Cordenons comune |
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Il municipio |
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Localizzazione | |||||
Stato | Italia | ||||
Regione | Friuli-Venezia Giulia | ||||
Provincia | Pordenone | ||||
Amministrazione | |||||
Sindaco | Mario Ongaro (Lega Nord-lista civica-FI) dal 30/05/2011 | ||||
Territorio | |||||
Coordinate | 45°59′00″N 12°42′00″E / 45.983333°N 12.7°E45.983333; 12.7 (Cordenons)Coordinate: 45°59′00″N 12°42′00″E / 45.983333°N 12.7°E45.983333; 12.7 (Cordenons) (Mappa) | ||||
Altitudine | 44 m s.l.m. | ||||
Superficie | 56,34 km² | ||||
Abitanti | 18 433[1] (31-07-2011) | ||||
Densità | 327,17 ab./km² | ||||
Frazioni | Villa d'Arco | ||||
Comuni confinanti | Pordenone, San Giorgio della Richinvelda, San Quirino, Vivaro, Zoppola | ||||
Altre informazioni | |||||
Cod. postale | 33084 | ||||
Prefisso | 0434 | ||||
Fuso orario | UTC+1 | ||||
Codice ISTAT | 093017 | ||||
Cod. catastale | C991 | ||||
Targa | PN | ||||
Cl. sismica | zona 2 (sismicità media) | ||||
Cl. climatica | zona E, 2 496 GG[2] | ||||
Nome abitanti | cordenonesi | ||||
Patrono | San Pietro apostolo e Santa Maria Bambina | ||||
Giorno festivo | 29 giugno e 8 settembre | ||||
Cartografia | |||||
Posizione del comune di Cordenons nella provincia di Pordenone |
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Sito istituzionale |
Cordenòns (Cordenòns in friulano[3]) è un comune italiano di 18.433 abitanti della provincia di Pordenone in Friuli-Venezia Giulia.
Il territorio del comune di Cordenons confina a nord con i comuni di San Quirino e Vivaro, a est con il comune di San Giorgio della Richinvelda, a sud con il comune di Zoppola e a sud-ovest con il comune di Pordenone.
Dal punto di vista ambientale, Cordenons è un punto di incontro; infatti nel territorio comunale si fondono due grandi ecosistemi diversi e al contempo strettamente collegati: Magredi e Risorgive.
Le acque che i torrenti Cellina e Meduna portano a valle "scompaiono" a nord nella zona dei Magredi (dove i greti dei due torrenti appaiono come un'enorme distesa di rocce e sassi), che è permeabile e lascia quindi scendere l'acqua nella falda acquifera, mentre riaffiorano a sud nella bassa pianura delle Risorgive del Vinchiaruzzo, zona invece argillosa e impermeabile che frena le acque e crea le cosiddette "olle" (o "polle"), acquitrini di acqua pura.
Tali ecosistemi ospitano grandi varietà di specie animali e vegetali, anche rare o in via d'estinzione anche a livello italiano. Ne è esempio l'occhione, che rischia di essere "sfrattato" dai Magredi per l'utilizzo (in calo) dell'area come "pista da moto cross", divenuto abusivo da quando la zona è stata annoverata fra i Siti di Importanza Europea (S.I.C.), riconosciuti a livello europeo, che ne minaccia la riproduzione. Ad aggravare la situazione dell'occhione c'è anche l'agricoltura intensiva.
Lo stesso argomento in dettaglio: Magredi e Risorgive del Vinchiaruzzo. |
Il territorio dell'attuale comune di Cordenons cominciò ad essere abitato intorno al 1000 a.C. dalla popolazione dei Veneti, che si stabilizzò in tutta la Pianura Padana nord-orientale. Dall'800-700 a.C., scesero nella zona i Celti, provenienti forse dal nord della Germania, che erano per lo più dediti alla caccia e alla pesca ma soprattutto alla guerra, e cominciarono a dare del filo da torcere ai Veneti che riuscirono comunque con parecchie difficoltà ad arginarla. Si creò così, con l'unione di queste comunità il primo nucleo abitante nella zona che tali popolazioni trovarono un luogo fertile grazie ai numerosi fiumi che ne permettevano la coltivazione.
Successivamente, con l'avvento di Roma, l'intera zona divenne provincia romana e cominciò così, intorno al II secolo a.C.[4], il processo di centuriazione da parte dei Romani. Quando poi fu costruita la via Postumia, che conduceva, oltre il greto dei torrenti Cellina e Meduna, verso Aquileia da un lato ed il Norico dall'altro, per difenderla e prevenire quindi i saccheggi nel suo corso, lungo la via vennero creati dei "posti di blocco", nei quali venivano messe di presidio delle coorti; da uno di questi presidî si sviluppò poi Cordenons, che era la sede di un distaccamento sul Naon, attuale Noncello.
Nei secoli successivi, il luogo subì le invasioni dei popoli barbarici, come tutto il Friuli, per prima: nel 401 e nel 408 arrivano i Visigoti, nel 452 gli Unni e, dopo altre innumerevoli popolazioni, nel 568 arrivarono i Longobardi. Sotto il governo del re longobardo Agilulfo e della moglie Teodolinda, si affermò in modo permanente il Cattolicesimo e proprio sotto i Longobardi si ha la prima citazione storica di una "Cortina sul Noncello", in latino "Cortis Naonis"[5], da cui Cordenons. Le invasioni degli Ungari, pur disastrose, non ne segnarono la fine poiché nel 1029 la Cortis divenne contea retta dal casato degli Ozi di Baviera e poi passò ad altre casate austriache, ultima quella degli Asburgo che ne tennero il possesso fino alla conquista veneziana intorno agli inizi del Cinquecento. Furono quelli i secoli in cui gli abitanti di Portus Naonis (poi Pordenone) si imposero sugli abitanti della Cortis, per cui il paese di Cordenons rimase emarginato fra il Noncello e la brughiera dei Magredi, così da conservare ed alimentare il noto carattere di austero attaccamento alla terra, geloso delle proprie tradizioni, della propria parlata, valori non intaccati neppure in seguito all'avvento dell'industria prima della carta e della seta poi del cotone, e infine dell'immigrazione stagionale e transoceanica.
Gli eventi napoleonici, ai quali si deve l'erezione di Cordenons a comune indipendente a partire dal 1º gennaio del 1814, segnando la fine della Serenissima, ne decreterono il passaggio all'impero Austro-Ungarico, sudditanza che si concluse nel luglio/ottobre del 1866 con la Terza Guerra di Indipendenza cui fecero seguito il referendum e l'annessione al Regno d'Italia.
(FUR)
« [6]Al bon pelegrin |
(IT)
« Il buon pellegrino |
(Renato Appi, Inno di Cordenons.) |
Negli anni della Seconda guerra mondiale, Cordenons fornì notevoli appoggi ai partigiani nel periodo della Resistenza, e tale operato le ha permesso di essere annoverata tra le Città decorate al Valor Militare per la Guerra di Liberazione e di essere insignita della Medaglia di Bronzo al Valor Militare per i sacrifici delle sue popolazioni e per la sua attività nella lotta partigiana durante la Seconda Guerra Mondiale.