Genova.

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Genova
comune
Genova – Stemma Genova – Bandiera
(dettagli)
La Superba
La Superba
Localizzazione
Stato Italia Italia
Regione Coat of arms of Liguria.svg Liguria
Provincia Città metropolitana di Genova-Stemma.png Genova
Amministrazione
Sindaco Marco Doria (centro-sinistra) dal 21-5-2012
Territorio
Coordinate 44°24′40.16″N8°55′57.58″ECoordinate44°24′40.16″N 8°55′57.58″E (Mappa)
Altitudine 19 m s.l.m.
Superficie 240,29 km²
Abitanti 588 668[1] (30-6-2015)
Densità 2 449,82 ab./km²
Frazioni vedi: Quartieri e frazioni di Genova,
Municipi di Genova
Comuni confinanti ArenzanoBargagli,BogliascoBosio (AL),CampomoroneCeranesi,DavagnaMasoneMele,MignanegoMontoggio,Sant'OlceseSassello (SV),Serra RiccòSoriTiglieto,Urbe (SV)
Altre informazioni
Cod. postale da 16121 a 16167
Prefisso 010
Fuso orario UTC+1
CodiceISTAT 010025
Cod. catastale D969
Targa GE
Cl. sismica zona 3B (sismicità bassa)
Cl. climatica zona D, 1 435 GG[2]
Nome abitanti genovesi (in genovese:zeneixi)
Patrono san Giovanni Battista
Giorno festivo 24 giugno
Soprannome La Superba
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Genova
Genova
Posizione del comune di Genova nell'omonima città metropolitana
Posizione del comune di Genova nell'omonima città metropolitana
Sito istituzionale

Genova (IPA/ˈʤɛnova/Zena /ˈzeːna/ in ligure[3]Genua in latino) è un comune italiano di 588 668 abitanti[1], capoluogo dell'omonima città metropolitana[4] e della regione Liguriasesto comune italiano e terzo del Nord Italia[5] per popolazione, quarto per movimento economico, costituì dalla fine del 1.800 agli anni settanta il cosiddetto triangolo industriale Milano-Torino-Genova. Lacittà che appartiene ad un agglomerato urbano di 862 885 abitanti[6], ed è cuore di una vasta area metropolitana di oltre 1 510 000 abitanti[7], è il più grande comune della Liguria.

Affacciata sul Mar Ligure, dominatrice dell'omonimo golfo, la sua storia è legata alla marineria e al commercio. Il suo porto è il più grande ed importante d'Italia, ed il secondo del Mediterraneo.[8][9][10]. La città ospita cantieri navali e acciaierie dal XIX secolo, e il suo solido settore finanziario risale al Medioevo. Il Banco di San Giorgio, fondato nel 1407, è stata la prima banca del mondo ed ha svolto un ruolo importante nella prosperità della città a partire dalla metà del XV secolo. Oggi sono numerose le aziende italiane che hanno sede a Genova, tra cui Ansaldo EnergiaAnsaldo STSERGPiaggio Aerospace e Costa Crociere. La città è inoltre un importante polo a livello internazionale nell'istruzione e nella ricerca, come ad esempio l'Università degli Studi di Genova, una delle più antiche del mondo, il Conservatorio Niccolò Paganini e l'Istituto italiano di tecnologia; nella medicina, con eccellenze quali l'Istituto Giannina Gaslini e l'Ospedale San Martino e nello sport, essendo sede della società calcistica più antica d'Italia ovvero ilGenoa Cricket and Football Club e dell'Unione Calcio Sampdoria, entrambe militanti in Serie A.

Per oltre otto secoli capitale dell'omonima repubblica, Genova è stata citata con gli appellativi di "La Superba" e "La Dominante".[11]La sua ricchezza culturale in fatto di storiaarteletteraturamusica (Scuola genovese) e cucina, le ha permesso di diventareCapitale europea della cultura nel 2004. Il Centro storico di Genova, uno dei più estesi d'Europa, è dal 2006 Patrimonio dell'umanità. Cantata da poeti e personaggi d'ogni nazionalità come Oscar WildeGustave FlaubertGeorge Gordon ByronCharles Dickens eMary Shelley, fu definita da Francesco Petrarca "regale, addossata a una collina alpestre, superba per uomini e per mura. Il suosolo aspetto era in grado di indicarla Signora del mare" , è nota, tra l'altro, per aver dato i natali a Cristoforo ColomboGiuseppe MazziniGoffredo MameliNiccolò PaganiniFabrizio De André, il Premio Nobel per la letteratura Eugenio Montale e l'archistar, vincitore del Premio PritzkerRenzo Piano. Simbolo "fisico" della città è il suo faro, conosciuto come la Lanterna, mentre viene tradizionalmente rappresentata dalla Croce di San Giorgio, negli stemmi sorretta da due grifoni. Altri simboli con cui è riconosciuta la città sono il Basilico, il pesto e l'Acquario di Genova.

Geografia fisica[modifica | modifica wikitesto]

La città trova collocazione nella parte centrale e interna dell'omonimo golfo che si affaccia sul mar Ligure. È situata tra la costa e i rilievi dell'appennino ligure-genovese[12], che ha un'altezza media di circa 1200 m.s.l.m. ed è formato da rocce facilmente erodibili, con cime arrotondate e versanti ripidi, incisi da valli scoscese. Nelle valli che si sviluppano in maniera prevalentemente longitudinale, scorrono i torrenti come il Polcevera e il Bisagno e, fuori dal territorio comunale, il Lavagna, che per la brevità del versante marittimo non raggiungono mai lunghezze di rilievo. L'ineguale distribuzione delle piogge, il carattere impermeabile del suolo e il dissesto idrogeologico che caratterizza il territorio urbano, sono fattori che hanno contribuito a rendere irregolare i regimi di questi corsi d'acqua, che alternano piene improvvise e violente con periodi di magra. I rilievi che cingono la città permettono di avere inverni miti (la media di gennaio è superiore di circa 6-8 °C rispetto alle medie di Milano e Torino), soleggiati e luminosi, ed estati calde e non afose grazie alle brezze marine e alle piogge che sfiorano i 1000 mm annui[13].

Territorio[modifica | modifica wikitesto]

Exquisite-kfind.png Lo stesso argomento in dettaglio: Territorio di Genova.
Immagine satellitare che inquadra il centro città, la val Polcevera e la val Bisagno.

La città si snoda su un'ampia fascia litoranea lunga quasi trenta chilometri, da Voltri a Nervi, sulla costa ligure, con uno sviluppo quasi uguale da ponente a levante, alle cui spalle si ergono rilievi in immediata prossimità del mare. Nel percorrere la costa occidentale daSampierdarena a Voltri, disseminata di complessi abitativi e industriali, o quella orientale da Albaro in poi, anche se più scarsa e frammentaria a causa di una diversa situazione orografica, è facile percepire la presenza di ambienti culturalmente autonomi, non alterati dalla conurbazione amministrativa. Dietro la costa e in piccole valli, specie nel Ponente, rimangono ampie testimonianze dell'attività manufatturiera di età moderna, come cartiere e cave di calce, circondate dai segni del modellamento dei terrazzamenti richiesti dall'agricoltura. Situazione che si ripete sulle pendici alte della val Polcevera e della val Bisagno. Genova è una città lineare che si inoltra verso l'interno solo lungo i solchi della val Polcevera e, in minor misura, della val Bisagno. Oltre che lineare, la città si estende anche verticalmente, arrampicandosi sull'ampio retrostante anfiteatro delle colline di CarignanoCastelletto e Albaro su ripidi sentieri pedonali denominati "creuse", con ascensori, funicolari e un complesso sviluppo stradale che dal centro storico porta alle alture[12][14].

La città si estende lungo l'appenino a cui si addossa per ampliarsi nelle due vallate principali la val Polcevera, a Ponente, più ampia e a ridosso del bacino del torrente Polcevera quasi rettilinea e perpendicolare alla costa e la val Bisagno, a levante, più stretta, attorno al bacino del torrente Bisagno con un percorso ondulato tra Prato, prima a ponente, sino a Molassana e poi a sud-ovest sino alla Foce. Il territorio prosegue a levante, nelle valli del torrente Sturla, del Rio Bagnara e del Rio di Nervi. Il territorio col suo golfo, la costa e le alture vede l'alternarsi di diversi paesaggi naturali e caratteristiche ambientali. Si passa da una stretta zona costiera, a rilievi montuosi e collinari. Sviluppata longitudinalmente in orizzontale sulla costa e in verticale sulle alture delle colline e dei rilievi montuosi. La parte più antica della città, per la sua estensione, ne fa uno dei centri storici più grandi d'Italia e d'Europa[12].

Orografia[modifica | modifica wikitesto]

La zona di San Fruttuoso vista dallavilla Saluzzo Bombrini di Albaro, in un dipinto di Alessandro Magnasco, 1740,Musei di Strada Nuova

Il territorio presenta rilievi montuosi che hanno quote che variano dai 400 ai 1100 metri di altezza e distano tra i 6 e i 10 chilometri dal mare. L'Istat classifica il comune come appartenente alla zona altimetrica "montagna litoranea" (zona con presenza di rilievi con altitudini superiori ai 600 m)[12]. A ponente i rilievi più significativi sono il monte Gazzo (419 m), punta Martin (1001 m), il monte Pennello (996 m), il monte Proratado (928 m) appartenente all'itinerario dell'Alta Via dei Monti Liguri, il monte Figogna (804 m), il monte Mezzano (637 m), il monte Corvo (543 m) e il monte Bastia (437 m). A levante si trovano il monte Alpi (800 m) e i piani di Creto (640 m), il monte Fasce (800 m) e il monte Moro (406 m), appena sopra l'abitato di Nervi[12]. Le colline da ponente a levante sono quelle di Murta, Coronata, Pegli, Rivarolo, Begato, sino ad arrivare a quella del Belvedere a Sampierdarena, a quella di San Benigno (scomparsa con lo sbancamento negli anni trenta) e della collina degli Angeli, alle colline di Sarzano, De Ferrari (scomparsa, perché sbancata) e Carignano, nel centro di Genova e col contrafforte collinare del Righi e la collina di Albaro, Quarto, Quinto, Nervi, Sant'Ilario nel levante[12].

Idrografia[modifica | modifica wikitesto]

Exquisite-kfind.png Lo stesso argomento in dettaglio: Idrografia di Genova.
Veduta del ponte della Pila, di Luigi Garibbo, 1822

Il territorio e le vallate della città sono percorsi da torrenti con bacini di diversa rilevanza. I più grandi, scorrono lungo le omonime valli e sono il Polcevera, a ovest del centro, con un bacino allargato e un percorso rettilineo sino al mare e, a est, il Bisagno dal bacino più stretto e andamento più tortuoso. La città si è sviluppata urbanisticamente nelle due valli con quartieri residenziali e insediamenti produttivi e infrastrutture. Nel ponente cittadino si trovano torrenti minori quali il Chiaravagna a Sestri Ponente, il Cerusa e il Leiro a Voltri, il Branega e il San Pietro nel quartiere di Prà, il Varenna a Pegli e Multedo. Nel levante il Fereggiano a Quezzi, lo Sturla, a Sturla e il Nervi a Nervi. Considerevole è la presenza di molti rii, tra cui, il Canate, Torbido, Geirato, Trensasco, Cicala, Velino, Lentro, Noce, San Teodoro, San Lazzaro, San Bartolomeo, Lagaccio, Sant'Ugo, Carbonara, Sant'Anna, Vernazza, Priaruggia, Castagna, Bagnara. Con l'urbanizzazione sono stati apportati mutamenti all'assetto naturale e originario dei torrenti e dei rii con anche la realizzazione di tombinature parziali o totali del loro percorso. Alcuni di questi mutamenti hanno interessato i torrenti Branega, San Pietro, Chiaravagna, Bisagno e Sturla[12].

Sismologia[modifica | modifica wikitesto]

La classificazione sismica, colloca il territorio in zona 3 e 4 a sismicità bassa e molto-bassa[15]. In qualche cronaca del passato (Il CITTADINO, Giornale del popolo. 24 febbraio 1887) si trova notizia di episodi sismici di rilievo, come quello del 23 febbraio 1887[16].

Clima[modifica | modifica wikitesto]

Exquisite-kfind.png Lo stesso argomento in dettaglio: Clima di GenovaStazione meteorologica di Genova Università e Stazione meteorologica di Genova-Sestri Ponente.
Veduta panoramica da nord dell'area di ubicazione della stazione meteorologica

Secondo la classificazione Koeppen, Genova, nella sua fascia costiera, appartiene alla zona Csa, ossia al clima temperato delle medie latitudini, con estate calda e temperatura media superiore a +22 °C, precipitazioni inferiori a 30 mm. durante il mese estivo più caldo. A levante e sull'interno, nelle vallate e nella maggior parte del territorio si passa alla zona climatica Cfsa con Clima temperato di transizione al mediterraneo, in cui le precipitazioni sono superiori a 30 mm. Oltre i 500 m di quota, la zona climatica passa alla Cfsb con Clima temperato ad estate tiepida, con una temperatura media inferiore a +22°[12]. Secondo la classificazione climatica, che regolamenta l'accensione degli impianti di riscaldamento, è nella zona climatica D, 1435 GG.(accensione dal 1º novembre al 15 aprile, con 12 ore giornaliere)[15].

Grazie alla posizione ambientale, al centro del golfo, sul mare, riparata dai monti e esposta a mezzogiorno, gode di un clima mediterraneoe favorevole. L'escursione termica tra la temperatura massima diurna e la minima notturna è contenuta, mediamente tra i 6 °C ed i 7 °C.

La morfologia del territorio e la distanza dalla costa possono far variare la temperatura da zona a zona di alcuni gradi, con temperature più miti sulla costa. Circa le caratteristiche del clima, a seconda degli anni, si verificano in media tre o quattro grandinate all'anno e nevicate. Le nevicate possono, a volte essere anche copiose con circa 30 cm. di neve che si scioglie nell'arco di uno, due giorni con il rialzo delle temperature. Il vento, in media ha una velocità di 2,5 m/s e rende la città ventilata. L'umidità è minore durante l'inverno, mentre il mese più umido nella media risulta essere quello di giugno. Circa la piovosità, ricade nella media dei climi mediterranei. Nel corso degli anni, si sono registrati però episodi temporaleschi di forte entità, improvvisi che con la loro intensità e durata hanno provocato alcuni eventi alluvionali in diverse parti della città. È una città luminosa, con una media di 13,8 MJ/m e una media di 16 giorni di cielo sereno in un mese[17].

Per le temperature registrate vanno ricordate le giornale del 13 febbraio 1929, con -8,0 °C e dell’8 gennaio 1985, con -6,0 °C per le minime e per la massima del 7 agosto 2015 con 38,7 °C; (DICCA Stazione Meteo Villa Cambiaso -[17][18].

Genova-Sestri[19] Mesi Stagioni Anno
Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic Inv Pri Est Aut
T. max. media (°C) 11,0 12,0 14,0 17,0 21,0 24,0 27,0 27,0 24,0 20,0 15,0 12,0 11,7 17,3 26,0 19,7 18,7
T. min. media (°C) 5,0 6,0 8,0 11,0 14,0 18,0 21,0 21,0 18,0 14,0 9,0 6,0 5,7 11,0 20,0 13,7 12,6
Precipitazioni (mm) 106,0 95,0 106,0 85,0 76,0 53,0 27,0 81,0 99,0 153,0 111,0 81,0 282,0 267,0 161,0 363,0 1 073,0
Umidità relativa media (%) 61 63 61 70 71 71 67 66 66 66 64 64 62,7 67,3 68 65,3 65,8

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Exquisite-kfind.png Lo stesso argomento in dettaglio: Storia di Genova.

Origini del nome[modifica | modifica wikitesto]

L'origine del nome "Genova", derivante dal latino Genua, viene fatto risalire ad una radice indoeuropea geneu- ("ginocchio") oppure da genu- ("mascella, bocca"); genu- sarebbe un'allusione alla foce ("bocca") di uno degli antichi corsi d'acqua del sito o la forma dell'insediamento sul mare; a corroborare questa evidenza è il fatto che molti linguisti considerino Genua e Genaua (Ginevra) varianti dello stesso nome[20]. Il ritrovamento di un villaggio dell'età del bronzo in piazza Brignole, la palafitta del 5000 a.C. in piazza della Vittoria e la necropoli etrusca all'Acquasola hanno confermato che i primi insediamenti di Genova sorsero lungo la sponda destra del torrente Bisagno, e secondo l'archeologo Filippo Maria Gambari, ciò proverebbe l'origine del nome della città da Genaua, termine celtico-ligure dell'età del ferro con il significato di "bocca", proprio perché nacque come porto fluviale[21].

Durante il Medioevo il toponimo fu alterato in Ianua, latino per "porta di ingresso", "passaggio"[20] e ciò ha fatto nascere la leggenda che vuole la città prendere il nome dal dio romano Giano, protettore delle porte, perché proprio come il Giano bifronte, Genova ha due facce: una rivolta verso il mare, l'altra oltre i monti che la circondano[22]. La leggenda di Giano è ripresa da una epigrafe situata nella cattedrale di San Lorenzo sotto una testa di Giano, con la scritta Janus, primus rex Italiae de progenie gigantum, qui fundavit Genuam tempore Abrahae (ossia: Giano, primo re dell’Italia della razza dei Giganti, il quale fondò Genova nel tempo di Abramo) mescolando leggende e antichità di origine diversa[23].

Secondo altre teorie l'origine del nome potrebbe essere riconducibile ad una parola etrusca, ritrovata su un coccio di vaso, contenente la scritta Kainua, che in lingua etrusca significherebbe "città nuova"[24], oppure derivante dal greco Xenos (Ξένος), "straniero", inteso come luogo di ritrovo di stranieri, caratteristica di una città portuale[25].

Età antica[modifica | modifica wikitesto]

Età medievale[modifica | modifica wikitesto]

Genova in un dipinto del 1481 diCristofaro Grasso.

La Repubblica[modifica | modifica wikitesto]

Genova in una xilografia del 1483 di Michael Wohlgemuth da Il Liber Chronicarum di Hartmann Schedel.

Età moderna[modifica | modifica wikitesto]

Età contemporanea[modifica | modifica wikitesto]

La storia di Genova è la storia dei suoi abitanti che furono (o furono definiti), al tempo stesso, signori del mare, mercanti e guerrieri capaci, se del caso, di inaudita ferocia. Seppero dare vita, in epoca di dominanze, ad una propria repubblica, la Repubblica di Genova, nata dal libero comune, che si resse in otto secoli su diverse forme di governo: dalla forma consolare a quella dogale a quella, infine,oligarchica. La sua politica si fondò comunque sempre su di un disegno di dominio regionale, studiato e portato avanti sin dagli albori, basata, soprattutto sull'influenza delle potenti famiglie che traevano la propria potenza dalle disponibilità economiche tratte dall'attività mercantile.[26]

Il dominio sulla riviera ligure e la costruzione di un'imponente flotta, al tempo stesso militare e mercantile fu di vitale importanza per dare impulso alla nascita di uno stato che per oltre quattrocento anni basò la propria esistenza sulla diplomazia e sulla neutralità, oltre che sulcommercio.

Il detto - di autore anonimo - "Genuensis, ergo mercator", ossia "Genovese quindi mercante" - fu mirabile sintesi di quel mercanteggiarecosì famoso nel mondo sul quale i genovesi basarono un impero coloniale fondato su colonie oltremarine che andava dall'Iraq alle Isole Canarie, dall'Inghilterra alla Palestina (raggiunta fin dalla prima crociata), racchiudendo nel proprio pugno tutto il mar Mediterraneooccidentale e il mar Nero, definito il Lago genovese, e tenendo testa quando non ponendo sotto il proprio controllo tre imperi: quello Svevo, quello Bizantino e quello Asburgico, del quale ultimo i genovesi controllavano l'economia ed il commercio. Caffa, Solcati, Tana,ChioFoceaMitilenePera non sono che alcune fra le tante Genova che i mercanti della Superba fecero risplendere nei commerci.

Perso il proprio potere sui mari, ma non sui mercati del mondo, nel 1797 l'onda lunga della rivoluzione francese investì anche la repubblica che pagò la sua condizione di neutralità con insostenibili pressioni esterne che la portarono all'occupazione nel 1805 ed alla successiva annessione all'impero napoleonico.

Nel 1814, a seguito della capitolazione di Parigi, Genova fu occupata dalla marina inglese che formò un Governo provvisorio, paventando un ritorno allo status quo ante. Nel1815, invece, le potenze europee, in gran parte debitrici dell'antico Banco di San Giorgio decisero la soppressione della repubblica e l'annessione al Regno di Sardegna, malgrado i disperati tentativi del doge a Vienna per mantenere l'indipendenza.

Nel 1849 le truppe dei Savoia, agli ordini del generale Alfonso La Marmora, dopo aver represso un'insurrezione causata dal malcontento popolare si resero responsabili di assassinii, rapine, stupri nei confronti della cittadinanza inerme[27].

L'area di influenza di Genova, pur non essendo istituzionalizzata ufficialmente, si estende, per ragioni storiche, linguistiche, culturali, economiche ed infrastrutturali, oltre che a tutta la città metropolitana di Genova e a parte di quelle liguri limitrofe della Spezia e Savona, alla pianura alessandrina, alle aree dell'Oltregiogo (Novi Ligure), del Basso Piemonte e al circondario di Bobbio (in provincia di Piacenza).

Simboli[modifica | modifica wikitesto]

Genova-Stemma.png
Il gonfalone comunale

Lo stemma della città è sempre stato legato alle vicissitudini politiche di Genova: nell'ultimo periodo della Repubblica lo stemma consisteva in uno scudo crociato con corona regia sorretto da due grifoni con code ritte, ma essendo allora assoggettata al potere francese, dopo la rivoluzione giacobina del 1797 venne decretata la distruzione delle antiche insegne e quindi anche le due figure araldiche dello stemma della città vennero abolite. Con l'annessione al Regno di Sardegna, su richiesta del Consiglio generale del Corpo cittadino, nel 1816, Genova ottenne da re Vittorio Emanuele Il'insegna municipale «[...] con croce rossa in campo bianco collo scudo ornato di grifoni [...] con le code tra le zampe», in segno di sottomissione. Questo stemma restò in uso fino al 1897, anno in cui la Giunta municipale chiese e ottenne daUmberto I di Savoia il 21 marzo 1897, il diritto ad esibire l'attuale stemma con la coda dei due grifoni posizionata verso l'esterno, a ricordo della dignità passata. Dopo più di un secolo e un'accurata indagine storica, l'Amministrazione civica ha modificato le code dei grifoni modificandole in modo tale da essere posizionate ritte. Inoltre la base dello stemma si fregia da ciascun lato del rostro bronzeo di nave romana a testa di cinghiale, pescato nel 1597 nel porto di Genova e trattenuto presso l'Armeria Reale di Torino[28]

La bandiera di Genova, o Croce di San Giorgio è costituita da una croce rossa su campo bianco, e nell'antichità era simbolo dei pellegrini che si recavano presso i luoghi santi del Cristianesimo e che dopo il 1095, anno di conquista di Gerusalemme da parte dei Turchi selgiuchidi, mossi in gran parte (in un primo momento) da spirito sincero di missione, decisero di prendere la croce ed armarsi per liberare la terra ove nacque e visse Gesù, in risposta ai ripetuti attacchi subiti dai Turchi, decisi - soverchiati gli Arabi - a spingersi alla conquista dell'impero bizantino. La simbologia del "Salvifico vessillo della vera croce" - come Jacopo da Varazze indicò la croce di San Giorgio - determinò in epoca contemporanea, per i pellegrinaggi armati, l'appellativo di crociati. L'uso del vessillo da parte dei genovesi pare risalire ad epoche remote, quando l'esercito bizantino stanziava nella città ed il vessillo della guarnigione (una croce rossa in campo bianco) veniva portata in omaggio nella piccola chiesa di San Giorgio, prospiciente l'antica piazza del mercato, di origine romana.[senza fonte]

Nel 1190 Londra e l'Inghilterra chiesero e ottennero la possibilità di utilizzare sulle proprie navi la bandiera crociata genovese, per avere la protezione ed il rispetto che godeva la flotta genovese nella zona che controllava, nel Mar Mediterraneo e in parte del Mar Nero, sottraendosi così ai numerosi attacchi di pirateria; per questo privilegio il monarca inglese corrispondeva al Doge della Repubblica di Genova un tributo annuale. L'Inghilterra, la città di Londra e la Royal Navy issano la bandiera di San Giorgio, e l'insegna fa parte dell'Union Jack, la bandiera nazionale britannica[29].

Erroneamente lo storico Francesco Maria Accinelli indica lo stemma milanese come derivazione di quello genovese: «[...] E mandati dalla Repubblica 500 balestrieri con la suddetta insegna in soccorso dei Milanesi nel 1247, espugnata col loro valore la città Vittoria nuovamente fabbricata da Federico II vicino a Parma, vollero i Milanesi per maggiore onore assumersi dello stendardo de' Genovesi l'insegna», che invece risale al 1066, quando l'effigie venne consegnata ufficialmente dal papa Alessandro II (il milanese Anselmo da Baggio) ad Erembaldo, capitano del Popolo di Milano in rivolta contro l'Impero[senza fonte].

Dal 2014 la città ha un nuovo logo per la promozione della propria immagine: "Genova More Than This", che nasce dal progetto europeo Urbact-CityLogo[30].

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Genova è tra le città decorate al valor militare per la guerra di liberazione perché è stata insignita della medaglia d'oro al valor militare per i sacrifici delle sue popolazioni e per la sua attività nella resistenza partigiana durante la seconda guerra mondiale[31].

Medaglia d'oro al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria Medaglia d'oro al valor militare
«Amor di Patria, dolore di popolo oppresso, fiero spirito di ribellione, animarono la sua gente nei venti mesi di dura lotta il cui martirologio è messa fulgida gemma all'aureo serto di gloria della "Superba" Repubblica Marinara, i 1863 caduti il cui sangue non è sparso invano, i 2250 deportati il cui martirio brucia ancora nelle carni dei superstiti, costituiscono il vessillo che alita sulla città martoriata che infervorò i partigiani del massiccio suo Appennino e delle impervie valli, tenute dalla VI zona operativa, a proseguire nell'epica gesta sino al giorno in cui il suo popolo suonò la diana dell'insurrezione generale. Piegata la tracotanza nemica otteneva la resa del forte presidio tedesco, salvando così il porto, le industrie e l'Onore. Il valore, il sacrificio e la volontà dei suoi figli ridettero alla madre sanguinante la concussa libertà e dalle sue fumanti rovine è sorta nuova vita santificata dall'eroismo e dall'olocausto dei suoi martiri. 9 settembre 1943 - aprile 1945.»

Ricorrenze[modifica | modifica wikitesto]


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