Montevarchi è un comune italiano di 24.146[4] abitanti della provincia di Arezzo.
Il comune di Montevarchi si trova nel Valdarno superiore, sulla riva sinistra dell'Arno. Il territorio, parte di un antico bacino lacustre preistorico, comprende il fondovalle, dove si trova il capoluogo, e una parte delle colline che si trovano fra l'Arno e il Chianti senese.
Lo stesso argomento in dettaglio: Lago pliocenico del Valdarno Superiore. |
Lo stesso argomento in dettaglio: Stazione meteorologica di Montevarchi. |
In base alla media trentennale di riferimento (1961-1990), la temperatura media del mese più freddo, gennaio, si attesta a +4,5 °C; quella del mese più caldo, luglio è di +23,9 °C[5].
MONTEVARCHI | Mesi | Stagioni | Anno | ||||||||||||||
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Gen | Feb | Mar | Apr | Mag | Giu | Lug | Ago | Set | Ott | Nov | Dic | Inv | Pri | Est | Aut | ||
T. max. media (°C) | 8,2 | 10,4 | 14,5 | 18,5 | 22,5 | 27,2 | 30,9 | 30,1 | 26,1 | 19,5 | 13,6 | 9,3 | 9,3 | 18,5 | 29,4 | 19,7 | 19,2 |
T. min. media (°C) | 0,9 | 1,8 | 4,3 | 7,3 | 11,1 | 14,6 | 16,8 | 16,4 | 13,9 | 9,6 | 5,0 | 1,8 | 1,5 | 7,6 | 15,9 | 9,5 | 8,6 |
Lo stesso argomento in dettaglio: Storia di Montevarchi. |
I ritrovamenti ceramici avvenuti nel vicino complesso della Ginestra attestano che la zona era sicuramente abitata già prima dell'anno Mille. Ulteriori ritrovamenti sul colle dei Cappuccini farebbero individuare nei romani i primi abitatori del luogo.
Fin dai tempi antichi il territorio dove sarebbe sorta Montevarchi ha occupato una posizione strategica per il fatto di trovarsi all'incrocio di strade che collegavano Arezzo, Firenze e Siena. Fino all'anno mille la pianura del Valdarno era però quasi deserta, il territorio era boscoso e il libero scorrere dell'Arno produceva frequenti allagamenti. Firenze, Arezzo e Siena si contendevano il terreno e lasciavano che le truppe si scatenassero sugli inermi cittadini. Solo nei castelli posti in altura la vita poteva scorrere relativamente più tranquilla sotto la protezione dei signorotti locali.
Nell'XI secolo si trovavano su colli vicini due castelli, sul colle della Ginestra (così nominato per le piante di questa specie che lo circondavano) si trovava lo "spedale di San Michele Arcangelo" retto dai Monaci Benedettini per l'assistenza ai pellegrini e viandanti in transito per i Luoghi Santi. Sull'altro colle, oggi denominato dei Cappuccini dal convento dove i Francescani si stabilirono nel XVI secolo, sorgeva il "castellare" o Castrum Montisguarchi o Monteguarco (che più tardi assumerà l'attuale denominazione di Montevarchi) così designato probabilmente perché questa località segnava il passaggio o “varco” tra il territorio fiorentino e quello aretino.
Dai primi documenti che menzionano il Castello de Monteguarco si rileva che intorno al Mille ne erano padroni i Marchesi Bourbon del Monte Santa Maria, famiglia che dominò la terra di Montevarchi per tutto il secolo XI.
Si ha infatti un atto dell'aprile 1079 che riguarda la vendita fatta dalla Contessa Sofia alla Chiesa Aretina della quarta parte della Corte e del Castello di Puliciano, con tutte le sue pertinenze. Dalla frase con la quale tale atto termina: “Actum in Comitatu Florentino, intus in Castello de Monteguarco feliciter” si rileva anche che Montevarchi era all'estremo confine del Comitato Fiorentino. Un altro documento menzionante il Castrum Montis Varchis è datato dall'ottobre 1098.
Agli inizi del XII secolo troviamo che il Castello di Montevarchi è menzionato, nei diplomi imperiali, fra i possessi della famiglia dei Conti Guidi, “Signori della Romagna e del Casentino.” I conti Guidi del ramo di Dovadola non abitarono a Montevarchi, ma preferirono il loro castello di Modigliana in Romagna. Guido Guerra invece scelse come sua residenza Montevarchi, ed è tradizione che abbia provveduto a far erigere robuste mura intorno agli sparsi raggruppamenti di case e borghi che si erano venuti formando nella pianura sottostante il vecchio castellare dando così origine al mercatale di Montevarchi.
Il mercatale divenne presto un importante punto strategico, coinvolto spesso nelle vicende storiche di Firenze, come in occasione della cacciata dei Guelfi dalla città, nella notte della "candellara" il 2 febbraio 1248. Essi trovarono in Montevarchi un rifugio sicuro e vi tennero il loro quartier generale fino all'anno 1250. Sempre nell'anno 1248 il Conte Guido Guerra riportò una clamorosa vittoria, alla testa dei suoi Guelfi, respingendo le truppe imperiali di Federico II di Svevia.
Giovanni Villani scrive in proposito nella sua "cronica" che l’aspra battaglia si svolse nel mercatale di Montevarchi e alla fine i tedeschi vennero sconfitti e «gran parte di loro furono tra morti e presi». Le imprese militari di Guido Guerra sono così numerose che il Papa Innocenzo IV lo nominò, nel 1248, Capitano Generale della Santa Sede. Anche Dante Alighieri lo ha voluto esaltare nella sua Commedia:
« fu di grado maggior che tu non credi: nepote fu de la buona Gualdrada; Guido Guerra ebbe nome, e in sua vita fece col senno assai e con la spada » |
(Dante Alighieri, Inferno, Canto XVI, 36, 39) |
Ma la sua impresa più memorabile fu la partecipazione all'impresa di Carlo d'Angiò, conte di Provenza, contro Manfredi. Alla testa di uno squadrone di 400 cavalieri guelfi toscani, Guido Guerra si copre di gloria, con i suoi guelfi, nelle dure battaglie di San Germano e di Benevento (26 febbraio 1266), conquistando a Carlo d'Angiò le ambite corone dei Regni di Napoli e Sicilia strappandole a Manfredi. Carlo, ammirato del valore di Guido Guerra, vuol premiarlo con un particolare segno di riconoscenza, lasciandone a lui la scelta.
Secondo un'antica, ma radicata, tradizione, il pensiero di Guido Guerra corse al suo diletto Montevarchi ed alla chiesetta di San Lorenzo, dove sua madre Beatrice dei Conti di Capraia aveva invocato su di lui e sulle sue rischiose imprese belliche la protezione della Madonna. Egli chiese così a Carlo, per la sua chiesa, il dono di una insigne reliquia della Madonna, che, sotto il titolo De lacte Beatae Mariae Virginis, il Re di Francia Luigi IX – fratello di Carlo d'Angiò – aveva riscattato dall'Imperatore di Costantinopoli. Ottenuta questa Reliquia, volle egli stesso portarla trionfalmente a Montevarchi per farne dono alla sua chiesa. Nel numeroso festante corteo che si formò in questa circostanza presero parte, al seguito di Guido Guerra e dei Guelfi di Toscana, lo stesso Carlo d'Angiò con le sue truppe francesi, ed a lui si unirono molti cavalleggeri del popolo fiorentino.
Nel 1254, i quattro eredi del Conte Guido Guerra vendono castello e mercatale a Firenze. Con questo atto, salvo un breve periodo dopo la battaglia di Montaperti (1260), l'area entra definitivamente nella sfera di influenza fiorentina e Montevarchi vede notevolmente rafforzato il proprio ruolo di caposaldo militare nelle lotta dei fiorentini contro Arezzo (annessa definitivamente nel 1384).
Notevolmente rafforzata risultò anche la posizione economica del mercato nella valle dell'Arno: questo infatti divenne tanto importante da giustificare l'adozione di una propria unità di misura: "lo staio di Montevarchi", la cui esistenza è documentata fin dal 1261.
Con il consolidamento del dominio mediceo le fortificazioni lasciarono sempre più il posto ad edifici a preminente funzione economica, come i magazzini dell'Abbondanza, addossati alle mura, che inglobano la porta del Mulino. Questi magazzini fungevano da centro di raccolta e smistamento dei prodotti delle fattorie medicee del Valdarno e della Valdichiana. Si svilupparono quindi attività legate alla compravendita, al trasporto ed alla molitura dei cereali, ma anche alla lavorazione del lino e della canapa.
A partire dalla fine del Settecento le lavorazioni artigianali si trasformano in industriali: è di questo periodo la nascita del primo cappellificio.
Dopo l'unità d'Italia Montevarchi ebbe un notevole sviluppo industriale, insieme ai comuni circostanti, dovuto alla disponibilità di energia ricavata dalla combustione di lignite estratta dai giacimenti presenti nella zona.
Montevarchi divenne un distretto per la produzione di cappelli ed altri prodotti in feltro.
Attualmente è molto sviluppata la lavorazione della pelle con produzione di scarpe e borse di qualità, legata anche all'industria dell'alta moda.
Periodo | Primo cittadino | Partito | Carica | Note | |
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2001 | 2006 | Giorgio Valentini | centrosinistra | Sindaco | |
2006 | 2011 | Giorgio Valentini | centrosinistra | Sindaco | |
2011 | in carica | Francesco Maria Grasso | centrosinistra | Sindaco |
Abitanti censiti[6]
Secondo i dati ISTAT al 31 dicembre 2010 la popolazione straniera residente era di 3.372 persone. Le nazionalità maggiormente rappresentate in base alla loro percentuale sul totale della popolazione residente erano:
Il più antico elenco delle famiglie montevarchine, conservato nei fondi archivistici dell'Accademia Valdarnese del Poggio, è datato 1592 e venne compilato al momento della divisione in quattro quartieri della città. Un altro elenco, più tardo, venne stilato nel 1634 dalle parrocchie di San Lorenzo e di Cennano che ricontavano i loro parrocchiani dopo la fine della pestilenza "manzoniana" del 1630.
Famiglie di Montevarchi nel periodo 1592-1634 |
Amerighi, Arrighetti, Arrigucci |
Bacci, Bani, Barboni, Barfalucci, Barlacchi, Barotti, Bartoli, Bartolini, Batacchi, Batelli, Bazzanti, Beccai, Belcorpo, Bencivenni, Bertolli, Betti, Bianchi, Bicilotti, Bicocchi, Bindi, Bogi o del Boggia, Bombarda, Borri o del Borro, Borrigiani, Del Bulla, Burchi, Burgalassi, Burzagli |
Calzolai, Cancelli, Canonici, Cantucci, Capponcini, Del Cardinale, Carmignoli, Carucci, Casanova, Dalla Casa, Castellani, Castelli, Catani, Carucci, Ceccherini, Cenni, Cerrini, Cetica, Cevanti, Cherubini, Del Chiara, Chimentelli, Del Ciabatta, Cialdai, Ciaperoni, Ciatti, Cipolli, Corbi o Corboli o Del Corbo, Corsi, Crudeli, Cuffi o Del Cuffa |
Dami, Danzini, Dendi, Diecinè, Dolfi, Dussi |
Fabbri, Falugi, Fantaccini, Fantoni, Fattoi o Del Fattoio, Fattorini, Del Fora, Franci |
Galeazzi, Geri, Ghelarducci, Gigliozzi, Giunti, Guiducci |
Lachi, Lapini, Lazzerelli, Lecchini, Leolini, Lieti, Lucchi, Del Lungo |
Madi, Maddii, Magiotti, Malvolti, Manzini, Massai, Massesi, Mazzi o Del Mazzo, Mazzuoli, Melani, Menchi, Micchi, Mini, Mirri, Mochi, Moniconi, Montoni |
Nacchianti, Nannocci, Nardi, Nuti, Nuzzi |
Pagni, Panizzi, Pasquali, Della Pera, Peranzoni, Pernesi, Pesucci, Petri, Pettoni, Porri, Pozzoni, Pratesi |
Razzi, Renzi, Rigoni, Ristori, Romoli, Rosatti, Rossi, Rossinelli, Rovai |
Saladini, Santoni, Salvini, Scioja, Scompiglia, Segoni, Sgheri, Sigoni, Sirigatti, Solari, Soldani, Spagnoli, Susini |
Tancredi, Tanzini, Toci, Torrigiani, Torsoleschi, Toti, Tozzoni, Trappola, Trinci, Turillazzi |
Ughi, Urbini |
Vaccai, Veltroni, Vestrucci, Vietti, Vitali |
Zocchi, Zoccolai, Zollada, Zuccherini |
La festa propria della città è quella del patrono San Lorenzo, il 10 agosto.