Pesaro ([ˈpeːzaro], Pès're in dialetto gallico-marchigiano) è un comune italiano di 94 592 abitanti[1], capoluogo con Urbino dellaprovincia di Pesaro e Urbino nelle Marche. È il 2° comune per popolazione della regione, dopo Ancona, e il 51° a livello nazionale.
Affacciata sul mare e attraversata dal fiume Foglia, Pesaro è un centro balneare e industriale situato tra due colline costiere: il San Bartolo e l'Ardizio; il suo centro storico è ricco di monumenti, specie del periodo rinascimentale.[3]
La città ha un comprensorio urbano che si estende al di là dei confini comunali e ingloba diversi altri comuni quali Montelabbate eVallefoglia.
A Pesaro si svolgono annualmente manifestazioni importanti nel panorama culturale italiano e internazionale, come il Rossini Opera Festival e la Mostra Internazionale del Nuovo Cinema.
Pesaro si affaccia sul mare Adriatico e possiede una spiaggia sabbiosa.[4] L'abitato è compreso tra due colli, il Monte Ardizio a est-sud-est e il Colle San Bartolo a ovest-nord-ovest, che dà il proprio nome al Parco naturale regionale del Monte San Bartolo.
Dal 2005 la città è premiata con la Bandiera Blu, premio annuale conferito dalla FEE per premiare i comuni che soddisfano i criteri di qualità relativi a parametri delle acque di balneazione e al servizio offerto.[5][6]
Nell'entroterra, lungo il fiume Foglia, è presente una modesta distesa pianeggiante che si restringe in prossimità dell'Appenninoformando la valle del Foglia.
Lo stesso argomento in dettaglio: Stazione meteorologica di Pesaro Osservatorio "Valerio". |
Pesaro, secondo la classificazione di Köppen, è compresa nella zona climatica C (clima temperato). In base alla vegetazione rientra nella fascia submediterranea calda, dei querceti caducifogli di roverella con presenze di leccio, una quercia sempreverde.
Secondo la classificazione climatica dei comuni italiani è compresa nella zona climatica D (l'accensione dei caloriferi è consentita dal 1º novembre al 15 aprile per un massimo di dodici ore giornaliere).[7]
Le stazioni meteorologiche principali sono due: quella dell'ASSAM a Villa Caprile e l'Osservatorio Valerio, fondato nel 1861 e ancora oggi in attività, situato nello storico parco degli Orti Giulii.
Il clima è di tipo subcontinentale.[8] La presenza di alcuni rilievi collinari in zona riparano il circondario, in parte, dalle correnti di aria fredda provenienti da occidente, ma non c'è nessun riparo dai venti veramente freddi di nord-est (bora).[8]
In inverno il clima è freddo e umido (la temperatura media del mese più freddo, gennaio, è generalmente compresa fra i 3 e i 4 °C) mentre d'estate è caldo e afoso.
La massima storica di 39,2 °C risale al 6 luglio 1950, mentre la minima assoluta di -15,2 °C venne registrata il 16 febbraio 1940.[9]
I temporali sono concentrati principalmente nel periodo autunnale. Le nevicate sono rare e non creano problemi alla circolazione.
PESARO | Mesi | Stagioni | Anno | ||||||||||||||
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Gen | Feb | Mar | Apr | Mag | Giu | Lug | Ago | Set | Ott | Nov | Dic | Inv | Pri | Est | Aut | ||
T. max. media (°C) | 6,8 | 8,7 | 12,4 | 16,5 | 20,8 | 25,0 | 27,7 | 27,1 | 23,5 | 18,4 | 12,8 | 8,5 | 8,0 | 16,6 | 26,6 | 18,2 | 17,4 |
T. min. media (°C) | 0,9 | 1,9 | 4,6 | 7,9 | 11,8 | 15,7 | 18,0 | 17,8 | 15,0 | 10,9 | 6,5 | 2,6 | 1,8 | 8,1 | 17,2 | 10,8 | 9,5 |
Precipitazioni (mm) | 60 | 51 | 52 | 60 | 60 | 53 | 40 | 47 | 77 | 91 | 83 | 68 | 179 | 172 | 140 | 251 | 742 |
Giorni di pioggia | 8 | 7 | 8 | 9 | 8 | 6 | 4 | 5 | 7 | 9 | 9 | 9 | 24 | 25 | 15 | 25 | 89 |
Eliofania assoluta (ore al giorno) | 2,1 | 2,9 | 4,3 | 6,2 | 7,8 | 8,4 | 10,0 | 9,0 | 6,9 | 4,9 | 2,8 | 2,2 | 2,4 | 6,1 | 9,1 | 4,9 | 5,6 |
Vento (direzione-m/s) |
W 3,7 |
N 3,6 |
N 3,4 |
NE 3,2 |
E 2,9 |
E 2,9 |
E 3,0 |
NE 3,0 |
NE 3,1 |
NE 3,2 |
W 3,4 |
W 3,6 |
3,6 | 3,2 | 3,0 | 3,2 | 3,3 |
« Questa Pesaro nata rozza e povera colle genti pelasghe, è poi stata dal tempo e dagli artefici arricchita, ordinata, ripiena di begli edifizi, e condotta in questa civiltà che veggiamo » |
(Giulio Perticari, Sul teatro di Pesaro, p. 81, in Opere, Vol. II, a cura di Giansante Varrini, Tipografia Guidi all'Angora, Bologna, 1839) |
Le origini della città risalgono all'età del ferro, quando Pesaro era un villaggio piceno, come provano gli scavi effettuati nel centro della città nel 1977[10][11]. Il nome della città, inlatino Pisaurum, secondo alcuni deriva dal vecchio nome del fiume Foglia (Isaurus o Pisaurus)[12].
La tradizione vuole invece che il nome della città sia derivato dal fatto che, in epoca romana, nella città, Furio Camillo, vinti i Galli, abbia pesato l'oro (aurum in latino)[13] che i barbari stavano trafugando da Roma.
Nel territorio circostante, d'altra parte, si trovava uno dei più importanti ed antichi insediamenti piceni delle Marche: il villaggio di Novilara. Questo insediamento era tra i pochi posti, insieme a Numana ed Ancona, nei pressi del mare. Lo scalo portuale di Novilara utilizzava la foce di un torrente[11].
Tra i reperti più noti e discussi rinvenuti nel territorio pesarese, c'è la stele di Novilara, in genere ritenuta picena e scritta in Lingua picena settentrionale. Essa è stata recentemente interpretata e tradotta come iscrizione greca arcaica[14], incisa in un alfabeto che con alcune variazioni era stato adottato da tutti i popoli d'Italia (Piceni, Sanniti,Etruschi, ecc.) tra il VI e II secolo a.C. Dalla reinterpretazione della stele si può dedurre che i greci (noti colonizzatori nel Mediterraneo) si infiltrarono anche in queste aree (probabilmente nel VI-V secolo a.C.), interferendo con le precedenti popolazioni, picene e probabilmente anche umbre ed etrusche[14].
Tracce di lingue antiche si sono conservate nel dialetto, specialmente dell'entroterra e sono soprattutto derivazioni greche. Si può supporre una certa egemonia del greco sulle altre, oppure che i termini greci si siano diffusi più tardi, all'epoca della dominazione bizantina. Ad ogni modo si può constatare l'apparente origine greca del nome Pisaurum, che potrebbe significare «dietro i monti», dalla collocazione della città tra due colli[senza fonte].
Nel IV secolo a.C., nel corso della invasione celtica della penisola italiana, i Galli Senoni occuparono i territori settentrionali dei Piceni, e dunque anche la zona di Pesaro, sovrapponendosi alle etnie precedenti.
Nel 184 a.C. i Romani fondarono la colonia di Pisaurum, (in latino Pisaurum, la cui etimologia è la stessa del fiume Foglia, Pisaurus o più probabilmente Isaurus che, seguendoFrancisco Villar, ha la forma di tanti altri idronimi pre-indoeuropei d'Europa);[15] a quell'epoca la parte settentrionale delle Marche era denominata dai romani ager Gallicus e poiager gallicus picenus.[13]
Questa data di fondazione di un centro con l'attuale nome non si accorda col fatto che Strabone nella sua Geografia, edita intorno al 18 d.C., non cita Pesaro, mentre nominaFano e da questa passa direttamente a Rimini. Se non si tratta di una svista dello storico greco, la fondazione di un centro di una certa importanza e col nome Pisaurumdovrebbe avere un'età più recente.
Fu successivamente colonizzata nuovamente durante il secondo triumvirato da Ottaviano e Marco Antonio, diventando, durante l'Impero, castrum e centro economico posto sullavia Flaminia.
Distrutta da Vitige nel 539 d.C., venne ricostruita da Belisario e occupata dal 545 al 553 dai Goti. Dopo la caduta di Roma, Pesaro, con Rimini, Fano, Senigallia e Ancona, divenne una delle città della Pentapoli, sotto le strette dipendenze dell'Esarcato bizantino di Ravenna.[16]
Nel 752 fu presa dai Longobardi che la tennero finché Pipino il Breve, re dei Franchi, non la donò nel 774 allo Stato della Chiesa dando inizio al plurisecolare dominio papale sulla città. Tal dominio fu però solamente nominale, poiché la città era governata sin dall'età carolingia da un rappresentante dell'Impero.[16]
Nella prima metà del XII secolo il fiorente Comune seguì le sorti della parte imperiali durante le imprese italiane di Federico Barbarossa. Venne poi introdotto il governo podestarile nel 1182, ma già alla fine del secolo era soggetta, in quanto compresa nella Marca anconitana, al potere di Marquardo di Annweiler, vicario imperiale che, nonostante la durissima sconfitta inflitta all'esercito di Innocenzo III il 25 marzo 1198, dovette rinunciare alle sue mire di fronte all'azione militare della Chiesa cattolica, volta al recupero dei territori sottrattigli. Nel XIII secolo, ristabilito il Comune, passò per volere del papa Innocenzo III sotto il dominio degli Estensi, dal 1210 al 1216.[16]
Per lungo tempo ghibellina, durante il regno di Federico II di Svevia, si ribellò all'Impero e aderì alla lega delle città guelfe della Marca che si trovavano in guerra nel 1259 con re Enzo. Nello stesso anno, Pesaro fu costretta all'obbedienza da Manfredi di Sicilia, ma alla sua morte nel 1266, tornò alla Chiesa.[16]
Nel Rinascimento la città adriatica vide una successione di signorie: i Malatesta (1285-1445), gli Sforza (1445-1512) il cui dominio fu interrotto da Cesare Borgia dal 1500 al 1503 ed in seguito consegnata da papa Giulio II ai Della Rovere (1513-1631) con i quali era imparentato. Il periodo di maggior fervore culturale fu durante il dominio dei Della Rovere, che avevano scelto Pesaro come sede centrale del loro Ducato. Nei primi anni del loro governo in città fu iniziata la costruzione di nuovi palazzi pubblici e privati, e venne iniziata la costruzione di una nuova e più sicura cinta muraria, utile a difendersi anche da repentini attacchi provenienti dal mare.[16][17]
Alla morte di Francesco Maria II Della Rovere nel 1631, il Ducato tornò sotto dominio papale che fece Pesaro sede cardinalizia.[16] A quei tempi la città era molto più piccola e la costa era più arretrata, arrivando in corrispondenza dell'attuale "piazzale Primo Maggio".
Nel 1799, durante l'occupazione napoleonica, contadini e sanfedisti presero d'assalto la città e la rocca strappandola per qualche mese alla guarnigione.
L'11 settembre 1860 fu occupata dal generale Enrico Cialdini e fu annessa allo Stato italiano in seguito al plebiscito del novembre 1860.[18]
Guidobaldo II Della Rovere, signore del Ducato di Urbino, alcuni giorni prima della sua morte (avvenuta a Pesaro il 28 settembre 1574) comunicò al Gonfaloniere della città: «Vi dono la mia rovere e voglio che sia posta nello stemma della Comunità sopra il quartiere bianco e rosso con quattro mani che si stringono tra esse e sorreggono la rovere, e sotto il motto Perpetua et firma fidelitas e voglio essere nominato Signore e Padre vostro».[19]
Il Municipio di Pesaro esaudì la volontà del Duca e così si determinò lo stemma della città con l'aggiunta della scritta Munus Guidi Ub.[aldi] de Ruvere Pisauren[sium] D[omi]ni et Patris.[19]