Santa Venerina (Santa Vènnira o Santa Vinnirina in siciliano[4]) è un comune italiano di 8 336 abitanti[1] della città metropolitana di Catania in Sicilia.
Le origini e lo sviluppo di Santa Venerina furono determinati dalla sua posizione di estremo confine tra il Priorato di San Giacomo (Zafferana Etnea), il bosco di Aci (città demaniale) e la contea di Mascali che la suddivideva in tre parti; in seguito, con la frammentazione del territorio di Aci, s'impose un ulteriore frazionamento. Il torrente Salaro fu per molti secoli confine naturale tra il territorio acese e quello della contea, attraversati dalla regia trazzera che congiungeva Messina a Catania. I viandanti che varcavano il confine territoriale erano obbligati al pagamento di un dazio, riscosso da guardie acesi per conto del Senato di Jaci. Fu proprio a seguito dello stazionamento di questa gente che cominciò a delinearsi il primo nucleo abitato, con l'edificazione di una cappella, dedicata alla patrona di Jaci, santa Venera. Era quasi naturale che questi acesi oltre a trasferire le proprie masserizie portassero anche la loro devozione ai propri protettori, santa Venera e san Sebastiano. Analoga situazione la si ebbe a San Leonardello, ove si stanziarono delle guardie di Mascali per il controllo del confine dell'omonima contea sulla via Valeria: il luogo prese il nome proprio dalla devozione a san Leonardo, patrono di Mascali.
L'investimento in questa contrada dovette evidentemente palesarsi conveniente giacché negli anni a seguire gli stessi deputati e molti concittadini e borghesi di Aci acquistarono terre in quelle zone vitalizzate dalla fiera franca, dando inizio al processo di popolamento. Verso il 1850 si ebbe un vero sviluppo demografico ed economico. Le numerose distillerie che sorsero nella zona e la ricca produzione vinicola, unitamente ad un artigianato molto esperto ne fece un paese fiorente ed economicamente e socialmente sviluppato. Questo sviluppo portò ad alimentare le speranze di unificare i vari borghi sotto un unico comune. La costituzione a comune autonomo di Santa Venerina si ebbe nel 1934 con scorporo di porzioni di territorio dei comuni di Acireale (Santa Venerina, Linera e Cosentini e Maria Vegine), Zafferana Etnea (Bongiardo) e Giarre (Monacella, Petrulli e Dagala del Re). Nel 1951 tuttavia la frazione Petrulli fu aggregata a Zafferana.
Tutte le borgate costituiscono un unico centro abitato (deliberazione della Giunta Municipale del 9 maggio 2002).
Il 29 ottobre 2002 il paese è stato seriamente danneggiato dal terremoto di Santa Venerina di magnitudo 4,5 della scala Richter.
Lo stemma e il gonfalone del comune sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica del 21 ottobre 2004.[5]
«Campo di cielo, all'Etna di verde, con la cima innevata di argento, con il pennacchio di fumo dello stesso, posto in fascia verso destra, l'Etna fondato sulla pianura diminuita di rosso e uscente dai fianchi, caricato dalla torre d'oro, alquanto posta a destra, murata, finestrata, chiusa di nero, merlata alla ghibellina di tre, sostenuta a sinistra dal leone d'oro, con le zampe anteriori e la zampa posteriore destra appoggiate alla torre, con la zampa posteriore sinistra appoggiata sulla pianura, essa torre attraversata dalla vite nodrita a destra nella pianura, la parte lignea al naturale, con tre grappoli di porpora, pampinosa di verde di cinque. Ornamenti esteriori da Comune.»
Il gonfalone è un drappo di azzurro.
Ci sono otto chiese parrocchiali a Santa Venerina e frazioni:
Nel territorio comunale, inoltre, vi si trovano anche delle chiese non parrocchiali:
Abitanti censiti[6]
La religione di gran lunga più professata è quella cristiana nella sua confessione cattolica. Il comune è soggetto alla diocesi di Acireale, ad eccezione della frazione di Bongiardo, che fa parte dell'arcidiocesi di Catania.
Santa Venerina dispone della biblioteca comunale "Sergente Salvatore Longo", sita in piazza Regina Elena.
Santa Venerina ospita: