Novi Ligure comune |
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Localizzazione | |||||
Stato | Italia | ||||
Regione | Piemonte | ||||
Provincia | Alessandria | ||||
Amministrazione | |||||
Sindaco | Rocchino Muliere (PD) dal 09/06/2014 | ||||
Territorio | |||||
Coordinate | 44°45′33″N 8°47′08″E / 44.759167°N 8.785556°E44.759167; 8.785556 (Novi Ligure)Coordinate: 44°45′33″N 8°47′08″E / 44.759167°N 8.785556°E44.759167; 8.785556 (Novi Ligure) (Mappa) | ||||
Altitudine |
Palazzo del Comune 197 massima 325 - minima 150 m s.l.m. |
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Superficie | 55,2 km² | ||||
Abitanti | 28 468[1] (31-12-2013) | ||||
Densità | 515,72 ab./km² | ||||
Frazioni | Barbellotta, Merella | ||||
Comuni confinanti | Basaluzzo, Bosco Marengo, Cassano Spinola, Gavi, Pasturana, Pozzolo Formigaro, Serravalle Scrivia, Tassarolo | ||||
Altre informazioni | |||||
Cod. postale | 15067 | ||||
Prefisso | 0143 | ||||
Fuso orario | UTC+1 | ||||
Codice ISTAT | 006114 | ||||
Cod. catastale | F965 | ||||
Targa | AL | ||||
Cl. sismica | zona 3A (sismicità bassa) | ||||
Cl. climatica | zona E, 2 717 GG[2] | ||||
Nome abitanti | novesi | ||||
Patrono | Madonna della neve | ||||
Giorno festivo | 5 agosto | ||||
Cartografia | |||||
Sito istituzionale |
Novi Ligure (IPA: [ˈnɔːvi ˈliːɡure][3], Nêuve in ligure, Neuve in piemontese) è un comune italiano di 28.468 abitanti della provincia di Alessandria, in Piemonte, terzo comune della stessa per popolazione. La sua area urbana, ovvero il Novese, conta 74.611 abitanti.
Anticamente nota semplicemente come "Novi", assunse l'attuale denominazione in virtù del Regio decreto dell'11 gennaio 1863. È un'attiva realtà commerciale ed industriale, nonché principale comune del Novese, il territorio che dalla città prende il nome.
Nel corso della propria storia, in ragione della strategica collocazione geografica, divenne prima oggetto di contesa da parte di antichi stati italiani medievali ed in seguito maggiore centro della Repubblica di Genova nella regione storica dell'Oltregiogo, quale crocevia dei traffici commerciali e monetari tra la Superba e la pianura padana. Fu inoltre capoluogo dell'omonima provincia di Novi durante il Regno di Sardegna.
Lo stesso argomento in dettaglio: Novese. |
Novi Ligure sorge nel cosiddetto "basso Piemonte", nella zona sud-orientale dell'alto Monferrato (Basso Piemonte), nella regione storica detta dell'Oltregiogo, ai margini della porzione sinistra della Valle Scrivia.
L'abitato è situato sulle estreme pendici settentrionali dell'Appennino Ligure, che qui si addolcisce in colline ondulate, per la maggior parte coltivate a vite e per la restante boscose. Difatti il territorio comunale è caratterizzato dalla compresenza dei rilievi collinari, subito retrostanti il centro storico e i quartieri a questo adiacenti, e dalla piana alluvionale che digrada verso il fiume Scrivia.
Novi dista, misurando dai confini cittadini:
Lo stesso argomento in dettaglio: Stazione meteorologica di Novi Ligure. |
La presenza della pianura antistante e la vicinanza dell'Appennino ligure determinano un clima temperato ad estate calda, con frequenti giornate di vento e occasionali nevicate nei mesi più rigidi. La temperatura media del mese più freddo (gennaio) è di +1,7 °C, mentre quella del mese più caldo (luglio) è di +23,8 °C.
La tabella sottostante riporta i valori medi di temperatura che si registrano in città nel corso dell'anno:
Mese | Gen | Feb | Mar | Apr | Mag | Giu | Lug | Ago | Set | Ott | Nov | Dic | Anno |
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Temperatura massima media (°C) | 4,5 | 7,1 | 12,2 | 17 | 22,3 | 26,1 | 29,1 | 27,9 | 23,5 | 16,2 | 10,2 | 6,3 | 16,9 |
Temperatura minima media (°C) | -1,1 | 0,1 | 4.2 | 8,3 | 12,3 | 16,2 | 18,4 | 17,9 | 14,7 | 9,2 | 5 | 1 | 8,9 |
« Novi è l'ultima città dello Stato di Genova: si vanta come la sua metropoli, di possedere affreschi e sorbetti eccellenti » |
(Charles de Brosses, "Le président de Brosses en Italie. Lettres familières écrites d'Italie en 1739 et 1740" - 1739) |
Nota come Curtis Nova, probabilmente costituita da una comunità rurale non riunita in un borgo, raccogliendo parte della popolazione della vicina città romana di Libarna, dopo l'abbandono di quest'ultima poco prima del disfacimento dell'Impero romano d'Occidente. Inizialmente parte della Marca Obertenga, fu donata prima del 970 da Ottone I al monastero di San Salvatore di Pavia e divenne castello a cavallo dell'anno Mille. Libero comune nei primi decenni del XII secolo, si mantenne in precario equilibrio tra le città di Tortona e Pavia, in lotta tra loro, e Genova, alleata dei pavesi. Entrata nell'orbita tortonese, restò soggetta a questa città anche dopo la pace di Costanza (1183).
Ceduta al marchese del Monferrato per un breve periodo (1223-1232), tornò nuovamente a Tortona fino al 1264 per poi passare sotto il dominio di Guglielmo VII Lungaspada. Oggetto di contesa tra il Monferrato e i signori di Milano, fu conquistata da Giovanni Visconti nel 1353, che nel frattempo aveva anche assunto la signoria di Genova. Parte del Marchesato del Monferrato nei periodi 1164-1192, 1223-1232, 1264-1281, 1283-1347, 1355, 1358-1380[4], che ne resse le sorti complessivamente per poco meno di un secolo e mezzo di storia. Donata a Genova nel 1392, fu occupata da Facino Cane nel 1409 che la tenne fino alla morte (1412). Tornata nell'orbita milanese, fu infeudata alla famiglia genovese dei Fregoso.
Nel 1447 la comunità di Novi decise di sottrarsi alla sfera milanese, dopo la morte del duca Filippo Maria Visconti e si diede a Genova con la sottoscrizione di una convenzione, che non fu mai completamente operativa, in seguito all'avvento degli Sforza. Passata sotto il dominio francese dopo la disfatta di Ludovico il Moro, restò sotto il dominio feudale dei Fregoso, fino all'avvento a Genova di Andrea Doria. La Repubblica di Genova, infatti, abbandonato l'alleato francese e rivolte le proprie attenzioni verso l'imperatore Carlo V, in cambio dell'indipendenza, provvide a ampliare il proprio entroterra conquistandola nel 1529. Da quel momento, Novi passò sotto il dominio diretto di Genova (diventando la città più importante del territorio chiamato Oltregiogo) e vi rimase fino alla fine della Repubblica di Genova (avvenuta nel 1797) prima e della Repubblica Ligure (nell'anno 1805) poi, se si esclude l'occupazione austro-piemontese durante la guerra di successione austriaca (1745-46), momento nel quale Novi ottenne il titolo onorifico di città[5]. Fu dunque parte della Repubblica di Genova negli anni che vanno dal 1392 al 1412, dal 1447 al 1745 e dal 1749 al 1797.
Lo stesso argomento in dettaglio: Battaglia di Novi. |
Nel 1799, all'epoca della Repubblica Ligure di cui fu parte del 1797 al 1805, Novi fu teatro di un'aspra battaglia, sostenuta tra i corsi del Lemme e dello Scrivia e combattuta fra gli austro-russi guidati dai generali Melas e Suvorov ed i francesi comandati dal generale Joubert (che trovò la morte nelle fasi iniziali dello scontro, lasciando il comando nelle mani di Moreau). In seguito alla sconfitta i francesi furono costretti a ripiegare su Genova. Entrò quindi a far parte del Primo Impero francese, compresa nel territorio del Dipartimento di Genova, di cui fu parte dal 1805 al 1815, anno in cui, conseguentemente agli accordi del Congresso di Vienna, il dipartimento venne abolito e la città annessa al Regno di Sardegna ed inclusa nella nuova Divisione di Genova. Capoluogo di provincia dal 1818, dopo la promulgazione del Decreto Rattazzi assunse il nome di "Novi Ligure", sia per sottolineare un importante periodo storico della città, sia per evidenziare l'opinione contraria creatasi in seguito alla riforma amministrativa voluta dal primo ministro Rattazzi, che soppresse la provincia nel 1859, incorporandola in quella istituenda di Alessandria e quindi di conseguenza al futuro Piemonte[6].
La seconda metà dell'Ottocento si rilevò essere per la città un periodo di forte espansione, grazie all'arrivo della ferrovia Torino-Genova (1850). La strategica posizione geografica, unita alla disponibilità di ampi spazi, manovalanza (garantita dall'inurbamento degli abitanti delle campagne e delle valli circostanti) e alle nuove infrastrutture (che garantivano il rapido trasferimento delle merci prodotte) favorì il sorgere di nuove industrie. Tra queste degne di nota fu la "Carbonifera" del novese Edilio Raggio, che sul finire del XIX secolo produceva le mattonelle di carbone per la trazione delle locomotive[7]. Fu proprio l'aumento dei traffici reciproci tra Novi ed il porto di Genova uno dei motivi della realizzazione, nel 1889, del "secondo valico" appenninico. L'ormai forte vocazione industriale fu ulteriormente accresciuta dall'insediamento, avvenuto nel 1900 della "ferriera", una grande acciaieria posta alla periferia dell'abitato, in prossimità del parco ferroviario di San Bovo. Il lasso di tempo che va dalla prima guerra mondiale alla seconda fu caratterizzato da un rallentamento dello sviluppo; in particolare, fu la seconda guerra mondiale a lasciare le ferite più pesanti in città. Già all'inizio della guerra, il 13 giugno 1940 la Francia aveva mandato in città, a causa delle sue infrastrutture ferroviarie strategiche, i suoi bombardieri Lioré-et-Olivier LeO 451. Ma la vera tragedia accadde 4 anni dopo. Il terribile bombardamento dell'8 luglio 1944 causò oltre cento vittime e parecchie centinaia di feriti, riducendo in macerie molti edifici[8]. Una lapide ricorda il terribile evento. Il periodo successivo all'armistizio fu caratterizzato dall'azione di formazioni partigiane (quali la Divisione Pinan Cichero) contrapposte a quelle nazi-fasciste. Per quanto riguarda le sorti belliche di Novi vanno ricordate anche la battaglia di Pertuso e la precedente strage della Benedicta.