Udine/Udin | |||||
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Udine | |||||
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In senso orario: piazza Libertà con la loggia di S. Giovanni ed il castello, l'angelo del castello, il duomo, piazza San Giacomo, la loggia del Lionello, via Mercatovecchio |
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Localizzazione | |||||
Stato | Italia | ||||
Divisione 1 | Friuli-Venezia Giulia | ||||
Divisione 2 | Udine | ||||
Amministrazione | |||||
Amministratore locale | Furio Honsell(centrosinistra) dal 2008 | ||||
Lingue ufficiali | Italiano | ||||
Territorio | |||||
Coordinate | 46°04′00″N 13°14′00″ECoordinate: 46°04′00″N 13°14′00″E (Mappa) | ||||
Altitudine | 113 m s.l.m. | ||||
Superficie | 57,17 km² | ||||
Abitanti | 99 473[1] (31-12-2014) | ||||
Densità | 1 739,95 ab./km² | ||||
Sottodivisioni | vedi elenco | ||||
Divisioni confinanti | Campoformido,Martignacco, Pagnacco,Pasian di Prato, Pavia di Udine, Povoletto,Pozzuolo del Friuli,Pradamano, Reana del Rojale, Remanzacco,Tavagnacco | ||||
Altre informazioni | |||||
Lingue | italiano, friulano, veneto-udinese | ||||
Cod. postale | 33100 | ||||
Prefisso | 0432 | ||||
Fuso orario | UTC+1 | ||||
Codice statistico | 030129 | ||||
Cod. catastale | L483 | ||||
Targa | UD | ||||
Cl. sismica | 2 | ||||
Cl. climatica | 2323 | ||||
Nome abitanti | udinesi | ||||
Patrono | santi Ermacora e Fortunato | ||||
Giorno festivo | 12 luglio | ||||
Cartografia | |||||
Mappa non disponibile (Italia)
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Posizione del comune di Udine nell'omonima provincia |
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Sito istituzionale |
Udine (IPA: [ˈudine][2], Udin in friulano[3], Udine in veneto, Videm in sloveno, Weiden in tedesco antico, Bain in timavese) è uncomune italiano di 99 473 abitanti[1], capoluogo dell'omonima provincia in Friuli-Venezia Giulia.
La città è al centro di un'area urbana di circa 176.000 abitanti ed è considerata la capitale storica e capoluogo odierno del Friuli[4].
La città è situata al centro della regione friulana. Dista, in linea d'aria, poco più di 20 km dalla Slovenia, e circa 54 km dall'Austria. Ciò la pone in una posizione strategica, presso l'intersezione delle direttrici europee est-ovest (Corridoio 5) e nord-sud (Via Iulia Augusta, ora riconosciuta dall'Unione europea come parte del Corridoio Baltico-Adriatico[5]), sulla via che porta verso l'Austria e verso l'est europeo.
Sorge in alta pianura, intorno ad un colle isolato (secondo la leggenda edificato da Attila per ammirare l'incendio che lui stesso provocò alla città di Aquileia, ma in realtà è formato da rocce conglomeratiche antiche più di 100.000 anni), in cima al quale è situato il castello, a pochi chilometri dalla fascia collinare, ed è costeggiata dal torrente Cormora ovest e dal torrente Torre ad est.
Vedute dal Castello
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Il clima di Udine è prevalentemente continentale, con temperature abbastanza elevate d'estate e relativamente rigide d'inverno, ma con minor continentalità rispetto alle città della pianura Padana centrale e occidentale. L'inverno è la stagione meno piovosa, mentre d'estate sono frequenti i fenomeni temporaleschi, anche accompagnati da forti grandinate. Nel complesso risulta essere uno dei capoluoghi di provincia più piovosi d'Italia.[6] Udine è comunque una delle zone meno nevose delle pianure settentrionali, con circa 10 cm di precipitazioni nevose annuali. La decrescita rispetto ai primi decenni del secolo scorso tuttavia è minore rispetto a molte città del Nord-Ovest italiano (13 cm la media a Udine nel 1910, Torino invece ha perso ben 23 cm di nevosità, passando da 55 a 27). Dopo il decennio 1991-2000, con una bassissima media nevosa (4 cm), il decennio attuale mostra un discreto aumento (media di 12 cm), grazie alle abbondanti nevicate del 2005 e 2010. Le nevicate più abbondanti dal gennaio 1985 (50 cm di accumulo) furono:
Spesso sono differenti gli accumuli da nord a sud della città: verso nord infatti c'è meno disturbo eolico e spesso maggior esposizione alle correnti di SW, vere fautrici delle rare nevicate udinesi. La classica configurazione da neve per Udine è la formazione di un minimo depressionario nel golfo ligure e la sua traslazione verso il golfo di Venezia, con la formazione contemporanea di un minimo ad occhiale. Eccezione alla regole fu il gennaio '85, dove resistette ai venti di scirocco (non troppo forti però) un cuscino freddo formatosi con le straordinarie temperature dei giorni passati (record di freddo con -14,8 °C).
Mese | Gen | Feb | Mar | Apr | Mag | Giu | Lug | Ago | Set | Ott | Nov | Dic | Anno |
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Temperatura massima media (°C) | 7 | 9 | 13 | 17 | 22 | 25 | 28 | 28 | 24 | 19 | 13 | 8 | 17,7 |
Temperatura minima media (°C) | -1 | 1 | 3 | 7 | 11 | 15 | 17 | 17 | 13 | 9 | 4 | 0 | 8,2 |
Piogge (mm) | 89 | 72 | 103 | 119 | 126 | 136 | 79 | 90 | 99 | 124 | 107 | 104 | 1248 |
Lo stesso argomento in dettaglio: Stazione meteorologica di Udine Centro, Stazione meteorologica di Udine Campoformido e Stazione meteorologica di Udine Rivolto. |
Lo stesso argomento in dettaglio: Storia di Udine. |
Le origini del nome |
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Toponimo preromano, G. Frau ipotizza una formazione dalla radice *oudh- / *udh- ʿmammellaʾ > ʿcolleʾ, seguita da un suffisso «non del tutto chiaro». Attestazioni: Udene (983), Utinum (latz.[non chiaro] da Ud-; attorno al 1000) altri studiosi fanno derivare il nome da il culto per le ninfeundine che venivano venerate in questo luogo in epoca preromana e romana. |
Capitale della regione storica del Friuli, abitata dal neolitico[7], accrebbe presto la sua importanza grazie al declino diAquileia prima e Cividale poi. Citata in occasione della donazione del castello cittadino da parte dell'Imperatore Ottone IInel 983 con il nome di Udene, dal 1222 divenne una delle residenze dei Patriarchi di Aquileia, grazie al PatriarcaBertoldo di Andechs che si trasferì da Cividale a Udine in seguito ad un terremoto che lesionò la sua residenza (25 dicembre). Per la sua centralità fu sempre più preferita dai Patriarchi, che vi fecero in seguito erigere il palazzo patriarcale. Nel XIV secolo Udine divenne la città più importante della regione per il commercio e i traffici a scapito diAquileia e Cividale del Friuli.
Il 7 giugno 1420, in seguito alla guerra tra Venezia e il Patriarcato di Aquileia, la città venne conquistata dalle truppe veneziane, segnando la caduta e la fine del potere temporale dei Patriarchi. Famiglia nobile friulana di riferimento per conto della serenissima in città quella dei Savorgnan il cui stemma di famiglia diventa, di fatto, quello della città.
La città di Udine fu interessata, a partire dal 27 febbraio 1511, da una guerra civile passata alla storia con il nome di crudel zoiba grassache si rivelò sanguinosa e che si estese presto a tutto il Friuli. Ad aggravare le condizioni della popolazione fu, nei giorni immediatamente successivi, un violento terremoto in seguito al quale si svilupparono numerosi incendi ed il crollo del castello cittadino. Buona ultima, giunse poi la peste a far sì che la situazione peggiorasse ulteriormente.[8] Legato alla Zoiba Grassa è l'origine friulana di Romeo e Giulietta, due giovani, Lucina e Luigi, appartenenti alle famiglie rivali dei Savorgnan e dei Da Porto.[9]
Sotto il dominio della Repubblica di Venezia dal 1420 al 1797, Udine divenne la quinta
città della Repubblica per importanza e popolazione (la prima se si considera il territorio dell'odierno Friuli-Venezia Giulia) e lo fu sino alla fine del XVIII secolo[10].
Alla parentesi francese dovuta alle campagne napoleoniche, in seguito alla Restaurazione Udine vide il passaggio al Regno Lombardo-Veneto, stato posto sotto la sovranità dell'allora Impero austriaco.
Nel 1848 durante la Prima
Guerra d'Indipendenza, la città insorse contro gli austriaci insieme col resto del Friuli. Venne creato un Governo Provvisorio a Palmanova sotto la guida del generale Carlo Zucchi. L'esercito asburgico prese Palmanova, incendiò molti paesi vicini, e infine bombardò
Udine, che capitolò. Queste vicende vennero appassionatamente raccontate dalla scrittrice Caterina Percoto, testimone oculare dei fatti. Nel 1866, ci fu l'annessione al Regno d'Italia.
Durante la prima guerra mondiale Udine fu, fino alla disfatta di Caporetto, sede dell'alto comando italiano, tanto da ricevere l'appellativo di "capitale della guerra". L'ospedale psichiatrico di Sant'Osvaldo, a pochi chilometri dal comando militare delle operazioni di guerra, era stato trasformato nel 1916 in un ospedale militare. I malati di mente vennero trasferiti in altri ospedali italiani ma l'ospedale ospitava comunque un migliaio di degenti, in parte militari. Proprio nei pressi dell'ospedale si costituì un deposito di munizioni. Il 27 agosto del 1917alle ore 11.00 il deposito di munizioni esplose, causando un disastro del quale non venne mai riconosciuto il numero esatto delle vittime civili e militari e che causò la completa distruzione delle abitazioni di una vastissima zona, della chiesa di Sant'Osvaldo e dell'asilo di Sant'Osvaldo. Il disastro, causato probabilmente dalla sottovalutazione del pericolo di stoccaggio di munizioni e gas da parte dei militari italiani, passò sotto censura da parte delle autorità militari, peraltro in quei mesi presenti in città per dirigere la guerra, e viene ricordato dalla popolazione udinese con il nome di "scoppio di Sant'Osvaldo" o "la Polveriera di Sant'Osvaldo".[11] Meno di due mesi dopo seguì laDisfatta di Caporetto, il 24 ottobre 1917, disfatta a cui gli Italiani seppero reagire fino a vincere la guerra.
Nel primo dopoguerra la città divenne capoluogo della Provincia del Friuli, che comprendeva l'allora provincia di Gorizia (fino al 1927), e le attuali province di Pordenone (fino al 1968) e Udine. Dopo l'8 settembre 1943 venne posta sotto la diretta amministrazione militare del III Reich nell'ambito del Zona d'operazioni del Litorale adriatico che cessò con la fine dell'occupazione tedesca nell'aprile 1945.
Il 6 maggio 1976 la città venne colpita dal disastroso terremoto del Friuli. Sebbene a Udine il numero delle vittime non fu elevato, il Comune e la cittadinanza contribuirono in modo sostanziale alla ricostruzione, organizzando gli aiuti alla popolazione colpita. In seguito al disastroso terremoto, venne nominato dal Governo italiano commissario per la Protezione civile Giuseppe Zamberletti. Proprio in quella occasione nacque una moderna e organizzata Protezione civile italiana.
Gli anni di piombo colpirono anche la città. Nel 1978 ne fu vittima il maresciallo Antonio Santoro.