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Caserta comune |
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Localizzazione | |||||
Stato | Italia | ||||
Regione | Campania | ||||
Provincia | Caserta | ||||
Amministrazione | |||||
Sindaco | Maria Grazia Nicolò(commissario prefettizio) dal 03/06/2015 | ||||
Territorio | |||||
Coordinate | 41°05′00″N 14°13′00″ECoordinate: 41°05′00″N 14°13′00″E (Mappa) | ||||
Altitudine | 68 m s.l.m. | ||||
Superficie | 54,07 km² | ||||
Abitanti | 76 693[1] (31-3-2015) | ||||
Densità | 1 418,4 ab./km² | ||||
Frazioni | Vedi elenco | ||||
Comuni confinanti | Capua, Casagiove, Castel Morrone, Limatola (BN),Maddaloni, Recale,Sant'Agata de' Goti (BN),San Marco Evangelista, San Nicola la Strada, San Prisco,Valle di Maddaloni | ||||
Altre informazioni | |||||
Cod. postale | 81100 | ||||
Prefisso | 0823 | ||||
Fuso orario | UTC+1 | ||||
CodiceISTAT | 061022 | ||||
Cod. catastale | B963 | ||||
Targa | CE | ||||
Cl. sismica | zona 2 (sismicità media) | ||||
Nome abitanti | Casertani | ||||
Patrono | san Sebastiano e sant'Anna | ||||
Cartografia | |||||
Posizione del comune di Caserta all'interno dell'omonima provincia |
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Sito istituzionale |
Caserta è un comune italiano di 76.781 abitanti[1], capoluogo dell'omonima provincia in Campania. La città campana è nota soprattutto per la sua imponente Reggia Borbonica, detta la Versailles d'Italia, che, insieme al Belvedere Reale di San Leucio e all'Acquedotto Carolino, è inserita dal 1997 nel patrimonio dell'umanità dell'Unesco.
Il comune di Caserta comprende, oltre al capoluogo, anche ben 23 frazioni, per una superficie totale di 56 km². Tra queste vanno ricordate San Leucio, comune a parte aggregato a Caserta sotto il Fascismo, famosa per il real belvedere e i setifici, e Casertavecchia, con il suo borgo medievale, il castello e il Duomo, del 1100, in stile arabo-romanico. Da alcuni anni il comune di Caserta è capofila di alcune iniziative, di cui fanno parte vari comuni tra loro confinanti per una popolazione complessiva di circa quattrocentomila abitanti, che hanno la finalità di concordare un unico e omogeneo piano di sviluppo territoriale[2].
Caserta è situata in una posizione strategica rispetto ai grandi assi stradari. In particolare, è servita da due uscite dell'A1, una denominata "Caserta sud", situata nel territorio del vicino comune di Marcianise, e l'altra denominata "Caserta nord", situata al confine tra i comuni di Caserta, Casapulla e Casagiove.
Caserta è altresì situato al centro della via Sannitica, la strada voluta dai Borbone.
Nella classifica dell'ecosistema urbano 2013 stilata da Legambiente[3], il comune di Caserta risulta al 34º posto su 45 capoluoghi di provincia con popolazione inferiore a 80.000 abitanti e, nel complesso, riporta un indice (38,23%) inferiore a quello di tutti gli altri capoluoghi di provincia campani.
Lo stesso argomento in dettaglio: Stazione meteorologica di Caserta. |
Nella provincia di Caserta si trova la zona pianeggiante più estesa della regione e di ciò risente anche il clima.
La parte che va dalla costa sino ai primi monti che circondano il capoluogo, risente dei benefici influssi del mare, che si fanno sentire soprattutto in inverno con temperature miti e maggiore umidità (e conseguente clima moderatamente afoso nei mesi estivi). Durante la stagione estiva, invece, questa zona risulta una delle più calde della Campania, con temperature massime spesso superiori ai 30º e punte di 36º-38º anche in annate non eccezionalmente calde e nelle località di pianura (storica l'ondata di caldo dell'agosto 2007, con oltre 40° registrati presso la stazione meteorologica di Caserta, in questo caso però con un basso tasso di umidità dovuto ai venti di caduta).
L'inverno nella piana casertana nel complesso è mite (la stazione meteo di Caserta, situata nel centro cittadino, fa registrare circa 13º nella media delle temperature massime di gennaio), ma non sono da escludere periodi di freddo intenso (per citare qualche esempio recente, relativamente rigido risultò il bimestre dicembre 2001-gennaio 2002, con un breve episodio nevoso), con minime sporadicamente sotto lo zero anche nel capoluogo.
L'indice di nevosità è comunque uno dei più bassi d'Italia e persino d'Europa, assai più trascurabile che in città italiane situate alla medesima latitudine, come ad esempio Bari, peraltro meno piovose (il versante tirrenico si trova sottovento rispetto alle incursione di aria continentale da est rispetto al versante adriatico). Uno degli episodi nevosi con accumulo in tempi recenti sono due, uno risale al dicembre 2007 ed un altro al 4 febbraio 2012 (per accumuli più significativi bisogna risalire al biennio 1985-86).
Assai diverso rispetto alla costa ed alla pianura casertana è il microclima dell'area matesina. La zona interna della provincia è infatti caratterizzata da numerosi rilievi sia collinari che montuosi e spesso sono investiti dalle correnti fredde da Nord-Est apportatrici di forti diminuzioni della temperatura con nevicate in inverno. La zona del Matese è una delle più piovose e nevose della regione.
CASERTA | Mesi | Stagioni | Anno | ||||||||||||||
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Gen | Feb | Mar | Apr | Mag | Giu | Lug | Ago | Set | Ott | Nov | Dic | Inv | Pri | Est | Aut | ||
T. max. media (°C) | 12,6 | 13,4 | 16,1 | 19,9 | 24,1 | 28,7 | 31,5 | 31,4 | 28,0 | 22,7 | 18,0 | 14,6 | 13,5 | 20,0 | 30,5 | 22,9 | 21,8 |
T. min. media (°C) | 6,6 | 6,9 | 9,0 | 11,5 | 14,8 | 18,9 | 21,2 | 21,2 | 18,8 | 14,9 | 11,3 | 8,5 | 7,3 | 11,8 | 20,4 | 15,0 | 13,6 |
Il nome Caserta deriva dal latino Casa Irta, toponimo che viene fatto derivare dalla circostanza che l'antico centro urbano (l'attuale Casertavecchia) sorgeva, durante il Medioevoe fino al XVIII secolo, in posizione elevata rispetto alla pianura circostante.
La città di Caserta ha origini antiche ed incerte; l'area sulla quale fu edificata la reggia fa parte di un territorio naturale di importanza archeologica dove etruschi, sanniti e romani hanno lasciato testimonianze della loro presenza. Alcuni fanno risalire le sue origini agliOsci, altri agli Etruschi ed altri ai Sanniti. Nonostante tutto, dai reperti che sono stati ritrovati, persino nelle varie frazioni della Città, vi è una testimonianza di un passato assai remoto. Si pensa che il Borgo medievale nascesse sulle rovine dell'antica Saticulae fatto rilevante è che il monaco Erchemperto, nell'Historia Longobardorum Beneventanorum parla di Caserta quando gli abitanti di Calatiasono costretti a scappare per la distruzione di Pandone il Rapace, ma come una realtà già esistente. Nel 1990 furono ritrovate, nei sotterranei della Reggia, alcune tombe di epoca Sannita; si trattò dunque di una Necropoli del V secolo a.C. Intorno al 423 a.C. venne conquistata dai Sanniti sotto il nome di Calatia, nel 211 a.C. si schierò contro i Romani ed a favore di Annibale. Venne condannata all'esproprio e alla centurazione, il che significa frammentazione del territorio in grandi appezzamenti. Nell'VIII secolo fu distrutta dai Longobardi di Capua ad opera di Pandone il Rapace che fece costruire, nell'863, una torre in simbolo di conquista.
In epoca longobarda e il centro cittadino si era formato attorno ad una torre di avvistamento e di difesa oggi integrata nel palazzo della Prefettura, un tempo palazzo dei conti di Caserta e residenza reale (dopo la vendita dei beni dei conti a Carlo III di Spagna). Infatti l'attuale centro cittadino, situato intorno a piazza Vanvitelli, allora piazza del mercato, era chiamato Torre, proprio per la presenza della costruzione longobarda che si situa nell'angolo nord occidentale della stessa.
Quindi, nonostante la perfetta simmetria nelle strade, quasi a ripetere la struttura delle città romane e la concezione di città tipica dell'Illuminismo, l'attuale città di Caserta esisteva già da tempo ed era già sede comunale e sede di cattedra vescovile. Il nucleo cittadino, infatti, si era trasferito qui nel XVI secolo, in quello che era chiamato la Torre, spostandosi da Casertavecchia, dopo qualche secolo seguì l'esempio anche il vescovo, che prese dimora nel borgo di Falciano, in un edificio poi adibito a caserma (oggi noto come ex Caserma Sacchi).
La città era nota per il suo mercato e per il palazzo degli Acquaviva, conti di Caserta, che la ereditarono nel 1511 dai conti della Rattae che avevano ampliato la torre con un edificio rinascimentale fortificato e con un giardino che aveva entusiasmato diversi viaggiatori del XVI e XVII secolo.
La città fu a lungo contesa dai principati vicini di Napoli, Salerno e Capua, restando a quest'ultima nell'879, sotto Pandulfo di Capua che ne fu il primo Conte. Fino al IX secolo Casertavecchia vide un notevole incremento della sua popolazione: l'inizio delle incursioni saracene spingeva, infatti, gli abitanti della pianura a cercare rifugio in luoghi montani più sicuri e difendibili, il che portò al trasferimento della sede vescovile nel borgo montano. Fino al XII secolo la storia di Casa Hirta si confonde con quella della contea di Capua, inserendosi nelle lotte interne tra i signori Longobardi, Bizantini e Napoletani. Quando i Normanni la conquistarono nel 1057, Riccardo I, conte di Aversa, la eresse in contea per Roberto di Lauro nel 1062. Passò nel 1183 al figlio Guglielmo ed alla sua morte, nel 1199, al figlio Roberto. I nuovi conquistatori, pur nella loro durezza, portarono un po' d'ordine e di autorità. Accanto ad un maggiore sviluppo della popolazione e della vita urbana, sorsero la Cattedrale, voluta dal vescovo Rainulfo, il Palazzo Vescovile ed altri importanti edifici pubblici. Il Borgo, passato agli Svevi, conobbe il suo momento di maggiore importanza, anche nel campo politico, sotto il conte Riccardo di Lauro, del casato dei Sanseverino, valido consigliere e fiduciario di Federico II di Svevia.
In questo periodo iniziarono i lavori del campanile e si aggiunse al castello la grande torre cilindrica, detta «Maschio», coeva delle famose architetture federiciane di Capua (1224-1239). Con la conquista angioina (1268) la contea fu affidata temporaneamente a Federico di Laisalto. Successivamente, re Carlo D'Angiò la confiscò per assegnarla a Guglielmo de Beaumont (italianizzato in Belmonte), l'ammiraglio francese che lo aveva salvato con la sua nave. Nel 1269, alla morte di Belmonte, la contea venne affidata a Bertando del Balzo e nel 1283 passò a Ludovico Roheriis, già giustiziere di Calabria e poi di Terra di Lavoro. Nel 1294 la città ebbe un nuovo feudatario, Goffredo Caetani di Sermoneta, fratello del Papa Bonifacio VIII. Quindi, nel1310 passò al catalano Diego de Lahart (italianizzato in Della Ratta), di cui parla il Boccaccio nella sesta giornata del Decamerone, giunto in Italia al seguito di donna Violante d'Aragona. Il più famoso dei conti Della Ratta fu Francesco, che combatté vittoriosamente e il cui mausoleo si può ammirare nel Duomo di Casertavecchia.
Alla morte di Anna, ultima erede degli Acquaviva, il feudo passò nelle mani dei Caetani che, indebitatisi enormemente, furono costretti a vendere i possedimenti ai Borbone di Napoli. Questi, in particolare il suo Re Carlo III, pensarono di costruirvi la reggia borbonica, a partire dal 1750.
L'esigenza del Re di Napoli di costruirsi una nuova reggia aveva un triplice motivo. In primis il Re aveva la necessità di costruirsi una residenza che fosse più lontana dal mare rispetto al Palazzo Reale di Napoli, per mettersi in salvo in caso di attacco da parte dellaflotta francese. In secondo luogo, il Re coltivava da tempo il desiderio di costruirsi una residenza estiva per il riposo. Inoltre, come terza motivazione, era mosso da un impeto di orgoglio e infatti ordinò al Vanvitelli di costruirgli una residenza che per bellezza, imponenza e maestosità, fosse superiore a tutte le altre europee. Obiettivo questo che, a detta di molti, avrebbe poi raggiunto con la costruzione della Reggia di Caserta.
Il vecchio giardino degli Acquaviva (il cosiddetto "Bosco Vecchio") diventò il nucleo principale dell'attuale parco della Reggia, oggi uno dei più grandi parchi urbani del mondo con una lunghezza di 2,5 km. Un Parco pieno di fontane scenografiche, cascate, laghi, immensi prati, boschi fitti.
Sul finire del Settecento il Re Ferdinando IV fece costruire in località San Leucio una residenza reale con annessa una fabbrica adibita alla produzione della seta. Accanto al Palazzo del Belvedere, con sul retro un affascinante giardino all'italiana e con davanti la vista sulla piana di Caserta e sul Golfo di Napoli, il Re fece costruire i quartieri San Carlo e San Ferdinando, destinati agli operai della fabbrica della seta. Il Re emise anche un famoso editto nel quale in pratica sognava la costituzione (da qui l'utopia ferdinandea) di una sorta di società perfetta, chiedendo ai cittadini di San Leucio l'abolizione di ogni forma di lusso e assoluta uguaglianza economica. Insomma una società che, nella mente del Re, doveva essere auto sufficiente, vivere producendo la pregiatissima seta che poi farà il giro del mondo e oggi riveste le pareti del Quirinale, della Casa Bianca e di Buckingham Palace.
Verso la fine dell'ottocento e l'inizio del ventesimo secolo, Caserta si presentava come una cittadina incentrata intorno alla Reggia. Dalla seconda guerra mondiale, dopo la Resa di Caserta, la città esce a pezzi, dilaniata nel suo cuore antico e tutta da ricostruire.
Con il boom edilizio degli anni '80 nacquero i quartieri residenziali con buona qualità della vita grazie ad una edificazione di tipo estensivo (esempio ne è il Parco Gabriella), ma al contempo c'è stata pure una edificazione intensiva con la nascita di zone eccessivamente abitate e con pochi spazi verdi (ne è un esempio la zona Ex 167 - Parco degli Aranci).
TIPOGRAFIE
Caserta CE
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