Desenzano del Garda comune |
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Localizzazione | |||
Stato | Italia | ||
Regione | Lombardia | ||
Provincia | Brescia | ||
Amministrazione | |||
Sindaco | Rosa Leso[1] (PD) dal 21-5-2012 | ||
Territorio | |||
Coordinate | 45°28′08″N 10°32′06″E / 45.468889°N 10.535°E45.468889; 10.535 (Desenzano del Garda)Coordinate: 45°28′08″N 10°32′06″E / 45.468889°N 10.535°E45.468889; 10.535 (Desenzano del Garda) (Mappa) | ||
Altitudine | 67 m s.l.m. | ||
Superficie | 59,26 km² | ||
Abitanti | 28 370[2] (31-8-2015) | ||
Densità | 478,74 ab./km² | ||
Frazioni | 3 centri abitati e 11 nuclei abitativi (vedi elenco) | ||
Comuni confinanti | Lonato del Garda, Padenghe sul Garda, Peschiera del Garda (VR), Pozzolengo, Sirmione | ||
Altre informazioni | |||
Cod. postale | 25015 | ||
Prefisso | 030 | ||
Fuso orario | UTC+1 | ||
Codice ISTAT | 017067 | ||
Cod. catastale | D284 | ||
Targa | BS | ||
Cl. sismica | zona 3 (sismicità bassa) | ||
Nome abitanti | desenzanesi | ||
Patrono | Sant'Angela Merici | ||
Giorno festivo | 27 gennaio | ||
Cartografia | |||
Posizione del comune di Desenzano del Garda nella provincia di Brescia |
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Sito istituzionale |
Desenzano del Garda (Dezensà in dialetto bresciano[3]) è un comune italiano di 28 370 abitanti[2] della provincia di Brescia, nel basso Lago di Garda, in Lombardia. È il comune più popoloso del Lago di Garda.
Si chiamò Desenzano fino al 1862, quando con regio decreto 7 settembre 1862, n. 830, fu battezzato Desenzano sul Lago. L'attuale denominazione fu assunta con regio decreto 29 luglio 1926, n. 1460, nel quadro di riordino delle amministrazioni locali. Contestualmente fu aggregato ad esso il territorio del soppresso comune di Rivoltella.[4][5]
Lo stesso argomento in dettaglio: Stazione meteorologica di Desenzano del Garda. |
In base alla media trentennale di riferimento 1961-1990, la temperatura media del mese più freddo, gennaio, si attesta a +3,0 °C; quella del mese più caldo, luglio, è di +23,4 °C[6].
Le origini del nome |
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Il toponimo Desenzano si suppone che derivi dal nome latino di persona Decentius, il presunto proprietario del podere e della villa del IV secolo della quale si possono visitare gli scavi. Esiste anche una etimologia di origine popolare: poiché il borgo si distende lungo il declivio collinare il toponimo viene collegato con la parola «discesa»[senza fonte]. |
Nel 1873, gli scavi condotti da Pietro Polotti in località Polada al confine con Lonato rinvennero una stazione palafitticola risalente all'Età del Bronzo e che ha preso il nome di Cultura di Polada. Presso la località Lavagnone, Renato Perini rinvenne un altro insediamento coevo[7] che nel 2011 è entrato a far parte del Patrimonio dell'umanità secondo l'Unesco[8].
Tra il I secolo a.C. e il I secolo d.C., nei pressi di Desenzano sorse un fundus abitato da un centinaio di persone. La Villa romana, i cui resti si possono scorgere presso Borgo Regio, fu costruita tra il II e il III secolo lungo la via Gallica come residenza per ricchi cittadini[7].
L'area di Desenzano e della Selva Lugana fu teatro di diversi combattimenti dell'Anarchia militare e della Tarda antichità: l'Imperatore Decio sconfisse Filippo l'Arabo nel 249 e l'anno successivo sostò in riva al Lago di Garda prima di dirigersi in Tracia per combattere i Goti. Nel 312 le truppe di Costantino incalzarono quelle del Prefetto del Pretorio Ruricio Pompeiano, fedele a Massenzio, in fuga da Brescia e dirette a Verona[7].
Il cristianesimo giunse da Verona, grazie a predicatori di quella Diocesi: risale a quel periodo il legame fra la chiesa veronese e il basso lago. Il territorio della Pieve si estendeva fra il fiume Chiese e la Lugana. Il nucleo desenzanese si sviluppò attorno a Borgo Regio probabilmente sulla preesistente villa romana. Fu costruito un castrum vetus, per difendere la popolazione dalle invasioni barbariche[9].
Stando ad un documento di discussa autenticità, il 6 ottobre 878, il Re d'Italia Carlomanno di Baviera avrebbe donato il feudo di Desenzano al monastero di San Zeno di Verona riconoscendo all'istituzione religiosa il diritto di caccia nella Selva Lugana e di pesca nel Lago[10].
All'inizio XII secolo è attestato che il feudo fosse in mano al signore del Castrum, Ugo della famiglia dei conti di Sabbioneta. La consorte Matilde, figlia di Reginaldo conte di Treviso, nel 1107 donò alcune terre al monastero di Acquanegra. Il XII secolo vide l'edificazione del nuovo castello, detto Castrum novum, e fu ribadita l'aggregazione del territorio alla diocesi veronese, sia per mano del Papa Eugenio III (1145) sia dall'Imperatore Federico I detto il Barbarossa (1154)[10].
Dal punto di vista del potere civile, Desenzano fu sottoposta al potere del comune di Brescia, grazie all'investitura concessa dall'Imperatore Enrico VI. Nel 1220 è attestato che il feudo era gestito dalla famiglia dei Confalonieri la cui giurisdizione si estendeva presso Rivoltella, San Martino, Solferino, Castiglione e Medole[10].
Il XIII secolo fu l'epoca in cui si sviluppò l'eresia catara sia nel centro gardesano sia nella vicina Sirmione. Giovanni Bello fu ordinato vescovo in Tracia e fu posto a capo della comunità di Desenzano. Suo successore, fra il 1250 e il 1260, fu Giovanni di Lugio, autore del principale testo di teologia catara fino ad oggi sopravvissuto, il Liber de duobus principiis. L'eresia terminò il 12 novembre 1276 con l'arresto da parte dei Della Scala di 166 eretici i quali furono messi al rogo a Verona poco tempo dopo[10].
Nel 1426 la città entrò a far parte della Repubblica di Venezia. Fu assegnata alla Riviera di Salò divenendo capoluogo della cosiddetta Quadra di Campagna, la quale comprendeva i territori di Calvagese, Muscoline, Rivoltella, Pozzolengo, Carzago, Padenghe e Bedizzole[10][11].
Nel Catastico Bresciano del Da Lezze (1610), Desenzano è indicata come sede del mercato del grano, punto di riferimento commerciale non solo della Riviera, ma di tutto il Lago, della Valsabbia e del mantovano[10].
Desenzano conobbe una crescita economica nel corso del XV secolo che favorì gli investimenti nel campo delle costruzioni comprese sia quelle religiose, come la parrocchiale dedicata a Santa Maria Maddalena, sia quelle private, come la dimora dei Gialdi. Fu edificata una scuola (1449) e fu fortificato il Castello (1480). La guerra fra la Serenissima e gli stati di Ferrara, Milano, Firenze e Napoli si segnala per l'assedio al fortilizio desenzanese operato dalle truppe comandate dal Duca di Calabria Alfonso[10].
Il Cinquecento fu contrassegnato dal ripetersi dei saccheggi ad opera delle truppe mercenarie (1512, 1516 e 1527), dalla peste (1567) e dai tentativi di guadagnarsi autonomia sia dalla Repubblica di Venezia sia da Salò e dalla sua Riviera. Per un breve periodo all'inizio del XVI secolo, Desenzano e Pozzolengo passarono al Ducato di Mantova, ma poi ritornarono alla Serenissima su ordine di Luigi XII di Francia. Nonostante le difficoltà, in questo secolo fu fondata l'Accademia e furono ampliati il porto, la dogana e il magazzino dei cereali[12].
Nel 1568, gli amministratori del comune furono scomunicati a causa dei contrasti con la Santa Sede. Negli anni precedenti, infatti, questa aveva assegnato il beneficio parrocchiale al Monastero di San Salvatore di Brescia provocando i malumori del notabilato locale. Quattro anni dopo, la decisione fu sospesa e l'assemblea dei capifamiglia in cambio finanziò l'ampliamento della Parrocchiale[13].
Il primo decennio del XVII secolo fu caratterizzato dalla risistemazione del Castello da parte del Consiglio Generale e da altre opere pubbliche, come la riparazione dell'orologio, un nuovo ampliamento del porto e la ristrutturazione delle case del Vaccarolo. I decenni successivi furono caratterizzati tuttavia dallo sviluppo dell'edilizia privata. Nel 1630, Desenzano fu colpita dalla peste[13].
Il Settecento desenzanese iniziò con le devastazioni apportate dalla guerra di successione spagnola. Il 30 luglio 1701 le truppe dell'esercito imperiale entrarono in città saccheggiandola; due anni dopo, fu la volta dell'esercito francese. I due eserciti si scontrarono il 29 novembre 1704 presso monte Corno. Solo l'anno seguente Venezia decise di inviare due reggimenti a difesa della popolazione del lago[13].
Nel 1792 il Consiglio Generale accettò la proposta del poeta Angelo Anelli, professore presso i ginnasi di Brescia e Milano, di istituire una Scuola pubblica di latino, grammatica e retorica: fu il primo nucleo di quello che nel 1816 diventerà il Liceo[13].
Nel marzo 1797, Desenzano entrò a far parte dell'effimera Repubblica Bresciana, mentre sul finire dello stesso anno, divenne sede del Dipartimento del Benaco della Repubblica Cisalpina, costituendosi come comune autonomo[13]. Tuttavia, già a partire dal 1º settembre dell'anno seguente, il dipartimento fu soppresso e Desenzano fu assegnato al Dipartimento del Mella[14].
Nel 1799 fu occupato brevemente dalle forze austro-russe e poi riassegnato alla Cisalpina con il ritorno delle truppe napoleoniche (1800). Con il riassetto del Regno d'Italia, stabilito con Decreto 8 giugno 1805, la città entrò a far parte del cantone VII di Lonato a sua volta appartenente al distretto I di Brescia. Fu inoltre definito comune di seconda classe a motivo dei suoi 3421 abitanti[14].
Il periodo napoleonico fu caratterizzato da investimenti in opere pubbliche come il nuovo molo su progetto di Carlo Bagatta (1805-1806) e il riadattamento a teatro della chiesa dei carmelitani[15].
Entrato a far parte del Regno Lombardo-Veneto, stato dipendente dell'Impero austriaco (1814), Desenzano fu elevato al rango di comune di prima classe (1815) e ricevette visita da parte dell'Imperatore Francesco I d'Austria nel (1816) e cinque anni dopo[15]. Durante la prima visita, constatò l'efficienza dell'allora Collegio Bagatta, e ordinò che il diploma conseguito in esso fosse equiparato a quelli dei "Regi Licei". Testimonianza ne è la lapide conservata ancora oggi nell'atrio della scuola.
Dal punto di vista organizzativo, nel 1816 il comune fu assegnato al Distretto V di Lonato della provincia di Brescia. Nel 1853 fu inserito nel Distretto VIII di Lonato[16].
Nel 1830 nacque la Società del Casino punto di ritrovo della classe borghese ed intellettuale risorgimentale. Dopo gli eventi del 1848 e del 1849 a cui partecipò il comune, nel 1851 l'Imperatore Francesco Giuseppe fece visita alla cittadina desenzanese allo scopo di rinsaldare la fiducia con la popolazione. Tre anni dopo fu aperta la strada ferrata Coccaglio – Verona con la stazione e l'originario viadotto in mattoni con archi a sesto acuto[15][17].
La battaglia di Solferino e San Martino della seconda guerra di indipendenza italiana coinvolse anche Desenzano che fu trasformata in un grande ospedale per il soccorso dei feriti[15].
A seguito della Pace di Zurigo, Desenzano entrò a far parte del Regno di Sardegna (poi Regno d'Italia) e fu incluso nel Mandamento X di Lonato a sua volta appartenente al circondario I di Brescia dell'omonima provincia. Nel 1862, con regio decreto 7 settembre 1862, n. 830, fu ribattezzato con il nome di Desenzano sul Lago[18].
I primi decenni post-risorgimentali furono caratterizzati dalla nascita della Società Operaia (1862), della Banca Mutua Popolare, dell'Osservatorio Meteorologico (1882), dal Museo Preistorico (1890)[15].
Nel 1883, il comune cedette il Castello al Demanio allo scopo di tenerci un presidio militare[15].
Nel 1909 fu aperta all'esercizio la breve linea ferroviaria fra la stazione e il porto. Due anni dopo fu la volta della tranvia interurbana a vapore per Castiglione delle Stiviere la quale si innestava sulla Brescia – Mantova permettendo un servizio viaggiatori diretto fra la cittadina gardesana e il capoluogo mantovano. Il servizio tranviario fu soppresso nel 1935, mentre la linea ferroviaria fu impiegata anche dopo la seconda guerra mondiale e fu chiusa solo nel 1969[19][20].
Il 12 febbraio 1916 Desenzano fu bombardata dall'aviazione austro-ungarica, con tre cittadini uccisi[21]
Nel 1926 il comune ricevette il territorio del soppresso comune di Rivoltella e fu ribattezzato Desenzano del Garda[22]. Nel 1928 la Regia Aeronautica formò una scuola di volo avanzata dedicata all'addestramento dei piloti velocisti per preparare adeguatamente i propri rappresentanti nella Coppa Schneider, la quale dopo l'ultima edizione della Coppa, nel 1931, venne ridesignata Reparto Sperimentale Alta Velocità.[23].
Durante la seconda guerra mondiale, Desenzano fu bombardata dalle forze alleate sia il 12 aprile[15] sia il 15 luglio 1944. Quest'ultimo bombardamento provocò la distruzione del viadotto ferroviario in mattoni rossi che fu ricostruito nel 1947 in cemento armato e con sagoma architettonica differente[24].
Il patrono della sede municipale, Sant'Angela Merici è festeggiato il 27 gennaio[15].
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Il Duomo di Desenzano del Garda fu consacrato nel 1611 ed ospita al suo interno affreschi di Andrea Celesti e Gian Battista Tiepolo.
Lo stesso argomento in dettaglio: Castello di Desenzano. |
Il castello è originario dell'alto medioevo. Nel Quattrocento venne ampliato e assolse la funzione di rifugio per la popolazione. Dal 2007 è in opera il restauro, e la struttura ospita, nella stagione estiva, spettacoli teatrali all'aperto.
La piazza risale al Cinquecento, opera dell'architetto Giulio Todeschini.
Il porto vecchio fu costruito durante la Repubblica di Venezia.
In prossimità del lago le spiagge principali sono tre, tutte sassose: la spiaggia del Desenzanino, la Spiaggia d'Oro e la spiaggia di Rivoltella.
Dal 2002 nell'area retrostante le piscine comunali è stato ricavato il Parco del Laghetto, che da allora è il
principale parco cittadino. Oltre ad un percorso salute, che si sviluppa lungo i sentieri del parco, sono presenti due campi da basket e una pista di pattinaggio in cemento, oltre a uno
skate park e un campetto da calcio in terra.
Caratteristico del parco è il laghetto artificiale, che si trova al centro e che gli dà il nome.