Brescia città |
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Vista di Brescia dal castello |
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Localizzazione | |||||
Stato | Italia | ||||
Regione | Lombardia | ||||
Provincia | Brescia | ||||
Amministrazione | |||||
Sindaco | Emilio Del Bono (PD) dal 10/06/2013 | ||||
Territorio | |||||
Coordinate | 45°32′20″N 10°13′13″ECoordinate: 45°32′20″N 10°13′13″E (Mappa) | ||||
Altitudine | 149 (max 850) m s.l.m. | ||||
Superficie | 90,34 km² | ||||
Abitanti | 196 559[1] (30-6-2015) | ||||
Densità | 2 175,77 ab./km² | ||||
Frazioni | Vedi Quartieri di Brescia | ||||
Comuni confinanti | Borgosatollo, Botticino,Bovezzo, Castel Mella,Castenedolo, Cellatica,Collebeato, Concesio, Flero,Gussago, Nave, Rezzato,Roncadelle, San Zeno Naviglio | ||||
Altre informazioni | |||||
Cod. postale | 25121-25136 | ||||
Prefisso | 030 | ||||
Fuso orario | UTC+1 | ||||
CodiceISTAT | 017029 | ||||
Cod. catastale | B157 | ||||
Targa | BS | ||||
Cl. sismica | zona 3 (sismicità bassa) | ||||
Nome abitanti | bresciani | ||||
Patrono | Santi Faustino e Giovita eAngela Merici | ||||
Giorno festivo | 15 febbraio | ||||
Soprannome | Leonessa d'Italia | ||||
Cartografia | |||||
Posizione del comune di Brescia nell'omonima provincia |
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Sito istituzionale |
Brescia (Brèsa[2], Brèssa o Brèha in dialetto bresciano) è un comune italiano di 196 559 abitanti[1], capoluogo dell'omonima provincia in Lombardia.
È il secondo comune della regione per popolazione dopo Milano: il suo agglomerato metropolitano conta 672 822 abitanti[3]. La sua provincia è la sesta più popolata d'Italia dopo quelle di Roma, Milano, Napoli, Torino e Palermo. È la diciassettesima città più popolosa d'Italia e la sesta non capoluogo di regione[4].
Fondata oltre 3200 anni fa ai piedi delle Alpi, Brescia fu la capitale dei galli cenomani e in seguito divenne colonia romana con il nome di Brixia. Fece parte della Repubblica di Venezia, di fatto ancora oggi risente dell'influenza del Veneto. L'UNESCO ha dichiarato come patrimonio mondiale dell'umanità, facente parte del sito "Longobardi in Italia: i luoghi del potere", sia l'area monumentale del foro romano sia il complesso monastico longobardo di San Salvatore-Santa Giulia, all'interno del quale si trova ilMuseo della città[5].
La città di Brescia è anche soprannominata "Leonessa d'Italia" per i dieci giorni di resistenza agli austriaci durante il Risorgimento Italiano (dal 23 marzo al 1º aprile 1849).
L'Adelchi, tragedia di Alessandro Manzoni, è in gran parte ambientata a Brescia.
Brescia sorge nell'alta Pianura Padana allo sbocco della val Trompia, ai piedi del monte Maddalena e del colle Cidneo.
Il territorio – delimitato a nord dalle Prealpi Bresciane, ad est dalle Prealpi Gardesane e a ovest dai territori dellaFranciacorta – è in maggior parte pianeggiante; tuttavia tutto il versante sud del Monte Maddalena (compresa la cima) ricade nel territorio comunale, così che il comune di Brescia si trova ad avere un'escursione altimetrica di 770 metri[6].
Il centro storico è racchiuso nel perimetro della cinta muraria di epoca veneta, abbattuta tra la seconda metà dell'Ottocentoe gli anni venti del Novecento[7], ed è sovrastato dal colle Cidneo sul quale è ben visibile il castello di Brescia. Il resto della città si espande geograficamente e visivamente su tutto il territorio circostante, racchiuso dalla cinta di monti prealpini, come il Monte Maddalena (ad est), ed il Monte Sant'Onofrio (a nord), anche se quest'ultimo non fa geograficamente parte del territorio cittadino, bensì dei comuni dell'hinterlandBovezzo, Lumezzane, Concesio e Nave.
Il rischio sismico di Brescia secondo l'ordinanza PCM 3.274 del 20/03/2003 è riconducibile alla zona 3, ovvero di bassa sismicità.[8].
Lo stesso argomento in dettaglio: Monte Maddalena. |
Il monte Maddalena (già monte Denno) è un monte appartenente alle Prealpi Bresciane che si innalza a ridosso della città e più precisamente nella sua parte nord-orientale. Proprio per la vicinanza con la città è detta la montagna dei bresciani. Alta 874 metri s.l.m., la Maddalena costituisce un vero polmone verde per la città. Altra altura rilevante è il colle Cidneo, sopra il quale si erge il Castello di Brescia.
Il principale corso d'acqua della città è il fiume Mella, che nasce nella zona del Maniva e, attraversando la Val Trompia, giunge in città da nord e l'attraversa longitudinalmente, passando ad ovest del centro storico. Ad oggi il fiume Mella non è navigabile e presenta rilevanti problemi di inquinamento, soprattutto nel tratto cittadino.
I restanti corsi d'acqua sono perlopiù a carattere torrentizio. Troviamo il Garza, torrente che nasce a metà strada tra i centri di Lumezzanee di Agnosine e che, scorrendo attraverso la Valle del Garza, raggiunge la città da nord-est e l'attraversa in tutta la sua lunghezza con un percorso misto scoperto e sotterraneo.
Il Naviglio di Brescia è invece un canale, derivante dal fiume Chiese, che attraversa la città nella zona est per poi lambire i comuni dellabassa bresciana orientale.
Lo stesso argomento in dettaglio: Stazione meteorologica di Brescia Centro, Stazione meteorologica di Brescia Ghedi e Stazione meteorologica di Brescia Montichiari. |
Brescia, secondo la classificazione dei climi di Köppen, gode di un clima subtropicale umido (Cfa), caratterizzato da una piovosità uniformemente distribuita in tutte le stagioni e con estati molto calde.
Le precipitazioni si concentrano nei periodi compresi tra maggio ed agosto, con un leggero calo nei mesi di luglio e settembre, e un riacutizzarsi nel periodo compreso tra ottobre e novembre inoltrato.
L'inverno è compreso generalmente tra novembre e fine marzo, ed è caratterizzato da una percentuale di piovosità molto bassa.
BRESCIA CENTRO (1961-1990) |
Mesi | Stagioni | Anno | ||||||||||||||
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Gen | Feb | Mar | Apr | Mag | Giu | Lug | Ago | Set | Ott | Nov | Dic | Inv | Pri | Est | Aut | ||
T. max. media (°C) | 5,0 | 8,5 | 14,2 | 18,6 | 23,1 | 27,8 | 30,3 | 29,4 | 25,1 | 18,5 | 11,6 | 6,8 | 6,8 | 18,6 | 29,2 | 18,4 | 18,2 |
T. media (°C) | 1,8 | 4,4 | 9,6 | 13,7 | 17,9 | 22,3 | 24,6 | 23,9 | 20,1 | 14,3 | 8,1 | 3,7 | 3,3 | 13,7 | 23,6 | 14,2 | 13,7 |
T. min. media (°C) | -1,5 | 0,3 | 4,9 | 8,8 | 12,7 | 16,7 | 19,0 | 18,4 | 15,1 | 10,0 | 4,5 | 0,6 | -0,2 | 8,8 | 18,0 | 9,9 | 9,1 |
Precipitazioni (mm) | 63,9 | 64,3 | 71,0 | 83,0 | 104,9 | 99,5 | 86,3 | 101,1 | 72,8 | 98,1 | 87,0 | 54,6 | 182,8 | 258,9 | 286,9 | 257,9 | 986,5 |
Giorni di pioggia | 7 | 6 | 7 | 9 | 10 | 9 | 6 | 7 | 6 | 7 | 8 | 6 | 19 | 26 | 22 | 21 | 88 |
Tra le specie nidificanti o svernanti nell'ambiente urbano le più rappresentative sono il colombaccio, il piccione, la rondine comune, il rondone, ilmerlo, lo storno, il passero domestico e mattugio.
Tra gli ospiti più comuni dei cieli bresciani anche il balestruccio, la capinera e il luì piccolo.
Le specie segnalate sono: la gallinella d'acqua che nidifica al parco Ducos ed è presente sul fiume Mella e sul torrente Garza, il gabbiano comunein gruppi stazionanti sul fiume Mella, il torcicollo, la ballerina gialla e bianca, lo scricciolo, il pettirosso, l'usignolo, il canapino, il codirosso e ilcodirosso spazzacamino. Sono invece piuttosto rari la tortora dal collare orientale, il barbagianni, l'allocco e la civetta.
Lo stesso argomento in dettaglio: Storia di Brescia. |
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Le origini di Brescia risalgono al 1200 a.C., quando una popolazione, probabilmente di Liguri, costruì un insediamento nei pressi del Colle Cidneo[9][10]. Nel VII secolo a.C. si insediarono i Galli Cenomani, che fecero di Brescia la loro capitale. Successivamente, a cavallo tra III e II secolo a.C., a seguito di scontri tra Insubri, Galli e Romani, Brixia iniziò il percorso di annessione allaRepubblica romana, culminato nel 41 a.C. quando gli abitanti ottennero la cittadinanza romana, pur mantenendo una certa autonomia amministrativa.
Dal 402 al 493 subì numerose invasioni barbariche, tra cui quelle dei Visigoti di Alarico, degli Unnidi Attila, degli Eruli di Odoacre e degli Ostrogoti di Teodorico; proprio sotto quest'ultimo la città acquisì un'importanza chiave nel regno ostrogoto. Dal 568 divenne un importante ducato delregno longobardo.
Proclamatosi comune autonomo già nel XII secolo, finì sotto la dominazione viscontea e poi si diede, con la dedizione del 24 novembre 1426, ai Domini di Terraferma della Repubblica di Venezia e ne rimarrà legata fino alla fine. Annessa al Regno Lombardo-Veneto, durante ilRisorgimento fu teatro delle dieci giornate di Brescia, per poi arrivare all'annessione al Regno d'Italia nel 1860.
Nel 1932, tramite la demolizione del quartiere delle Pescherie, su incarico del Duce Benito Mussolini viene realizzata in stile fascista Piazza della Vittoria dall'architetto Marcello Piacentini, il quale vi realizza il primo grattacielo d'Italia, il Torrione[11] che è tra i primissimi grattacieli in Europa[12].
Il 13 luglio 1944 il centro della città fu bombardato dagli anglo-americani che sganciarono 124 tonnellate di esplosivo, provocando la morte di più di trecento persone[13].
Durante la seconda guerra mondiale, con la creazione della repubblica sociale italiana, denominata informalmente di Salò, Brescia divenne sede di alcuni ministeri.
Il 28 maggio 1974 si verificò l'attentato in Piazza Loggia, mentre era in corso una manifestazione contro il terrorismo neofascista indetta dai sindacati, causando la morte di otto persone e il ferimento di più di altre cento.
Il toponimo "Brescia" appare inizialmente su trattati veneti e nasce dalla probabile venetizzazione del lombardo "Brèsa" o "Brèssa"[14], che a sua volta trae origine dal nome cenomane e poi romano della città, denominata da Augusto come "Colonia Civica Augusta Brixia"[15]. In età altomedievale è attestata, accanto alla forma "Brixia", la variante "Brexia"[16].
Il nome latino "Brixia"' (e anche la variante greca "Βρηξία") è ben documentato in epoca classica (Catullo, Livio, Plinio il Vecchio ed altri). Viene fatto solitamente risalire al termineceltico *brik/*brig (sommità, colle, altura) con vari riscontri in altre aree di influenza celtica (Bressa in Gallia, Brexa in Spagna, Bressanone, Bresso e Brianza in Italia)[17]. Anche nel dialetto locale il termine bréc significa sentiero ripido e sconnesso[18].
« Lieta del fato Brescia raccolsemi,
Brescia la forte, Brescia la ferrea, |
(Giosuè Carducci, Alla Vittoria, vv.37-40, 14 - 16 maggio 1877, Odi Barbare) |
« D'un de' tuoi monti fertili di spade,
Niobe guerriera de le mie contrade, |
(Aleardo Aleardi, Canti Patrii, 1857) |
Alla città fu dato l'appellativo "Leonessa d'Italia" da Aleardo Aleardi, nei suoi Canti Patrii. La fortuna dell'espressione si deve però a Giosuè Carducci, che volle rendere omaggio a Brescia per la valorosa resistenza contro gli occupanti austriaci durante l'insurrezione delle dieci giornate, nell'ode Alla Vittoria. Tra le rovine del tempio di Vespasiano in Brescia, contenuta nelle Odi barbare.
Lo stemma di Brescia è contraddistinto dal leone azzurro su argento, a richiamo del leone cittadino, simbolo attribuitogli prima dell'epoca veneziana. La blasonatura dello stemma è stata emanata con un decreto comunale il 25 giugno 1925.
« Scudo d'argento cimato da una corona con cinque fioroni e quattro punte gemmate. In campo un leone d'azzurro, armato, linguato e codato di rosso; con il motto: BRIXIA FIDELIS » |
(Dallo Statuto del Comune - Decreto del 25 giugno 1925.) |
A differenza di quanto comunemente si crede, a causa dell'appellativo Leonessa d'Italia (attribuito alla città di Brescia da Giosuè Carducci), quello che figura sullo stemma di Brescia è un leone maschio.
Il gonfalone, invece, è formato da un drappo diviso in due teli di colore bianco e azzurro, con al centro lo stemma comunale. Sul verso sono presenti le raffigurazioni dei santiFaustino e Giovita, patroni della città.[19]
Lo stemma di Brescia introdotto da Napoleone Bonaparte prevedeva la sostituzione del leone azzurro con un leopardo rosso sebbene definito "illeonito" ovvero nella tipica posizione rampante del leone. Lo stemma napoleonico durò ben poco poiché meno d'un anno dopo, con il ritorno degli austriaci, il Comune di Brescia chiese la reintroduzione del precedente stemma. Tale richiesta venne ascoltata e il 28 giugno 1816 il generale Saurau ripristinò, con un decreto in nome di Francesco I, lo stemma precedente con l'aggiunta della corona patriziale e dell'austriaca aquila bicipite. Soltanto nel 1859, con la cacciata degli austriaci, vennero abolite la corona patriziale e l'aquila bicipite che lasciarono posto alla cinta merlata come in uso in diverse città italiane.
« La buona città di Brescia porta d'argento il leopardo illeonito di rosso colla coda rivoltata terminata dal capo di verde colla lettera N d'oro posta nel cuore ed accostata da tre rose a sei foglie del medesimo. Cimato dalla Corona murale a sette merli d'oro, sormontato dall'aquila nascente al naturale, tenente fra gli artigli un caduceo d'oro in fascia, il tutto accompagnato da due festoni intrecciati d'oro e di quercia dell'ultimo, diviso tra i due fianchi ricongiunti e pendenti della punta[20] » |