Campania regione |
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immagine satellitare della Regione Campania |
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Localizzazione | |||||
Stato | Italia | ||||
Amministrazione | |||||
Capoluogo | Napoli | ||||
Presidente | Vincenzo De Luca (PD) dal 18/06/2015 | ||||
Territorio | |||||
Coordinate del capoluogo |
40°50′00″N 14°15′00″ECoordinate: 40°50′00″N 14°15′00″E (Mappa) | ||||
Altitudine | 322[1] m s.l.m. | ||||
Superficie | 13 670,95 km² | ||||
Abitanti | 5 855 299 (30-6-2015) | ||||
Densità | 428,3 ab./km² | ||||
Province | Avellino, Benevento,Caserta, Napoli, Salerno | ||||
Comuni | 550 | ||||
Regioni confinanti | Basilicata, Lazio, Molise,Puglia | ||||
Altre informazioni | |||||
Lingue | italiano, napoletano | ||||
Fuso orario | UTC+1 | ||||
ISO 3166-2 | IT-72 | ||||
CodiceISTAT | 15 | ||||
Nome abitanti | campani | ||||
PIL | (PPA) 95.087,0 mln € (2009) | ||||
PIL procapite | (PPA) 16.400 € | ||||
Cartografia | |||||
Mappa della regione con le sue province |
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Sito istituzionale |
« Quando si ama la Campania, si amano tutti i popoli che l'hanno abitata. » |
(Roger Peyrefitte) |
La Campania ([kam'panja])[2] è una regione italiana a statuto ordinario dell'Italia meridionale di 5.856.268 abitanti (terza regione per numero di abitanti e prima per densità). Incuneata tra il mar Tirreno, a ovest, e l'Appennino meridionale, a est, la regione confina a nord-ovest con il Lazio, a nord con il Molise e a est con Puglia e Basilicata. Oltre al capoluogo di regione Napoli, le città capoluogo di provincia sono Avellino, Benevento, Caserta e Salerno.
L'entroterra era abitato già nel III millennio a.C. da popolazioni sannite, osche e volsche. A partire dall'VIII secolo a.C. si svilupparono lungo la costa diversi insediamenti di popolazioni di civiltà greca dai quali ebbero origine le colonie magnogreche diPithecusa, Cuma, Parthenope, Neapolis e Poseidonia. L'area costituì anche l'estremo limite meridionale dell'espansione etrusca. L'interno rimase invece abitato dalle stirpi dei Sanniti. Nella seconda metà del IV secolo a.C., con le guerre sannitiche la regione fu posta sotto l'influenza di Roma, che la ribattezzò Campania felix in riferimento alla sua prosperità. Con il tramonto della civiltà romana, si disgregò anche l'unità politica della regione, che dal V secolo finì in gran parte sotto l'influenza longobarda e in misura minore sotto quella bizantina.
Solo nel X secolo con l'ascesa della dinastia normanna la regione insieme a buona parte dell'Italia meridionale trovò unità politica sotto la corona del Regno di Sicilia. Dal XIII secolo al XIX, nonostante il susseguirsi delle dinastie angioine, aragonesi e borboniche, il regno di Napoli ed in particolare la capitale e la sua corte divennero uno dei principali poli culturali, artistici ed economici d'Europa. La marginalizzazione dell'area seguita all'unità d'Italia è alla base del declino economico e sociale che si registra dalla seconda metà del XIX secolo, usualmente indicato con la locuzione di questione meridionale.
La Campania annovera sei siti[3] insigniti del titolo di Patrimonio dell'Umanità da parte dell'UNESCO, terza regione italiana a pari merito con la Sicilia dopo i sette siti delle Toscana ed i nove della Lombardia; tra i quali il centro storico di Napoli, il più vasto delVecchio Continente[4][5]. In Campania si trovano 5 dei primi 20 siti italiani più visitati nel 2013 secondo il Ministero dei Beni e delle Attività culturali[6].
Il toponimo Campania non è di certa etimologia. Esso deriverebbe, secondo alcuni, dal termine latino campus, che vuol dire campagna, e, per commistione linguistica, dal termine osco Kampanom, con il quale si indicava l'area nei pressi della città di Capua antica, per secoli centro principale della Pianura Campana. Non essendo gli studi al riguardo giunti a conclusioni univoche altri studiosi sostengono che la derivazione trovi invece coincidenza con il significato di "campagna", come farebbe presupporre la nota espressione "Campania felix". In questo secondo senso si sottolinea che il sostantivo latino "campus" ha appunto il significato di "pianura, campagna aperta", che indicherebbe, unitamente al clima favorevole altrettanto noto, la particolare fertilità ed amenità dell'area.
Lo stesso argomento in dettaglio: Campania antica, Sannio, Etruria campana, Magna Grecia, Regio I Latium et Campania e Campania (provincia romana). |
Sin dal II millennio a.C., nell'attuale Campania è attestata la presenza di popolazioni di ceppo indoeuropei quali gli Osci (o Opici), gliAurunci, gli Ausoni, i Sidicini ed i Sanniti; i quali parlavano la lingua osca, una lingua indo-europea del gruppo italico. Successivamente la zona costiera della Campania, come altre zone dell'Italia meridionale, fu soggetto della colonizzazione greca. I primi insediamenti lungo le coste della regione, portarono alla nascita di centri come Pithecusa (Ischia), Kyme (Cuma), Parthenope prima e Neapolis poi (Napoli),Dikaiarcheia (Pozzuoli), Poseidonia (Paestum), Elea (Ascea), Pixunte (Policastro Bussentino). La Campania divenne così uno dei centri culturali più importanti della Magna Grecia, la quale in seguito eserciterà un'influenza decisiva sulla società romana e poi sull'intera civiltà occidentale[7]. Lo stesso alfabeto latino, con buona probabilità, deriva dall'alfabeto greco calcidese di Cuma
La prima delle colonie greche in Campania e nell'intero Mediterraneo occidentale fu l'isola di Ischia (già sede di insediamenti punico-cartaginesi a partire dal X secolo a.C.), dove agli inizi dell'VIII secolo a.C. un élite tecnico culturale proveniente da Calcide di Eubea si insediò priva di armi e con il consenso dei Cartaginesi nella baia di Lacco Ameno, luogo ben noto ai Cartaginesi, in funzione osservativa delle abilità tecnologiche delle comunità etrusche nel lavorare il ferro dell'Elba. Il primo stanziamento, detto dai greci Pithecusa, ebbe carattere misti tra la cultura greca e quella cartaginese e precedette temporalmente anche quelli di Naxos e Megara Hyblaea nella Sicilia meridionale (in realtà, il geografo Strabone, nonché l'attento studio del mito della Sirena Partenope e degli altri fatti storici riconducibili a quel periodo, hanno fornito buone tesi a proposito di un antecedente insediamento Rodio posto nell'isolotto di Megaride, attuale Castel dell'Ovo. Esso, riconducibile al IX secolo a.C., costituirebbe il primo nucleo delle futura Napoli). In seguito ai buoni rapporti intessuti da questa avanguardia, tra cui va ricordato il passaggio dell'alfabeto greco agli etruschi, avvenne lo stanziamento di coloni che dapprima interessò l'isola di Ischia e poi si allargò in terraferma ad un'area limitata e di marginale interesse per la preesistente civiltà etrusco-sannita ed in particolare nel napoletano.
Dapprima essi si insediarono a Cuma (il punto della terraferma più vicino a Lacco Ameno) e poi si insediarono a Dicearchia (Pozzuoli), Parthenope e poi presso la definitiva Nea Polis (ovvero la Napoli attuale), nella quale fu organizzato il tipico impianto urbanistico ippodameo costituito da plateiai e stenopoi, divenuti poi nell'epoca romana l'area dei decumani di Napoli. È interessante inoltre notare come tuttora la popolosa e densa città metropolitana di Napoli occupi uno spazio decisamente esiguo nella complessiva superficie regionale. L'insediamento greco avvenne infatti solo lungo le coste, mentre la parte interna era abitata daglietruschi che diedero vita ad una lega di dodici municipi con a capo Capua, Nuceria, Nola, Acerra, Suessula.
Successivamente la regione costiera subì prima l'influenza politico-militare Sanniti (intorno al V secolo a.C.) e poi divenne un obiettivo espansionistico di Roma. A seguito delle tre guerre sannitiche (343-290 a.C.), con esito infausto per le popolazioni locali, fu occupata dai Romani, che vi fondarono parecchie colonie (come quella di Puteoli, l'attuale Pozzuoli). Durante la seconda guerra punica, solo poche città si allearono ai Cartaginesi, mentre la maggior parte della regione restò fedele a Roma. Amministrativamente fece parte della Regio I; ai tempi di Diocleziano acquisì poi autonomia. Durante l'occupazione romana, molti potenti costruirono lungo la costa le proprie ville estive. Anche dal punto di vista economico ci fu uno straordinario sviluppo dell'agricoltura e del commercio, la regione era infatti da sempre una delle zone più ricche del mondo classico e romano e ciò gli valse l'appellativo diCampania Felix.
A Napoli, infine, nel castel dell'Ovo, con la morte dell'imperatore Romolo Augusto avvenuta dopo il 511, si decretò definitivamente lacaduta dell'Impero romano d'Occidente.
Lo stesso argomento in dettaglio: Ducato di Benevento, Principato di Capua, Principato di Salerno, Ducato di Napoli e Regno di Napoli. |
Sul finire del V secolo d.C. i longobardi scesero in Italia arrivando fino in Campania. Con la fondazione del Ducato di Benevento e poi con la caduta di Pavia divenne principato e verso il XI secolo divenne possedimento del pontefice (denominato dagli storici il balcone del Papa sul Sud Italia), la Campania perse la sua unità, poiché piccole parti del territorio andarono a Bisanzio e tutto il resto ai principi Longobardi. Il Ducato di Napoli cadde in mano bizantina nel 536, ma ben presto tale territorio si ribellò alle autorità centrali, divenendo un vero e proprio stato autonomo.
Nell'anno 1030 i normanni acquisirono il feudo di Aversa, ceduto da uno degli ultimi duchi di Napoli: un episodio storico che provocò l'ascesa della potente dinastia normanna. Nel giro di un secolo, da quell'avamposto, furono in grado di unificare e sottomettere politicamente buona parte dei territori dell'Italia meridionale. La Campania venne compresa nel Regno di Sicilia, e affidata ai rispettivi sovrani (Altavilla, Hohenstaufen, Angioini e Aragonesi).
Con i Vespri siciliani, ci fu l'inizio della guerra dei novant'anni. La Sicilia si divise dal Regno e alla dinastia Angioina rimase il Sud Italiacontinentale che divenne quindi Regno di Napoli. Seguì poi la dinastia Aragonese, sotto il cui regno Napoli divenne uno dei più importanti centri del Rinascimento e dell'Umanesimo. Alfonso V d'Aragona, riuscì a ricostituire momentaneamente l'unificazione dei due Regni. Napoli sotto questo sovrano divenne una vera e propria capitale del Mediterraneo.
Con Carlo V il Regno di Napoli divenne un viceregno della Spagna, con capitale Napoli. La politica dei sovrani spagnoli, non di rado fu incentrata su una gravosa pressione fiscale dovuta alle molte guerre del tempo in cui era coinvolta la Spagna; il viceregno napoletano era infatti uno dei principali fornitori di denaro e uomini per la causa spagnola: ciò a volte scatenò rivolte da parte delle classi più povere. Una delle figure rivoluzionarie di quest'epoca fu Masaniello, che condusse un'accesa campagna contro il viceré.
Lo stesso argomento in dettaglio: Regno delle Due Sicilie. |
Dopo la guerra di successione polacca e la parentesi austriaca, la Campania passò al regno dei Borbone di Napoli. Il primo re fu Carlo di Borbone, rimasto famoso per avere intrapreso e attuato molte riforme in campo economico e legislativo. La capitale, Napoli, sottolineò i suoi status politici, architettonici, artistici, culturali, ecc. fattori che la ponevano tra le principali capitali europee, alla pari di Londra, Viennae Parigi. Inoltre, durante il suo regno, con lo scopo di dare una degna sede di rappresentanza al governo della capitale Napoli ed al suo reame, fu costruita la reggia di Caserta. Opera di Luigi Vanvitelli e terminato nel 1845, tutto il complesso fu definito l'ultima grande realizzazione del barocco italiano[9].
Dopo la brevissima ma intensa esperienza della Repubblica Partenopea di Napoli, nel 1799, Napoleone Bonaparte nominò Re di Napoli suo cognato Gioacchino Murat che abolì definitivamente il feudo. Dopo l'età napoleonica il Congresso di Vienna riaffidò il Regno di Napoliai Borbone che lo riuniranno al Regno di Sicilia dando vita al Regno delle Due Sicilie, con Napoli capitale.
Durante il Regno delle due Sicilie, la Campania ed in particolare Napoli, ottennero primati storici in ogni settore, dando vita alle celebri innovazioni borboniche.
In Campania nacque il maggior complesso industriale metalmeccanico d'Italia (Pietrarsa oggi museo), la maggior industria navalmeccanica d'Italia (a Napoli e Castellammare di Stabia quest'ultimo, con 1.800 operai, era il primo d'Italia per grandezza), la prima nave a vapore dell'Europa continentale (la Ferdinando I, realizzato nel cantiere di Stanislao Filosa al Ponte di Vigliena, presso Napoli, varato il 27 settembre 1818), il primo codice marittimo Italiano (varato da un giurista di Procida), il primo albergo per i poveri, la prima ferrovia e prima stazione in Italia (1839, la Napoli-Portici), la prima galleria ferroviaria del mondo (presso Nocera), il primo teatro lirico d'Europa (il San Carlo), il primo osservatorio astronomico (a Capodimonte), il primo osservatorio sismologico al mondo (nel vesuviano), i primi conservatori musicali, le prime università d'Europa laiche (la Federico II) ed il primo statuto socialista del mondo (seterie di San Leucio)[10].
Lo stesso argomento in dettaglio: Unità d'Italia, Brigantaggio postunitario italiano e Questione meridionale. |
Anche la Campania fu poi coinvolta nelle rivolte liberali e nei moti per l'Unità d'Italia. Nel 1861 la regione venne conquistata ed annessa al Regno d'Italia. A causa delle nuove politiche nazionali post-unitarie in campo economico e della conseguente pessima gestione dei beni pubblici da parte del neonato stato unitario, la regione fu centro di emigrazione e si impoverì notevolmente così come tutto il meridione d'Italia.[11][12][13]. Espressione del mal contento generale post-unitario fu il fenomeno del brigantaggio che, nato in Basilicata, coinvolse subito tutta la popolazione del meridione d'Italia.
Lo stesso argomento in dettaglio: Quattro giornate di Napoli e Operazione Avalanche. |
Durante la seconda guerra mondiale la Campania fu teatro di alcune famose operazioni militari, come lo sbarco a Salerno e le Quattro giornate di Napoli. Nel periodo che seguì lo sbarco la città di Salerno ospitò i primi governi dell'Italia post-fascista e la famiglia reale divenendo di fatto capitale d'Italia fino alla liberazione di Roma (metà agosto 1944).
Lo stesso argomento in dettaglio: Crisi dei rifiuti in Campania e Terremoto dell'Irpinia del 1980. |
Nel dopoguerra la Campania fece parte di quel gruppo di regioni del Sud Italia fonte di emigrazione soprattutto verso il Nord Italia, pur conservando una struttura economica più solida rispetto al resto del Mezzogiorno.
Il terremoto colpì alle ore 19:34 di domenica 23 novembre 1980: una forte scossa di magnitudo 6,9 sulla scala Richter, della durata di circa 90 secondi con un ipocentro di circa 30 km di profondità colpì un'area che si estendeva dall'Irpinia al Vulture. Tra i comuni più duramente colpiti vi furono quelli di Sant'Angelo dei Lombardi, Lioni, Torella dei Lombardi, Conza della Campania, Teora, Laviano, Calabritto, Senerchia e altri paesi limitrofi.[14] Non mancarono però effetti del sisma anche a tutta l'area centro meridionale della penisola, compreso Napoli.
Nel 1994, infine, iniziò la crisi dei rifiuti in Campania e l'intera regione versa in uno stato di emergenza relativo allo smaltimento ordinario dei rifiuti solidi urbani. Lo stato di emergenza è poi cessato ufficialmente dopo oltre 15 anni, sulla base di un decreto legge approvato dal governo italiano il 17 dicembre 2009 che ha decretato il termine dello stato di emergenza e del commissariamento straordinario.[15]
http://www.aureliocoppolagroup.it/suditalia/campania.html