Selargius comune |
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(IT) Selargius (SC) Ceraxius |
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Localizzazione | |||
Stato | Italia | ||
Regione | Sardegna | ||
Provincia | Cagliari | ||
Amministrazione | |||
Sindaco | Gian Franco Cappai (centrodestra) dall'11/6/2012 | ||
Territorio | |||
Coordinate | 39°15′00″N 9°10′00″E / 39.25°N 9.166667°E39.25; 9.166667Coordinate: 39°15′00″N 9°10′00″E / 39.25°N 9.166667°E39.25; 9.166667 (Mappa) | ||
Altitudine | 10 m s.l.m. | ||
Superficie | 26,67 km² | ||
Abitanti | 28 970[1] (31-7-2015) | ||
Densità | 1 086,24 ab./km² | ||
Frazioni | Is Corrias, Su Pezzu Mannu, Su Planu | ||
Comuni confinanti | Cagliari, Monserrato, Quartu Sant'Elena, Quartucciu, Sestu, Settimo San Pietro | ||
Altre informazioni | |||
Cod. postale | 09047 | ||
Prefisso | 070 | ||
Fuso orario | UTC+1 | ||
Codice ISTAT | 092068 | ||
Cod. catastale | I580 | ||
Targa | CA | ||
Cl. sismica | zona 4 (sismicità molto bassa) | ||
Nome abitanti | selargini | ||
Patrono | Maria Vergine Assunta | ||
Giorno festivo | 15 agosto | ||
Cartografia | |||
Posizione del comune di Selargius nella provincia di Cagliari |
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Sito istituzionale |
Selargius (Ceraxius, ufficiale, o Ceraxus in sardo) è un comune italiano di 28 970 abitanti[1] della provincia di Cagliari, situato nella parte meridionale della Sardegna e conurbato col capoluogo.
È attestato che la zona di Selargius era fortemente popolata già nel periodo pre-nuragico, come testimonia il villaggio eneolitico di Su Coddu di cultura di San Michele di Ozieri e Sub-Ozieri[2] e i villaggi di Cuccuru Matt’e Masonis e Staineddu[3]. All'epoca nuragica appartiene il pozzo sacro di Santa Rosa.
Nei secoli successivi la popolazione si concentrò in due borgate che diedero origine all'odierno abitato: Cellarium (nome con cui i romani chiamavano un deposito di derrate agricole[4][3]) e Palmas. Quest'ultimo scomparve durante il XIV secolo.
Selargius fece parte del giudicato di Cagliari fino al 1258. Successivamente passò ai pisani, agli aragonesi e per brevi periodi agli arborensi, durante le guerre che contrapposero il giudicato di Arborea e il Regno di Sardegna. Nel 1366 Mariano IV d'Arborea costruì nei pressi di Selargius un campo fortificato per bloccare i rifornimenti verso Cagliari[5]. Lo storico Carta Raspi nella sua "Storia della Sardegna" scrive:
« Il quartiere generale di Mariano era in Salarjo, indubbiamente Selargius; un campo trincerato che gli Aragonesi chiamano "bastida". Punto eminentemente strategico, alle spalle di Cagliari, ne dominava tutto il retroterra fra la spiaggia di Quartu e lo stagno di Santa Gilla... » |
(Raimondo Carta Raspi, Storia di Sardegna, pag. 666) |
La trincea o fossato è ancora visibile in uno stabile di via Rosselli con una vecchia arcata e piloni che affondano circa 3 metri sotto il piano stradale. La trincea formava un quadrato quasi perfetto di 4 ettari con lati di 200 m corrispondenti alla via Rosselli, la parte iniziale di via San Niccolò, un tratto di via Roma, dove il fossato corrispondeva con il letto del torrente, e la via Pisacane che terminava in una strettoia "uttureddu", non più esistente. Nel punto medio del tratto sulla via Roma si ergeva "Su Kuatteri" dotato di solide fondamenta per arginare le piene del torrente che, scendendo da nord, inondava tutta l'area e causò danni alle case e alle persone alla fine dell Ottocento[6].
Dopo anni di guerra, a seguito della vittoria aragonese sugli arborensi, Selargius ridivenne feudo dei Carroz per poi passare ai Centelles e agli Osorio fino al 1839[3].
Il centro storico di Selargius ha conservato alcune testimonianze storiche di rilievo, come le superstiti case tipiche campidanesi, costruite con largo impiego del "làdiri", i mattoni di terra cruda, e caratterizzate dagli ampi portali, da cortili centrali, detti "pràtzas" e da loggiati coperti, detti "lòllas"[7].
Notevole dal punto di vista artistico è la chiesa di San Giuliano, risalente al XIII secolo, antica chiesa parrocchiale in stile romanico, situata in un suggestivo angolo del centro che sembra essere fermo nel tempo. A poca distanza, nella centralissima piazza omonima, si innalza l'attuale parrocchiale della Beata Vergine Assunta, risalente al XVI secolo, caratterizzata all'esterno dal prospetto neoclassico, da un alto campanile e da una cupola che sovrasta l'edificio. L'interno ospita diverse opere d'arte, tra cui l'imponente altare maggiore in marmi policromi.
Fuori dal centro storico, in un moderno quartiere residenziale al confine con l'abitato di Monserrato, si trova un altro piccolo gioiello dell'architettura romanica, la chiesetta di San Lussorio, risalente al Duecento. Nella stessa zona sono stati effettuati scavi archeologici, che hanno dato alla luce vari reperti talvolta in discrete condizioni generali, svariati ritrovamenti di scheletri umani disposti in sepoltura sotto cupole di tegoli affiancati.
A pochi metri dal Municipio è situata una croce di marmo "sa cruxi 'e mramuri" eretta nel 1425, periodo di dominazione catalana. La colonna ha il capitello gotico, i tre punti culminali della croce sono a forma trifogliata (trilobata a giglio). Le facciate della croce sono scolpite: da una parte è raffigurato il Cristo crocifisso e dall'altra un santo (non ancora identificato) con un bambino in braccio. All'estremità della stessa sono raffigurate tre rose in bassorilievo. Sul lato del crocifisso sono riportate:
«AN 1425 + III |
A V DE SETEM |
BRE ME A FET |
MESTRE IERO |
NIBU BARDR» |
Che tradotto si legge: «L'anno 1425, indizione III al cinque di settembre, mi ha fatto maestro Gerolamo BARDR (Barder)». Dall'altro lato del crocifisso, è scritto:
«AN 1425 + III |
SIMONI CASTAI |
ANTONI MAJA OBR» |
Che significa: «Simone Castai, Antonio MAJA obrers (Obreri)» Capi di cufraria (Confraternite).
La croce era meta frequente di predicazione, ma anche luogo di esecuzioni capitali.[8]