Geografia fisica

[modifica | modifica wikitesto]

Territorio

[modifica | modifica wikitesto]

Il paese sorge in collina a 482 m s.l.m. in Val Basento, sulla sponda occidentale dell'omonimo fiume Basento, nella parte centro-settentrionale della provincia. La casa comunale è locata a una altitudine di 497 m s.l.m., tuttavia nelle periferie l'altitudine varia dai 43 ai 583 m s.l.m.[4] Per la sua altitudine Ferrandina fa parte della media Collina materana. Il territorio del comune ha un'estensione di 215,55 km2, il quarto per grandezza di tutta la Basilicata. I paesi limitrofi al Comune di Ferrandina sono: Pomarico e Miglionico (17 km), Salandra (18 km), Pisticci (22 km), Grottole (26 km), San Mauro Forte (31 km) e Craco (33 km).

Il clima è tipico della media Collina materana, caratterizzato da estati molto calde e afose (a volte si registrano temperature non inferiori ai +30° anche in nottata) e inverni che variano tra freschi e freddi, dove le temperature possono scendere anche di alcuni gradi sotto lo zero (le minime assolute registrate sono intorno ai -8°) soprattutto in presenza di freddi venti da nord-est. Le escursioni termiche possono risultare molto ampie: lo scarto può raggiungere i 15° in estate (da +40° a +25°) ed i 10° in inverno (da +10° a 0°). Le precipitazioni sono concentrate principalmente tra ottobre e maggio e di inverno non mancano fenomeni di carattere nevoso e frequenti gelate nei fondovalle. Caratteristica della zona è la presenza frequente di fitte nebbie in autunno-inverno.

[5]

Le radici di Ferrandina affondano nella Magna Grecia, attorno al 1000 a.C. Il suo nome era Troilia, mentre la sua acropoli-fortezza si chiamava Obelanon . Troilia fu costruita per ricordare e onorare la città distrutta dell'Asia Minore, Troia. Durante l'epoca romana Troilia e Obelanon furono centri importanti di cultura romana/magnogreca e sempre più lustro acquistarono in epoca bizantina. Con la caduta del dominio imperiale romano d'oriente, Longobardi e Normanni si impossessarono della città.

Vista del paese

Il primo nucleo si deve alla volontà di Pirro Del Balzo di bonificare l'area che in seguito alla Seconda Congiura dei Baroni cadde in disgrazia e non poté proseguire il suo progetto. Il nome Ferrandina si deve a Federico d'Aragona che nel 1494 la battezzò così in onore di suo padre, re Ferrante (o Ferrando). Nel 1507 Ferdinando il Cattolico le attribuì il titolo di "civitas". Lo stemma comunale reca sei F: il significato è: Fridericus Ferranti Filius Ferrandinam Fabbricare Fecit.

Un tempo era nota per la produzione di tessuti in lana, tra cui la ferlandina o felandina, molto apprezzata e richiesta nel Regno di Napoli e dai domenicani, che proprio a Ferrandina si insediarono e crearono un centro agricolo e urbano molto organizzato tanto da erigere, nel 1546, la cupola del Monastero di San Domenico come simbolo di potere.

Ferrandina prese parte ai moti del 1820-21 e del 1860. Qui nel marzo del 1862 Carmine Crocco, a capo dei briganti, affrontò e distrusse una compagnia del 30º Reggimento fanteria dell'esercito piemontese.

Nel 1921 Ferrandina fu teatro di violenze: il sindaco e consigliere provinciale socialista Nicola Montefinese venne ucciso.

Negli anni della seconda guerra mondiale, tra il 1940 e il 1943, 7 profughi ebrei tedeschi (tra cui due bambini) furono confinati in soggiorno coatto a Ferrandina. Furono tutti liberati con l'arrivo dell'esercito alleato nel settembre 1943. Quattro di loro poterono emigrare negli Stati Uniti già nel luglio 1944. Gli altri rimasero in varie località dell'Italia meridionale in attesa della fine della guerra.[6]

Nel settembre del 1943 Ferrandina insorse contro i latifondisti. Lo spirito di ribellione non si attenuò sino al 2 agosto del 1945, quando i contadini diedero vita ad una sommossa per chiedere l'allontanamento dei proprietari terrieri e l'assegnazione delle terre incolte. Nel corso dei tumulti venne assassinato Vincenzo Caputi, ritenuto il mandante dell'uccisione di Montefinese. Per timore che la protesta dilagasse, il paese restò isolato, con le linee elettriche e telefoniche tagliate. L'ordine fu ristabilito con l'invio, da parte del governo provvisorio, di 100 carabinieri da Napoli, 250 alpini della divisione Garibaldi e l'arrivo a Ferrandina, il 4 agosto, del ministro Scelba.

Nel novembre 2003 la comunità ferrandinese, organizzando presidi e blocchi stradali, ha partecipato attivamente alla protesta contro la decisione del governo di costruire il deposito unico di scorie nucleari a Scanzano Jonico.

Il 16 luglio 1895 la ferrandinese Maria Barbella, rinchiusa nel carcere di Sing Sing per aver ucciso il suo compagno, è stata la seconda donna condannata alla sedia elettrica negli Stati Uniti d'America. La condanna, però, non fu eseguita in quanto fu dichiarata incapace di intendere e di volere al momento dell'omicidio. Per questo motivo Ferrandina dal novembre 2005 è inserita tra le "Città per la vita - Città contro la pena di morte", campagna di sensibilizzazione promossa dalla Comunità di Sant'Egidio.

Lo stemma è stato riconosciuto con decreto del capo del governo del 20 novembre 1934.[7]

«D'azzurro, al monte di tre cime d'oro, sostenente la croce latina patente del medesimo, caricato in punta di un serpente di nero, ondeggiante in fascia; con il capo di porpora. Ornamenti esteriori da Città.[8]»

Il gonfalone, concesso con regio decreto del 7 novembre 1941, è un drappo di verde.[9]

Onorificenze

[modifica | modifica wikitesto]
Titolo di Città - nastrino per uniforme ordinaria
— 15 marzo 2011[10]

Monumenti e luoghi d'interesse

[modifica | modifica wikitesto]

Architetture religiose

[modifica | modifica wikitesto]
  • Chiesa di Santa Maria della Croce
    Chiesa madre di Santa Maria della Croce: fu costruita a partire dal 1490 ed il suo interno è stato trasformato alla fine del XVIII secolo. La chiesa, che ha tre portali cinquecenteschi e tre cupole bizantineggianti, conserva all'interno una statua lignea della Madonna con Bambino del 1530 e due statue dorate raffiguranti Federico d'Aragona e sua moglie, la regina Isabella del Balzo. Sulla parete terminale della navata destra, accanto alla zona absidale, si erge una scultura in legno dorato raffigurante un'aquila bicipite, simbolo emblematico di Ferrandina. Qui era sito un pezzo ligneo della Santa Croce di Cristo, ora messo in sicurezza in altro luogo, portato da sant'Elena da Gerusalemme e poi giunto tramite donazioni al regnante di Ferrandina ove si trova.
  • Chiesa Madonna del Carmine in rione Purgatorio con portale cinquecentesco ad arco bugnato. La chiesa del Purgatorio è stata la prima struttura completa di Chiesa. Essa fu costruita dai monaci domenicani venuti da Uggiano. Quando a causa di un terremoto la Chiesa subì dei danni, i domenicani lasciarono il Purgatorio e costruirono San Domenico. La chiesa fu ricostruita dai monaci di San Pio dei Morti e venne chiamata chiesa del Purgatorio. Tuttora conserva un San Vincenzo Ferreri della prima metà del Settecento, opera di Antonio Sarnelli, una Trinità ed un organo antico del 1700 dove possiamo guardare in cima alla cassa barocca il simbolo della congregazione di San Pio dei Morti.
  • Chiesa del Convento dei Cappuccini: all'interno vi sono alcune opere attribuite a Pietro Antonio Ferro come la Madonna con Bambino ed i santi Pietro e Francesco.
  • Complesso monastico di Santa Chiara: completato nel 1688, è un imponente edificio nel quale si innalza una torre che domina l'intera città. Al suo interno, oltre ad una Crocifissione di Pietro Antonio Ferro, è di grande pregio un dipinto raffigurante l'Immacolata attribuito a Francesco Solimena, risalente all'incirca al 1730[11]. Dal 7 agosto 2015 il complesso ospita il Museo della Civiltà Contadina-Mestieri antichi.
  • Complesso monastico di San Domenico: risalente al 1517, fu ristrutturato in forme barocche e completato nel 1760. Conserva dipinti di scuola napoletana, un organo seicentesco funzionante, un coro ligneo ed un altare maggiore con marmi policromi. Particolarmente interessanti risultano i sotterranei affrescati, destinati alla sepoltura dei frati.
  • Convento di San Francesco: fu fondato nel 1614 insieme alla chiesa a due navate e fino alle leggi napoleoniche ebbe grande splendore.
  • Cappella della Madonna dei Mali: chiesa rurale al cui interno vi sono diversi affreschi di Pietro Antonio Ferro risalenti al XVII secolo.
  • Altre chiese e cappelle rurali tra cui la chiesa di Sant'Antonio (1615), la chiesa dell'Addolorata, la chiesa di Santa Lucia, la cappella della Madonna di Loreto e la cappella di Santa Maria della Consolazione (in contrada La Foresta).
  • Chiesa di San Giovanni Battista (Ferrandina:è l'ultima chiesa costruita a Ferrandina nel 1990 circa. Ha delle vetrate simboliche, in altare in marmo e cemento e una cappella parzialmente in marmo.
  • Rovine del castello di Uggiano
    Castello di Uggiano
  • Piazza Plebiscito
  • Diversi palazzi tra cui Palazzo Centola, Palazzo Lisanti, Palazzo Cantorio, Palazzo Scorpione, Palazzo Caputi, Palazzo Rago
  • Museo della Civiltà Contadina presso il Convento di Santa Chiara
  • Cappella delle Tre Croci; zona panoramica
  • Area attrezzata località Caporre, punto di snodo della "transumanza"

Società

[modifica | modifica wikitesto]

Evoluzione demografica

[modifica | modifica wikitesto]

Abitanti censiti[12]

Etnie e minoranze straniere

[modifica | modifica wikitesto]

Al 31 dicembre 2023 la popolazione straniera era di 239 persone, pari al 3,27% degli abitanti.[13]

Istruzione

[modifica | modifica wikitesto]

Nel comune di Ferrandina sono presenti quattro scuole tra Istituto comprensivo (tre materne, elementare e media), Istituto di istruzione secondaria (ITIS, IPSIA e liceo scientifico) e scuole private (nido laico e materna religiosa)

Ferrandina è la città che produce la maggior quantità di oliva Majatica di Ferrandina, mangiate sia a tavola (olive nere al forno), sia per creare un olio extra-vergine d'oliva. È la città che produce più olio sia nella Val d'Agri, sia nella Val Basento.[senza fonte]

Molti sono i prodotti di questa cittadina che fanno parte della cucina lucana tradizionale.

  • Olive (nere e verdi) passite di Ferrandina (lëivë mburnätë)
  • Pane di Ferrandina
  • Friselle di Ferrandina
  • Sospiri lucani di Ferrandina
  • Aglianico di Ferrandina
  • Maccheroncini al filo di ginestra
  • Marretti (Marrëcijllë)
  • Sagne e fagioli con le cotiche
  • Cotturo di pecora
  • Salsiccia di Ferrandina
  • Screppelle
  • Pizza di grano duro
  • Ciambotta (Ciambóttë)
  • Cialledda ferrandinese (Cialléddë)
  • Strascinati
  • Orecchiette con il sugo di cinghiale (Rëcchiëtéllë)

Geografia antropica

[modifica | modifica wikitesto]

Frazioni

[modifica | modifica wikitesto]

Economia

[modifica | modifica wikitesto]

L'agricoltura e la pastorizia sono state fino alla seconda metà degli anni 60 le principali fonti economiche. Dopo le lotte contadine e le relative leggi di riforma fondiaria si è assistito alla nascita di piccole e medie proprietà. La produzione continua ad essere legata alla conduzione di tipo familiare con una bassissima intensità di capitale. Negli ultimi anni però si è cominciato ad assistere ad un'inversione di tendenza grazie al sempre maggiore impiego delle macchine agricole e alla valorizzazione dei prodotti tipici. Rinomata è la produzione di olio di oliva "Majatica di Ferrandina", caratterizzato da una bassa acidità, da un sapore dolce e dal color giallo, e anche delle tipiche olive al forno come da antica tradizione, che rientrano tra i prodotti Presidii Slow Food. Ferrandina fa parte dell'Associazione Nazionale Città dell'Olio. Il vino può essere associato alla famiglia dei Primitivi, tipici per la loro prematura maturazione. Il Primitivo di Ferrandina è un vino molto corposo, dal colore rosso intenso. Dal marzo 2005 Ferrandina è un comune OGM Free (contro la coltivazione degli organismi geneticamente modificati).

Nonostante la presenza di risorse agricole così importanti, l'economia di Ferrandina si basa prevalentemente sull'industria, sviluppatasi lungo la Val Basento per la scoperta di numerosi giacimenti di metano, negli anni '60 del secolo scorso. Da ricordare l'insediamento a Ferrandina dal 1963 al 1978 della "Pozzi Ginori S.p.A." che con l'indotto dava lavoro ad un migliaio di operai, ricordiamo anche dal 1974 al 1979 la "Cemater S.p.A.", azienda statale che produceva manufatti in amianto. Adesso troviamo piccole aziende che lavorano nel campo chimico, meccanico, manifatturiero e del salotto.

PER SFOGLIARE LA GUIDA FARE COPIA INCOLLA DEL LINK QUI' SOTTO E INSERIRE NEL BROWSER

https://www.sfogliami.it/fl/303819/frt2qzkz45dyscbhx6yfgctv48zrmtu4


PAGINE DEL CONSUMATORE

Pagine del Consumatore in tutta Italia

Pagine del Consumatore copre tutta Italia, isole comprese, proponendo l'acquisto di prodotti a prezzi vantaggiosi e dando la possibilità, per chi fosse interessata/o, a pubblicare il proprio libro su tutto il territorio nazionale a costi sostenibili.