Cremona comune |
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Panorama cremonese, sullo sfondo ilTorrazzo |
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Localizzazione | |||||
Stato | Italia | ||||
Regione | Lombardia | ||||
Provincia | Cremona | ||||
Amministrazione | |||||
Sindaco | Gianluca Galimberti (PD) dal 9-6-2014[1] | ||||
Territorio | |||||
Coordinate | 45°08′00″N 10°02′00″ECoordinate: 45°08′00″N 10°02′00″E (Mappa) | ||||
Altitudine | 45 m s.l.m. | ||||
Superficie | 70,49 km² | ||||
Abitanti | 71 516[2] (30-4-2015) | ||||
Densità | 1 014,56 ab./km² | ||||
Comuni confinanti | Bonemerse, Castelverde,Castelvetro Piacentino (PC),Gadesco-Pieve Delmona,Gerre de' Caprioli,Malagnino, Monticelli d'Ongina (PC), Persico Dosimo, Sesto ed Uniti,Spinadesco, Stagno Lombardo | ||||
Altre informazioni | |||||
Cod. postale | 26100 | ||||
Prefisso | 0372 | ||||
Fuso orario | UTC+1 | ||||
CodiceISTAT | 019036 | ||||
Cod. catastale | D150 | ||||
Targa | CR | ||||
Cl. sismica | zona 4 (sismicità molto bassa) | ||||
Cl. climatica | zona E, 2 389 GG[3] | ||||
Nome abitanti | cremonesi | ||||
Patrono | sant'Omobono | ||||
Giorno festivo | 13 novembre | ||||
Cartografia | |||||
Posizione del comune di Cremona nell'omonima provincia |
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Sito istituzionale |
Cremona (IPA: [kɾeˈmoːna], Cremùna in dialetto cremonese) è un comune italiano di 71 516 abitanti[2], capoluogo della provincia omonima in Lombardia. L'area metropolitana, individuata dalla FUR, conta 153.458 abitanti e 42 comuni, di cui due in provincia di Piacenza. La città si trova nel cuore della Pianura Padana, poco distante dalle rive del fiume Po.
È nota come la "città delle tre T", turòon, Turàs, tetàs (torrone, Torrazzo, tettone). Altra versione è "turòon, Turàs, Tugnàs", "torrone, Torrazzo, Tognazzi" (vi è nato Ugo Tognazzi).
Cremona è situata nel sud della Lombardia, a contatto col fiume Po. Dista circa 30 km da Piacenza in Emilia-Romagna, 65 km daMantova, 50 km da Lodi, 50 km da Brescia, 56 km da Parma in Emilia-Romagna, 75 km da Bergamo e 85 km da Milano. L'area del territorio comunale è di 70,4 km², l'altitudine media di 45 m s.l.m.
Lo stesso argomento in dettaglio: Stazione meteorologica di Cremona. |
In base alla media del trentennio di riferimento 1961-1990, la temperatura media del mese di gennaio, il più freddo, si attesta a +1,7 °C; quella del mese di luglio, il più caldo, è di +24,3 °C. Le precipitazioni medie annuali si aggirano sui 750 mm, distribuite mediamente in 76 giorni, con un picco nella stagione autunnale e minimi relativi in inverno ed estate.
CREMONA | Mesi | Stagioni | Anno | ||||||||||||||
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Gen | Feb | Mar | Apr | Mag | Giu | Lug | Ago | Set | Ott | Nov | Dic | Inv | Pri | Est | Aut | ||
T. max. media (°C) | 4,3 | 7,3 | 12,7 | 17,4 | 22,4 | 26,9 | 29,3 | 27,9 | 24,0 | 17,3 | 10,2 | 5,3 | 5,6 | 17,5 | 28,0 | 17,2 | 17,1 |
T. min. media (°C) | -1,0 | 1,0 | 4,9 | 8,6 | 13,0 | 16,8 | 19,2 | 18,1 | 15,5 | 9,9 | 4,6 | 0,1 | 0,0 | 8,8 | 18,0 | 10,0 | 9,2 |
Precipitazioni (mm) | 64 | 51 | 61 | 61 | 68 | 60 | 46 | 64 | 53 | 91 | 86 | 55 | 170 | 190 | 170 | 230 | 760 |
Giorni di pioggia | 7 | 6 | 7 | 7 | 8 | 6 | 5 | 5 | 4 | 7 | 8 | 6 | 19 | 22 | 16 | 19 | 76 |
Il toponimo è di origine incerta, ma sembra preromano, forse gallico (dai Cenomani), legato alla variante prelatina "carm" del termine "carra", cioè sasso, roccia, e dal comune suffisso prelatino -ona[4]. Dal libro di Mario Monteverdi La Storia di Cremona edito nel 1955 dal giornale locale La Provincia, secondo Sicardo un certo Brimonio, troiano, scappò dalla patria distrutta e fondò Brimonia, che col tempo divenne Cremona. Per qualcun altro il fondatore fu il presunto compagno di Paride, Cremone.
Fu fortificata dai Romani nel 218 a.C. da 6.000 coloni come castrum avanzato in riva al Po, quando i Romani vennero a conoscenza dell'avanzata di Annibale dalla Spagna verso l'Italia.[5]
La leggenda più conosciuta vuole che la città sia stata fondata da Ercole. In realtà fu da sempre un vitale centro dell'area padana durante il periodo repubblicano, con un anfiteatro per giochi ludici, un foro e monumentali bagni termali. Nel 69 d.C. fu assediata e distrutta dalle truppe di Vespasiano e poi riedificata con l'aiuto dello stesso. Per un lungo periodo la città scompare dalle cronache della storia, citata solo in pochi documenti o nominata per la provenienza di qualche personaggio storico. Era sede di porto fluviale e attraversata dalla via Postumia che collegava Aquileia a Genova attraversando il Po nei pressi dell'antico insediamento. La via nel periodo tardo romano perde progressivamente importanza ma la città mantiene il porto fluviale, attestato sino al periodo tardo antico.
Nel 603 Cremona, baluardo bizantino, fu conquistata dai longobardi che ne smembrarono il territorio forse già in parte conquistato in precedenza. In quest'epoca a Cremona signoreggiarono alcune famiglie longobarde fra cui i Colleoni, i Crotti, i Suardi. La città retta dal vescovo non divenne sede di ducato e anche dopo la conquista carolingia il vescovo conte mantiene ed amplia il suo controllo sulla città e sul contado.
Tra il novecento e il mille la città accresce il suo potere, grazie ad importanti concessioni ai vescovi rettori della città. Tra gli altri si distinguono Liutprando, che fu chiamato alla corte imperiale in Sassonia, pur rimanendo vescovo, e Olderico, che riuscì ad ottenere dall'imperatore Ottone III importanti privilegi per la città.
Furono i vescovi Lamberto e Ubaldo a creare dissidi con la popolazione cremonese per la gestione delle proprietà del Monastero di San Lorenzo. Fu necessaria la mediazione dell'imperatore Corrado II che nel 1037, stabilitosi in città, diede rifugio a papa Benedetto IX, il papa ragazzino.
Con l'imperatore Enrico IV la città si rifiutò di pagare gli oppressivi balzelli che l'impero richiedeva e che il vescovo conte imponeva ai cittadini. Nacque così la narrazione del leggendario scontro tra il principe Enrico e Giovanni Baldesio (Zanén de la Bàla)[6] gonfaloniere maggiore della città. Tradizione vuole che Zanén riuscì a disarcionare il principe, risparmiando alla città il pagamento della palla d'oro (la "bàla") di circa tre chili che tutti gli anni la città doveva all'imperatore e che per quell'anno fu donata a Berta, la fidanzata del cavaliere, come dote per il suo matrimonio. A questa leggenda si aggiunge una notizia storica di pochi anni dopo. Lo stemma cittadino ricorda questo episodio, col braccio di Baldesio che sorregge la palla d'oro del tributo, con il motto riportante la frase "la mia forza sta nel braccio" in lingua tardo-latina (fortitudo mea in brachio).
Nel 1093 si formò un'alleanza militare anti imperiale capeggiata da Matilde di Canossa, che aveva numerosi possedimenti a cavallo del Po, cui partecipavano Lodi, Milano, Cremona, Piacenza. Il conflitto si risolse con il giuramento di obbedienza dell'imperatore Enrico IV a papa Urbano II e con la donazione nel 1098 dell'Insula Fulcheria (l'area diCrema) alla città di Cremona che con questo atto si costituì in libero comune, diventando una delle più ricche, potenti e popolose città dell'Italia Settentrionale.
A partire dal 1093 il comune lottò con i comuni vicini per ampliare e difendere il proprio territorio. Le guerre furono numerose e spesso vittoriose come nel 1107 per il possesso di Tortona o nel 1111 che segnò la sconfitta nei pressi di Bressanoro. In questo periodo la città ebbe forti divisioni interne fra la parte di città legata ai ghibellini, città vecchia, e quella legata a guelfi, città nuova. Il conflitto giunse al punto di creare due palazzi comunali con l'edificazione delPalazzo Cittanova, ancora esistente.
Con la discesa del Barbarossa la città si alleò all'imperatore che appoggiò Cremona contro la rivolta di Crema, aiutata dai milanesi nelle loro rivendicazioni d'indipendenza. La vittoria e la fedeltà all'impero permise al comune di batteremoneta e quindi di creare una zecca (autorizzata da una bolla imperiale).
Nel 1160 Cremona riconquistò Crema e, dando appoggio all'imperatore, diede l'assalto a Milano distruggendola (1162). Alla città fu affidata l'area di Porta Romana in Milano.
È solo nel 1167 che la città si schierò con gli altri comuni italiani contro l'impero, entrando a far parte della Lega Lombarda, che il 29 maggio 1176 sconfisse le truppe imperiali a Legnano. L'unione durò poco e le città tornarono a scontrarsi nel 1213 a Castelleone dove i cremonesi sconfissero una lega milanese composta dai comuni di Lodi,Piacenza, Crema, Novara, Como e l'appoggio dei bresciani. Nel 1232 iniziò il legame tra Cremona e l'imperatoreFederico II chiamato in causa in una disputa di potere interno alla città. La nuova alleanza con l'impero portò alla vittoria nella battaglia di Cortenuova contro la Lega Lombarda. Federico II portò spesso la sua corte nella città e l'unico episodio spiacevole fu la sconfitta ad opera dei parmigiani a Vittoria, città creatura di Federico II, che portò alla cattura di più di duemila cremonesi.
Alcuni anni dopo la ritorsione nei confronti dei parmigiani fu molto dura con una sconfitta militare ad opera di Oberto II Pallavicino (o Pelavicino) durante la quale sottrassero il carroccio nemico e i pantaloni, che in segno di profondo scherno e derisione rimasero appesi per secoli alle volte del duomo di Cremona.
Il 1º novembre 1266 Oberto II Pallavicino venne cacciato dalla città e con lui cadde il governo ghibellino. Al suo posto prese il potere un altro ghibellino,Buoso da Dovara, che lo cedette al Consorzio di Pace e Fede, che lo gestì sino al 31 dicembre 1270. L'anno seguente fu istituita la figura del Capitano del Popolo che assunse, per parte guelfa, i poteri comunali. Nel 1276Cremona passò alla signoria del marchese Cavalcabò, che ne diresse le sorti sino al 1305. Il figlio Guglielmo Cavalcabò ne ereditò i poteri sino al 1310.
In questo periodo furono eseguite numerose opere edilizie: la cella campanaria del Torrazzo e la sua ghirlanda ottagonale con cuspide conica, la chiesa romanica di S. Francesco, i transetti della cattedrale e la Loggia dei Militi. Sempre allo stesso periodo datano numerose sistemazioni agrarie tra le quali la realizzazione di canali irrigui nel territorio a vocazione agricola; un esempio per tutti fu la costruzione del Dugale Delmona, databile agli inizi del XIV secolo.
A partire dal 1311 la signoria dei Cavalcabò si alternò con signori esterni alle famiglie cremonesi di partito guelfo. Tra questi vi furonoArrigo VII di Lussemburgo ghibellino, nel 1311, Giberto III da Correggio, nel 1312, e Roberto di Puglia nel 1313. Con la fine della signoria di Giacomo Cavalcabò il 29 novembre 1322 entrò in scena un'altra famiglia lombarda: i Visconti, con Galeazzo I, che influenzeranno la storia della città per centocinquanta anni.
La città fu retta dai Visconti in alternanza con importanti figure politiche del panorama europeo del tempo, come Ludovico il Bavaro, imperatore nel 1327, e Giovanni di Lussemburgo, re di Boemia nel 1331, sino al 1403. In quell'anno vi fu la riconquista della signoria da parte della famiglia Cavalcabò, che non durò a lungo. Il 25 luglio del 1406Cabrino Fondulo, capitano delle truppe di Ugolino Cavalcabò, uccise con un inganno i maschi della famiglia Cavalcabò, assumendo la signoria della città. Impossibilitato a gestire il potere si ritirò a Castelleone in cambio di 40.000 fiorini d'oro pagati dalla famiglia Visconti.
Nel 1406 la signoria passò a Filippo Maria Visconti, che la rese ereditaria. Cremona con questo atto entrò nel Ducato di Milano e ne seguì le sorti sino all'unità d'Italia.
Sotto i Visconti prima e gli Sforza poi Cremona ebbe un intenso sviluppo culturale e religioso. Nel 1411 Palazzo Cittanova divenne sede dell'Università dei Mercanti di fustagno. Nel 1441 la città fu scelta per celebrare le nozze tra Francesco I Sforza e Bianca Maria Visconti, il 25 ottobre, nel tempietto eretto dai Benedettini, oggi sostituito dalla chiesa di S. Sigismondo costruita in un periodo di poco successivo. Si racconta che nel banchetto nuziale di Francesco Sforza e Bianca Maria Visconti sia stato servito per la prima volta il torrone, che è ora uno dei prodotti più noti di Cremona; ma non si tratta di verità storica, e neppure di tradizione antica, in quanto è invece una felice trovata pubblicitaria dell'industria dolciaria cremonese del primo Novecento[7]. Anche Ludovico il Moro finanziò importanti opere cittadine per la cattedrale, come il sopralzo del frontone e la realizzazione del porticato denominato la Bertazzola, il battistero, rivestito parzialmente in marmo, il rifacimento della facciata della chiesa di S. Agata e del Palazzo Comunale.
Nel 1446, Cremona fu accerchiata dalle truppe di Francesco Piccinino e di Luigi dal Verme. I Veneziani inviarono in suo soccorso Scaramuccia da Forlì, che riuscì a superare l'assedio, provocando il fallimento dell'impresa dei due condottieri e liberando la città.
Con la guerra tra Ludovico il Moro e la Francia di Luigi XII Cremona passò infatti per un breve periodo sotto la Repubblica di Venezia, dal 1499 al 1509. La vittoria della lega a Agnadello riportò Cremona al Ducato di Milano, retto dai francesi di Luigi XII, l'11 maggio del 1509.
Le alterne vicende che vedono opporsi Spagna, Francia, Repubblica di Venezia e, nella persona di Massimiliano Sforza, Ducato di Milano, hanno termine con il Trattato di Noyon del 1516 che sancisce l'esilio del duca di Milano. La conquista della città ad
opera degli spagnoli avvenne nel 1524 con la presa
del Castello di Santa Croce. La sconfitta finale francese e l'espulsione delle truppe dal Ducato di Milano viene sancita nel
gennaio 1526 dal Trattato di Madrid. Contro gli Asburgo la
Repubblica di Venezia, nella Lega
di Cognac, mosse allora le proprie truppe, capitanate da Michael Gaismair, alla riconquista di Cremona, il 26 settembre 1526. Ma la sconfitta di Giovanni dalle Bande
Nere a Governolo aprì la strada che portò i
lanzichenecchi a saccheggiare
Roma.
Cremona, pur assopita e rassegnata alle scorribande e ai cambiamenti delle truppe vincitrici non perde l'interesse per l'abbellimento artistico della città. Un esempio ne è la costruzione
della loggia realizzata, in stile bramantesco, sul porticato posto in facciata al Duomo (Bertazzola) ad opera di Lorenzo Trotti.
Nel 1546 il ducato passa a Filippo II, re di Spagna e futuro erede del titolo imperiale; inizia per Cremona e la Lombardia in generale un lungo periodo di dominazione che tenderà a sottrarre risorse senza reinvestire nelle opere infrastrutturali e produttive del territorio. Le opere artistiche continueranno ad essere commissionate per gli edifici religiosi e per i palazzi della nuova aristocrazia spagnola e della vecchia aristocrazia cremonese. Nel 1550 Lorenzo Trotti termina la loggia sul lato destro della Cattedrale, nel 1614 è ricostruita la chiesa dei Santi Siro e Sepolcro su disegno di Antonio Gialdini.
Alla fine del Seicento l'incapacità spagnola di gestione del territorio, dopo la carestia (1628) e la peste (1630), unita all'interesse della casata d'Austria per l'Italia settentrionale, portò prima alla conquista francese il 9 febbraio 1701, poi alla conquista austriaca del 10 aprile 1707. La dominazione fu sancita nel 1714 dalla Pace di Utrecht.
13 novembre - Sant'Omobono (protettore dei sarti) - Patrono della città