Il territorio di Bolognetta è prevalentemente collinare, il centro abitato ha un'altezza media di 330 metri. Il Monte Casachella con i suoi 786 metri è la montagna più alta. Il territorio è attraversato dal fiume Milicia, che nasce nel Bosco di Ficuzza e sfocia nel Mar Tirreno, nei pressi di Altavilla Milicia. La flora è composta prevalentemente da alberi di ulivo ed agrumi. La fauna è rappresentata dal coniglio selvatico, dalla volpe, dalla gazza ladra e dalla tortora.
Il 12 settembre 1600, Vincenzo Beccadelli di Bologna vendette il feudo di Casaca a Marco Mancini, barone di Tumminii. Quest'ultimo si impegnava qualora si fosse formato un comune a dare il nome di Bolognetta, ma così non accadde e il paese che si formò prese il nome di Santa Maria d'Ogliastro. Al predetto Marco Mancini succedette la famiglia Parisi con l'obbligo di prendere il nome ed il cognome Mancini.
Il nome del comune prese spunto da una cappella votiva in onore della Madonna, nelle cui vicinanze si trovava un albero di oleastro (olivo selvatico, Olea europaea var. sylvestris).
Le prime notizie della presenza di un fondaco si hanno a partire dal 1714, dove Santa Maria d'Ogliastro viene citata come luogo di sosta nella regia trazzera per Agrigento.
Famiglia di notabili e proprietari terrieri di cui si ha notizia fin dal 1714, quando Lorenzo Monachelli dichiara il possesso di terreni in contrada Giampaolo e Casaga. Un Monachelli sposò all'inizio dell'800 una figlia di Marco Mancino VII, principe di Torrebruna. Alla scomparsa dei Mancino la loro enorme proprietà in terreni e case passò al partito-famiglia Monachelli, che dominò la vita economica, politica e religiosa del paese e si scontrò con il ceto medio e i contadini, cui davano in affitto i fondi. Tra i sindaci che si opposero alla famiglia si ricordano nel primo Ottocento Stefano Campo e Antonio Zerilli e nel secondo '800, il notaio Vincenzo Benanti. Altre famiglie notabili furono i Di Salvo, baroni di Tumminia, i Benanti, i Malleo, i Bongiorno, gli Orobello, i Lo Brutto, i Romano.
Dal 15 al 22 settembre 1866 scoppiò a Palermo e dintorni una rivolta popolare anti-governativa chiamata, per la sua durata, del "sette e mezzo", come il famoso gioco di carte. Tra i motivi l'istituzione del servizio militare obbligatorio, la delusione per la mancata distribuzione delle terre promesse da Garibaldi, l'esproprio dei beni ecclesiastici. In contrada Roccabianca, il 19 settembre, una pattuglia di 10 carabinieri guidati dal brigadiere Remigio Taroni, si scontrò con una banda di "briganti e rivoluzionari". Due militi si dispersero e uno, gravemente ferito, morì subito dopo. La folla insorta assaltò la caserma sita in Piazza Matrice, dove si erano ritirati i carabinieri. Nello scontro, due di essi furono uccisi e i cadaveri trascinati per le vie del paese, mentre tra i ribelli cadde Matteo Lo Piccolo. Per non cadere in mano agli insorti i carabinieri si suicidarono, solo il brigadiere Panizza si salvò per l'esaurimento delle munizioni. Al brigadiere Taroni è oggi intitolata la caserma di Corleone. La repressione portò a diversi arresti e colpì i fratelli Cosimo e Francesco Lo Bue, provenienti da Misilmeri, che furono condannati ai lavori forzati.[5]
Dal 1º febbraio 1883 il paese Santa Maria d'Ogliastro cambiò nome in Bolognetta. La decisione fu presa dal consiglio comunale riunito l'8 ottobre 1882, presieduto dal notaio Vincenzo Benanti, facente funzioni di sindaco. I motivi da lui illustrati furono due:
Secondo la tradizione orale, invece, il cambiamento derivava dalla volontà di cancellare il ricordo della strage di carabinieri verificatisi nella rivolta del 1866. Negli anni precedenti al 1882 si erano verificati altri clamorosi delitti in paese tra cui l'assassinio della moglie del possidente Giovanni Leopoldo Monachelli, del sacerdote Francesco Orobello, dell'ex frate Spinnato. L'ex sindaco Giorgio Verdura, ferito in un agguato, aveva denunziato, prima di morire, gli esecutori e i mandanti, tra cui il notaio Vincenzo Benanti, ma l'inchiesta si concluse con un nulla di fatto (1879).[6]
Lo stemma ufficiale e il gonfalone sono stati approvati con l'apposito decreto del presidente della Repubblica dell'8 novembre 1982.[7][8]
«Interzato in fascia: il primo partito: a) di rosso, alla torre d'oro, chiusa di nero, merlata di tre alla guelfa; b) inquartato in decusse: il primo ed il quarto di verde; il secondo ed il terzo d'oro; il secondo d'azzurro, a tre gigli d'oro; il terzo d'argento, a quattro gigli d'azzurro (2,2); il tutto fiancheggiato a destra troncato a) d'argento, a tre torri di rosso, b) d'oro, al cuore di rosso, accantonato da quattro gocce d'azzurro; a sinistra d'azzurro, a sei bisanti d'argento, il primo di diametro maggiore, ordinati 1,2,2,1. Ornamenti esteriori da Comune.»
Il gonfalone ha la seguente blasonatura:
«Drappo di bianco riccamente ornato di ricami d’argento e caricato dello stemma con la iscrizione centrata in argento: Comune di Bolognetta.»
Bolognetta ha una discreta presenza di monumenti. Tra questi si ricordano il duomo di Maria Santissima del Carmelo e la chiesa del Santissimo Sacramento.
Abitanti censiti[9]
A Bolognetta è nata Radio Margherita (che solo pochi anni dopo la nascita avrebbe trasmesso a livello nazionale) di proprietà di Giuseppe Orobello. La sede in seguito fu trasferita a Palermo.
Il centro abitato di Bolognetta è suddiviso in diversi quartieri, alcuni dei quali formatisi a partire dal 1980. Tali quartieri sono: Piazza, Piano Castello, Strata Nova, Ultima Strada (via Bellini), Bivio, Oliveri, Pirainazzo, Scuole, Variante (via Luigi Sturzo), Campo Sportivo.
Dal 1980, molti abitanti risiedono nelle diverse contrade presenti nel territorio. Le più popolate sono Lordica, Scozzari, Cozzo Napolitano, Roccabianca, Grassurelli - Catalano, Casachella, Filaccina. Nuclei abitati sono presenti anche nelle contrade Dagariato, Liberto, Testa Montata, Passo di fico, Bosco.
Il territorio di Bolognetta è attraversato da tre vie di comunicazione stradali: la Scorrimento veloce Palermo-Agrigento, la Strada statale 118 Corleonese Agrigentina, e la SP 77 Villabate - Villafrati. La stazione ferroviaria di Palermo Centrale dista 25 km. L'aeroporto Falcone e Borsellino di Palermo dista 55 km.[10]
L'economia si basa prevalentemente sul settore terziario e dei servizi. Presente è anche il turismo, specie di ambito locale.
Il reddito imponibile medio pro-capite dichiarato nel 2014 è stato di euro 13059,27 con un incremento dell'1,9% rispetto al 2013, posizionandosi tra i comuni italiani al 6490º posto.[11]