa tendenza è cambiata soprattutto grazie a un'offerta più variegata e all'arrivo del turismo nazionale che ha raggiunto e superato quello dei paesi tedescofoni facendo notevolmente scendere l'età media dei suoi visitatori.

Exquisite-kfind.png Lo stesso argomento in dettaglio: Stazione meteorologica di Merano Quarazze.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Chiesa parrocchiale, facciata ovest
Merano interno della chiesa parrocchiale
Vista verso sud
Carta dei dintorni di Merano nel 1888
I Mercatini di Natale a Merano, sul Lungo Passirio

In epoca romana la zona dell'attuale Merano è detta Maia e si trova sul confine tra la provincia della Rezia e la Regio X Venetia et Histria, ai margini settentrionali del municipium di Trento. In epoca tardo-antica vi si sviluppa il castrum Maiense, un insediamento fortificato localizzato a partire dalla rocca dell'attuale castel San Zeno (Zenoberg). Nella cappella del castrum furono sepolti san Valentino di Rezia (alla fine del V secolo) e san Corbiniano di Frisinga (attorno al 730).

Merano si sviluppa notevolmente sotto la famiglia d'arme divenuta allora proprietaria del castello di Tirolo, poco fuori città ed autonominatasi conti del Tirolo nel corso del Duecento, in particolare con Alberto III di Tirolo e con Mainardo II di Tirolo-Gorizia, quando l'antico nucleo urbanistico assume la sua caratteristica fisionomia. Di quel periodo rimane l'imponente torre Ortenstein (detta volgarmente "Pulverturm" o "polveriera" perché adibita dal XVI secolo a deposito di esplosivi), sede un tempo del burgravio principesco.[4]

Merano diviene città nel corso del XIII secolo. Nel secolo successivo, grazie anche ai privilegi concessi da Leopoldo III, divenuto per eredità anche Conte del Tirolo, si sviluppa molto il settore commerciale. Con il trasferimento della sede dei nuovi conti Asburgo ad Innsbruck nel 1420 la città perde la sua primaria importanza come centro economico, pur rimanendo formalmente capitale della contea del Tirolo fino al 1848. Solo con le guerre di liberazione del Tirolo del 1809, guidate da Andreas Hofer della Passiria, Merano ritorna al centro dell'attenzione: sul monte Benedetto (Segenbühel), sopra Merano, i tirolesi combattono vittoriosamente una battaglia contro i Francesi e i Bavaresi nell'ambito della guerriglia da loro condotta contro le truppe franco-bavaresi, che alla fine di una lunga battaglia combattuta al Bergisel di Innsbruck, Andreas Hofer, non ottenuto il promesso appoggio dell'imperatore asburgico, perde per nettissima inferiorità di forze la battaglia finale e verrà pochi giorni dopo giustiziato a Mantova, mentre la figlia dell'imperatore d'Austria va in sposa a Napoleone quale pegno di pace.

Nella seconda metà dell'Ottocento Merano diviene un importante luogo di cura e villeggiatura dell'Impero austro-ungarico, grazie anche al collegamento ferroviario inaugurato nel 1881 e completato con la stazione ferroviaria su disegno di von Chabert del 1905.[5] Conseguentemente la città si espande al di fuori del perimetro delle mura su modelli urbanistici di derivazione viennese e salisburghese e con l'apporto dell'urbanista germanico Theodor Fischer.[6][7] Dopo la Prima guerra mondiale Merano, come tutta la parte meridionale del Tirolo, viene annessa all'Italia. Tra le due guerre vi viene realizzato l'ippodromo di Maia.

Merano ha un'antica tradizione turistica. Molti sono infatti gli ospiti della politica e della cultura che hanno passato le loro vacanze nella città, per esempio l'imperatrice Sissi e gli scrittori Franz Kafka e Gottfried Benn.[8] Questo soprattutto perché scienziati e medici hanno sempre consigliato la città per il suo clima mite e quasi mediterraneo e per la qualità dell'aria. Nel 1912 nasce il Kursaal (o Kurhaus), opera dell'architetto Friedrich Ohmann che era legato alla Sezession viennese.[9]

Lo stabilimento della Montecatini prima del bombardamento degli Alleati nel 1945

Durante l'occupazione tedesca del nord Italia, un impianto elettrochimico alimentato dalle centrali idroelettriche alpine fu convertito per la produzione di acqua pesante, poiché nel febbraio 1943 l'impianto della Norsk Hydro di Vemork in Norvegia era stato sabotato da un'unità di commando (Operazione Gunnerside) e il 16 novembre, 155 Flying Fortress lo eliminarono definitivamente.
Secondo un documento del 22 novembre 1943 classificato come "segreto" proveniente dalla Leuna, una fabbrica che produceva benzina sintetica, si legge che l'allora responsabile dei reparti dell'elettrolisi, l'ing. C. Orsoni (o più probabilmente ing. Bartolomeo Orsoni, classe 1905 di Milano), veniva convocato in Germania d'urgenza per poter discutere della produzione di acqua pesante. Il dott. Fritz der Meer gli disse che il suo compito era di "esaminare se l’elettrolisi di azoto [...] fosse tecnicamente idonea per ricavarne circa 0,8 -1 jato di acqua pesante in soluzione dell'1%". Lo stesso rapporto racconta di un incontro con alcuni scienziati tedeschi presso l'impianto di produzione dove fu presente lo stesso ing. Orsoni. Insospettito, inviò al comando generale del Corpo Volontari della Libertà (CVL) una missiva per allertare gli Alleati, che subito compresero a cosa potesse riferirsi tale produzione d’acqua pesante. Egli fece di tutto per rallentare la fabbricazione dell'acqua pesante. Fu così che il 4 aprile 1945 la Montecatini di Sinigo fu bombardata dai B-25 Mitchell della 12ª flotta alleata; 18.328 tonnellate di bombe furono sganciate sulla fabbrica. Non è ancora chiaro quale influenza ebbero questi fatti nel programma nucleare tedesco.[10][11]

Anche dopo il 1945 Merano è una delle mete più frequentate dai turisti in Alto Adige.

A Merano si trova il Museo Provinciale del Turismo "Touriseum", ospitato nel Castel Trauttmansdorff, al quale è annesso il giardino botanico, uno dei più belli in Italia. A dicembre 2005 sono state riaperte le Terme di Merano con annesso un hotel a quattro stelle.

Toponimo[modifica | modifica wikitesto]

Il toponimo è attestato come Mairania nell'857 e deriverebbe da "terra mairana", ovvero terra appartenente a una fattoria padronale bavarese altomedievale (maioria - Meierhof). Il nome è poi attestato nel 1242 come Meran e nel 1317 come stat ze Meran ("città di Merano"). Dal XV secolo prevale la forma auf der Meran.[12] Altre interpretazioni fanno derivare il nome di Merano da "Mario" (Marianum, proprietà di Mario), - interpretazione poco accreditata perché i più antichi reperti archeologici risalgono al medioevo -, o da "mara" (zona di detriti, morena).[13]

Stemma[modifica | modifica wikitesto]

Lo stemma mostra l’aquila tirolese, seduta su un muro con quattro pezzi di merlatura ghibellina e tre arcate che simboleggiano la città. L’insegna è conosciuta dal XIV secolo; il sigillo più vecchio risale al 1353 e quello a colori al 1390. In una immagine del 1759 l’aquila viene raffigurata con una corona ed una ghirlanda verde d’onore, il cosiddetto Ehrenkränzel. Nel 1928 fu concesso uno stemma simile, ma con cinque parti di merlatura e le arcate con i cancelli aperti sopra un prato di trifoglio. Dopo il secondo conflitto mondiale fu ripristinato lo stemma precedente.[14]

Monumenti e luoghi d'interesse[modifica | modifica wikitesto]

Architetture religiose[modifica | modifica wikitesto]

Tra le chiese storiche di Merano la parrocchiale di San Nicolò, con la cappella di Santa Barbara, la chiesa di Santo Spirito (già chiesa dell’Ospedale), quelle di Santa Maria del Conforto e di San Vigilio a Maia Bassa. Risalgono al '900 la chiesa di Santa Maria Assunta e la chiesa di San Giusto a Sinigo.

Architetture civili[modifica | modifica wikitesto]

Kurhaus[modifica | modifica wikitesto]

Exquisite-kfind.png Lo stesso argomento in dettaglio: Kurhaus di Merano.
Il Kurhaus

Progettato nel 1873 dall'architetto Josef Czerny, il Kurhaus (casa di cura) venne inaugurato il 14 novembre 1874 e ristrutturato successivamente tra il 1913 e il 1914 dall'architetto Friedrich Ohmann. È di Ohmann il progetto della grande sala "Kursaal" della rotonda. Una più recente inaugurazione è stata realizzata negli ultimi anni e ora l'edificio presenta 13 sale e permette di ospitare fino a 1000 persone.[15]

Architetture militari[modifica | modifica wikitesto]

A Merano esistono le caserme:

  • "Polonio" in via Cadorna, oggetto di una ristrutturazione totale a cura della Provincia Autonoma di Bolzano nel quadro di un protocollo di intesa con il Ministero della Difesa, che prevede anche la cessione delle altre due caserme che insistono sul suolo di Merano, la caserma "Battisti" e la caserma "Rossi" tra il 2017 e il 2021;
  • "Villa Acqui" in via O. Huber.

Merano è stata sede della Brigata alpina "Orobica" fino al 1991. A Merano è di stanza il 24º Reggimento di manovra "Alpino", unità logistica operativa dell'Esercito Italiano il cui Comando è dislocato alla caserma "Battisti".


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